Costa D'Avorio senza pace

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COSTA D’AVORIO senza pace

Abidjan. Diverse aree della Costa d’Avorio sono in preda a proteste di militari, gendarmi, poliziotti e doganieri che scendono per le strade, sparando in aria e intimidendo i civili. Da Abidjan a Yamoussoukro, da Bouaké a San Pedro, nell’ultima settimana gli episodi di ammutinamento di militari e gendarmi si sono moltiplicati dopo l’accordo raggiunto con quella parte dei soldati che sono ex guerriglieri integrati in seguito nell’esercito. Questi ultimi erano scesi per le strade di Man, di Bouaké e di altre città del nord che erano state i bastioni della ribellione durante la crisi del 2002-2011, ottenendo un aumento di stipendio che non è stato però concesso agli altri militari (vedi Fides 9/1/2017).
Le proteste dei soldati stanno creando una frattura con la società civile che oltre a vedere le proprie attività bloccate, teme che i progressi economici ottenuti negli ultimi anni possano essere compromessi da una ripresa dell’instabilità.
La soluzione invocata da molti è una profonda riforma dell’esercito che escluda coloro che considerano l’indossare una divisa un’occasione per estorcere denaro e favori.
Il clima d’intimidazione non ha risparmiato l’Université Catholique d’Afrique de l’ouest (Ucao): la sua sede ad Abidjan è stata fatta oggetto il 16 gennaio di un raid di diversi individui armati, che hanno proferito minacce e derubato studenti e professori




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