Movienerd – Oscar del cinema 2020: tutti i vincitori dell’ambita statuetta

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Movienerd – Al Dolby Theatre di Los Angeles si è conclusa la 92ma edizione degli Academy Awards, i cui candidati erano stati annunciati lo scorso 13 gennaio.

 

24 i premi assegnati. Trionfa Parasite di Bong Joo Ho, che conquista quattro statuette (film, regia, film internazionale e sceneggiatura originale), diventando il primo film in lingua non inglese a vincere come miglior film.

 

Renée Zellweger e Joaquin Phoenix sono stati premiati come migliori attori protagonisti, Laura Dern e Brad Pitt come migliori attori non protagonisti.

1917 conquista tre premi tecnici (effetti speciali, fotografia e sonoro), un po’ di delusione invece per i grandi favoriti: per Jocker “solo” i premi a Joaquin Phoenix come miglior attore protagonista e per la miglior colonna sonora, e “solo” due riconoscimenti anche per C’era una volta… a Hollywood, con Brad Pitt come miglior attore non protagonista e la miglior scenografia, assegnato a Barbara Ling e Nancy Haigh.

Due statuette anche per Le Mans 66, La grande sfida, che vince per il montaggio e il montaggio sonoro.

 

Tra i discorsi da ricordare quello di Joaquin Phoenix, premiato per la sua incredibile performance in Joker. L’attore, che agguanta il premio dopo quattro nomination, ha affrontato – in un lungo intervento un po’ sconclusionato – tante questioni che gli stanno a cuore, compresa la causa vegana: “Ho pensato molto alle questioni difficili che stiamo affrontando collettivamente, dobbiamo diventare portavoce di altre cause: parliamo di disuguaglianze di genere, degli afroamericani, dei nativi, della comunità LGBT.

 

Parliamo sempre di una razza che vuole prevalere sugli altri, penso che siamo diventati così disconnessi dalla natura e crediamo di essere al centro di tutto, come quando rubiamo il latte alla mucca per il suo vitellino. Abbiamo paura di cambiare, ma gli esseri umani sono pieni di inventiva che se usiamo la compassione possiamo realizzare sistemi che funzionino”. Poi ha affrontato temi più personali: “Io ho fatto cose terribili nella mia vita, sono stato un collega difficile ma tanti che sono in questa sala mi hanno dato una seconda opportunità. Qui viene il meglio dell’umanità. Quando mio fratello (River Phoenix, morto a 23 anni, ndr.) aveva 17 anni ha scritto queste parole: ‘Corri in soccorso di qualcuno con amore e troverai la pace'”,

 

Miglior attrice Renée Zellweger, per la sua Judy in cui ha prestato corpo, volto e voce a Judy Garland, ha parlato di questo film come “una delle esperienze più speciali della mia carriera”. Ha dedicato il premio “ai miei genitori immigrati arrivati qui senza nulla se non il “sogno americano” da realizzare”. E ha raccontato “quest’ultimo anno in cui abbiamo celebrato Judy Garland è stato un modo bello per ricordarci che ci sono eroine che ci ispirano e ci uniscono, ci fanno pensare che ci sono tante cose che ci fanno andare nella stessa direzione”. E cita i suoi riferimenti da Martin Scorsese agli eroi di tutti i giorni.

 

Il premio come miglior attore non protagonista è stato assegnato a Brad Pitt che l’ha vinto per il suo ruolo in C’era una volta a… Hollywood. “È davvero incredibile essere qui, mi hanno dato solo 45 secondi, che sono sempre 45 secondi in più rispetto a quelli che il Senato ha dato a John Bolton – ha detto l’attore facendo uno dei pochi riferimenti politici della serata  – Quentin le persone fanno le cose giuste, questo premio è per Quentin Tarantino: originale, unico, più che raro. Il cinema sarebbe triste senza di te, mi piace il fatto che cerchi sempre il meglio. Non potrei non essere tuo amico Leo e grazie a tutto il resto della troupe. Dobbiamo dimostrare affetto per i nostri stuntman, le nostre controfigure, penso ai miei genitori che mi portavano al drive in e a tutte le persone che mi hanno aiutato a essere qui. Questo va ai miei bambini, faccio tutto per voi”. Il riferimento è ovviamente ai sei figli che ha avuto con Angelina Jolie e questa è la sua prima statuetta come attore, dopo quello vinto da produttore per 12 anni schiavo.

 

Il premio per il miglior film d’animazione è stato assegnato a Toy Story 4, mentre quello per il cortometraggio animato è andato a Hair Love che racconta la storia di un padre afroamericano che si ritrova a occuparsi dei capelli della sua bambina, un premio dedicato a Kobe Bryant “con la speranza che – come ha detto Bruce W. Smith, uno dei registi –  tutti possiamo avere una seconda chance come lui”.

