Cervia – Chi ha avuto modo di lavorare nell’area dei Castelli Romani non può fare a meno di aver sentito della storia di Davide Cervia e dei misteri che ancora avvolgono la sua scomparsa.
Sono passati 29 anni dalla scomparsa di Davide Cervia, l’ex sottufficiale della Marina Militare Italiana sparito nel nulla il 12 settembre 1990. Le inchieste nel corso degli anni sono arrivate alla conclusione che l’esperto in guerre elettroniche fu rapito a Velletri in provincia di Roma da un commando composto da persone ancora oggi ignote. Per i tanti depistaggi è stato condannato il ministero della Difesa. La vicenda è stata approfondita a “La Storia Oscura” su Radio Cusano Campus.
Sono infatti trascorsi 29 anni da quel 12 settembre 1990, ossia da quando il perito elettronico originario della Liguria, ma da tempo residente ai Castelli Romani, venne rapito da un commando composto da persone ancora oggi ignote mentre tornava nella sua casa di Colle dei Marmi, a Velletri, dopo una giornata di lavoro passata in una fabbrica di Ariccia.
Al microfono di Fabio Camillacci, la moglie di Davide Cervia, Marisa Gentile, si è appellata al Presidente del Consiglio chiedendo a Conte di mantenere una promessa: “A gennaio del 2018, il Tribunale civile di Roma ha emesso una sentenza importantissima condannando il ministero della Difesa per depistaggi sulla vicenda di Davide Cervia. Purtroppo – ha aggiunto Marisa Cervia- l’atteggiamento omissivo e depistatorio dello stesso dicastero nel corso degli anni, ha fatto si che questa storia venisse insabbiata. Fortunatamente l’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha rinunciato a fare appello contro quella sentenza, come invece aveva disposto il suo predecessore Roberta Pinotti. Pertanto, ringrazio ancora Elisabetta Trenta che non solo ha rinunciato a fare appello ma ha anche ritenuto doveroso chiedere scusa alla nostra famiglia per tutti gli errori, chiamiamoli così, fatti su questa incredibile storia dalle varie istituzioni a partire dal 1990. Ovviamente non ci accontentiamo perché le scuse ci hanno fatto piacere, in quanto è stato riconosciuto che avevamo ragione, però credo che sia giusto arrivare a una verità: che fine ha fatto mio marito? Chi lo ha rapito e fatto sparire? E perché? A questi interrogativi si può rispondere solo attraverso l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta. Spero quindi che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dia seguito alla comunicazione che mi inviò nel luglio scorso e in cui ci informava che Palazzo Chigi stava lavorando in questa direzione dietro input dello stesso ministro Trenta. Quindi spero con tutto il cuore che Conte mantenga questa promessa anche perché la nostra battaglia di verità e giustizia interessa tutti i cittadini italiani. Certo, c’è un pizzico di preoccupazione in me perché alla Difesa è tornato un ministro del Pd, Lorenzo Guerini, come era del Pd Roberta Pinotti, però confido nel premier che mi sembra una persona per bene e mi auguro che mantenga la promessa e faccia finalmente luce su questo e altri misteri d’Italia”.