 

Il primo premio per Bong Joon-ho è quello per la miglior sceneggiatura originale per Parasite: “Grazie, è un grandissimo onore – ha detto in inglese, prima di passare al coreano  – scrivere una sceneggiatura è un processo solitario ma questo premio va alla Corea del Sud. Voglio ringraziare mia moglie e tutti i miei attori che hanno dato vita a questo film”. La migliore sceneggiatura non originale invece  è andata al regista neozelandese Taika Waititi per la commedia Jojo rabbit, “lo dedico a tutti i bambini indigeni nel mondo che vogliono raccontare storie. Siamo tutti narratori e possiamo arrivare fin qui”.

 

È stata Laura Dern a conquistare l’Oscar come migliore attrice non protagonista per il ruolo di avvocatessa grintosa e priva di scrupoli in Storia di un matrimonio. Dopo i ringraziamenti di rito l’attrice, alla sua prima statuetta ha detto: “Noah ha scritto un film che parla d’amore, che di ponti che si possono costruire per tenere insieme una famiglia e anche questo nostro pianeta. Si dice che non bisognerebbe mai conoscere i propri eroi, ma se uno ha la fortuna di averli come genitori come Diane Ladd mia madre e Bruce Dern, mio padre è il massimo. Questo è il miglior regalo di compleanno che si possa desiderare”.

 

C’è un piccolo piccolo pezzetto di Bologna nel trionfo del coreano Parasite nella lunga notte degli Oscar 2020. Nel film che ha sbancato l’Academy portando a casa l’Oscar per il miglior film, la miglior regia, la miglior sceneggiatura e il miglior film straniero, il regista Bong Joon-ho ha infatti inserito nella scena madre la canzone In ginocchio da te portata al successo da un Gianni Morandi ragazzino negli anni ‘60 e divenuta nel ‘64 il film galeotto in cui Morandi si innamorò di Laura Efrikian, che poi sposò due anni dopo. Tutt’altra atmosfera nel film coreano dove la canzone scritta da Franco Migliacci – e inno all’innamorato che chiede perdono all’amata perché «l’altra non è, non è niente per me» – diventa protagonista di una delle sequenze più drammatiche del film, che scarnifica le certezze borghesi insinuando in una villa da sogno una famiglia di parassiti che porterò la trama verso la tragedia finale.

 

Morandi sulla sua pagina Facebook Morandi ha fatto un post, come sempre spiritoso: “Oggi mi chiamano tutti come se avessi vinto l’Oscar – dice nel consueto sfondo bucolico – il film l’ha vinto “Parasite”. Ma la cosa bella è che in questo film c’è un brano che io ho inciso che non avevo ancora vent’anni. Comunque sono contento: il film è bellissimo e dentro c’è qualcosa di italiano”.

 

Ecco tutti vincitori degli Oscar 2020:

 

Miglior film

Parasite

 

Migliore regia

Bong Joo Ho (Parasite)

 

Miglior film internazionale

Parasite

 

Miglior attrice protagonista

Renée Zellweger (Judy)

 

Miglior attore protagonista

Joaquin Phoenix (Joker)

 

Miglior attrice non protagonista

Laura Dern (Storia di un matrimonio)

 

Miglior attore non protagonista

Brad Pitt (C’era una volta Hollywood)

 

Miglior colonna sonora

Joker (Hildur Ingveldardóttir Guðnadóttir)

 

Migliore canzone originale

“(I’m Gonna) Love Me Again” da Rocketman (Elton John, Bernie Taupin)

 

Miglior trucco e acconciature

Bombshell (Kazu Hiro, Anne Morgan, Vivian Baker)

 

Migliori effetti speciali

1917 (Guillaume Rocheron, Greg Butler, Dominic Tuohy)

 

Miglior montaggio

Le Mans 66, La grande sfida (Michael McCusker, Andrew Buckland)

 

Miglior fotografia

1917 (Roger Deakins)

 

Miglior sonoro

1917 (Mark Taylor, Stuart Wilson)

 

Miglior montaggio sonoro

Le Mans 66, La grande sfida (Donald Sylvester)

 

Miglior corto-documentario

Learning to Skateboard in a Warzone (Id You’re a Girl) (Carol Dysinger, Elena Andreicheva)

 

Miglior documentario

American Factory (Steven Bognar, Julia Reichert)

 

Migliori costumi

Piccole donne (Jacqueline Durran)

 

Miglior scenografia

C’era una volta… a Hollywood (Barbara Ling, Nancy Haigh)

 

Miglior cortometraggio

The Neighbor’s Widow

 

Miglior sceneggiatura non originale

Jojo Rabbit (Taika Waititi)

 

Miglior sceneggiatura originale

Parasite (Bong Joo Ho e Han Jin Won)

 

Miglior cortometraggio di animazione

Hair Love

 

Miglior film di animazione

Toy Story 4




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