E’ stata un’anteprima con i giornalisti ricca di suspance quella di Kevin Costner a Roma per presentare “Criminal” uno di quei thriller in cui al pubblico si chiede un atto di fede per credere alla sua premessa. “Fammi male ed io te ne farò di più” (ma non sarà così e ne vedrete delle belle).
In un’affollata conferenza stampa, nel centro della capitale, l’attore statunitense ha risposto alle domande con ‘savoir faire’ e tra i sorrisi dei molti presenti. “Il film?” Un popcorn con un grattacapo dentro. Non è il primo film con un esaltato intenzionato a far saltare per aria l’intero pianeta, e me ne avevano pure offerti nel passato, e io avevo regolarmente rifiutato. Ma questo film mi ha convinto, forse perché non fa perno sugli effetti speciali, ma proprio nello sforzo intellettivo di rendere credibile una premessa così assurda”.
Per me è una grande gioia fare film. Li faccio per lasciare traccia nella memoria, per creare ricordi che possano durare una vita. Tutti in fondo abbiamo un film che ci è rimasto nel cuore, magari uno che ci ha insegnato a baciare”:
Potendo inserire un talento specifico nel suo cervello, quale sceglierebbe?
“Vorrei essere capace di disegnare, non ne sono minimamente capace, sono un disastro. Allo stesso tempo ricordo ogni giorno a me stesso quante cose sono riuscito a fare e quanta fortuna ho avuto nella vita. Insomma, la mia memoria mi basta e avanza!”
Chi sono i veri criminali oggi per lei?
“L’industria del petrolio è terribile, non si preoccupano di niente e nessuno. Possono fare tutte le belle pubblicità che vogliono ma non gliene importa niente della salute del pianeta e dei suoi abitanti. I soldi sono il vero problema oggi. Il denaro ha sempre guidato e cambiato la gente, sempre stato così, la gente ammazza e distrugge in nome del profitto, usa il denaro per comprare il potere ed eliminare chi gli si mette contro, per coprire i loro sbagli. La mia organizzazione adesso sta studiando modi per recuperare l’acqua usata dalle compagnie petrolifere col “fracking” e filtrarla a tale alta velocità da poterla riutilizzare per l’agricoltura, e quindi non sprecarla. Stiamo eseguendo test in California e in giro per il mondo. Sono sicuro che riusciremo a farlo… in questo modo diventerò straricco e allora comincierò pure io a distruggere tutto!” (ride)
Cosa fa per mantenersi così in forma?
“Ho tirato su figli per tutta la mia vita, da quando ho 22 anni, e credo il segreto stia proprio qui: essere padre, fare di tutto per stare bene per seguire bene i figli nelle loro diverse età. I figli piccoli mi costringono a correre appresso a loro e a muovermi con una certa agilità. Tutto qui, buon senso comune. E voglio continuare a essere bello per anni per la mia bambina più piccola!”
Che influenza hanno avuto i suoi genitori nella sua vita?
“Sono cresciuto in una famiglia molto umile a Compton, un sobborgo di Los Angeles, mio padre era venuto dalle campagne dell’Oklahoma, non avevano niente, ha sposato mia mamma e ha lavorato duro tutta la vita. Seguiva me e mio fratello a ogni singola partita di baseball o evento scolastico. Io pensavo che il mio giardino fosse un regno fino a quando ho visto il giardino degli altri ragazzini. Io non sono uno di quegli attori cerebrali, con l’angoscia decadente dell’artista. Io sono un lavoratore, un pragmatico, uno che lotta per la sopravvivenza. Non ero bravo al college, scrivevo poesie e canzoni, suonavo il piano, lavoravo fisicamente ogni giorno con mio padre, ma c’era una parte di me che voleva raccontare storie. E ancora oggi è quello che voglio fare, raccontare storie”.
La vicenda è di quelle che lascia incollati alla sedia senza potersi distrarre: cosa succede quando l’unica speranza della CIA di fermare una minaccia terroristica per l’arsenale nucleare risiede nel buio, nei recessi dell’imprevedibile mente di un pericoloso criminale? Una fresca e provocatoria alternativa di action-thriller di spionaggio, Criminal, diretto da Ariel Vromen e con un cast stellare che include Ryan Reynolds, Kevin Costner, Gal Gadot, Tommy Lee Jones e Gary Oldman, indaga i mondi segreti della memoria e dell’identità – e un futuro prossimo caratterizzato dal controllo mentale basato sui geni – in quanto si muove attorno alla storia di un inconsapevole assassino nella coscienza di un agente della CIA, e una gara feroce contro il tempo.
La storia inizia quando l’agente della CIA Bill Pope (Reynolds) viene tragicamente ucciso nel mezzo di un’urgente missione top-secret. Stava inseguendo il geniale hacker conosciuto come “l’Olandese” (Michael Pitt), che, durante la navigazione nel Dark Web, aveva scoperto i mezzi per mettersi al comando dell’intero armamentario delle forze armate degli Stati Uniti.
Con la morte di Pope, ogni singola e fondamentale informazione che aveva scoperto sull’Olandese e la sua macchinazione è spazzata via per sempre. Gli uomini morti non raccontano storie. O no? Come dice Kevin Costner: “Di solito i morti vanno nelle tombe con i loro segreti ma grazie al fatto che abbiamo sbloccato il funzionamento interno del cervello, e grazie ai progressi della scienza, sappiamo che potrebbe presto essere possibile trasferire i ricordi di una persona in un’altra – e le implicazioni sono enormi”.
Questo è il motivo principale per cui l’implacabile capo londinese della CIA, Quaker Wells (Oldman), si imbarca in un intervento medico senza precedenti – un intervento chirurgico sperimentale che potrebbe impiantare il DNA di Pope direttamente nelle sinapsi del cervello di un altro uomo. Lui recluta il neurochirurgo anticonformista, il dottor Franks (Tommy Lee Jones), che a sua volta trova l’unica persona che potrebbe essere in grado di assorbire i ricordi di Pope: il detenuto nel braccio della morte di nome Jerico (Costner), i cui traumi infantili al cervello e la sua imprevedibilità lo rendono un candidato ideale. Lasciato senza empatia o emozioni, Jerico potrebbe fungere da tabula rasa per il prelievo di memoria di Pope.
In un primo momento, sembra che l’operazione non sia riuscita. Wells e gli agenti della CIA Esteban Ruiza (Amaury Nolasco) e Marta Lynch (Alice Eve) non arrivano da nessuna parte con Jerico. Ma Jerico, a conoscenza di ciò che gli è accaduto e avendo paura per la sua vita, scappa e si mette in fuga. Vagando per Londra, Jerico comincia a provare ricordi che non sono chiaramente i suoi – che lo portano in un mondo opprimente fatto di famiglia, amore e di responsabilità che non ha mai conosciuto.
Sommerso dai ricordi che non riesce ad affrontare, Jerico viene attratto come un magnete dalla vecchia casa di Pope e dalla sua vedova Jill (Gadot) e la loro amata figlia – anche se la CIA inizia a tracciare le sue mosse. Quando lo spietato anarchico Heimdahl (Jordi Molla), intento a controllare l’arsenale nucleare degli Stati Uniti per realizzare il suo piano, rapisce la famiglia di Pope per arrivare all’Olandese, Jerico si ritrova davanti all’irrefrenabile desiderio di salvarli.
Ma il tempo è essenziale. Jerico, infatti, ha appreso dal Dr. Franks che gli effetti della chirurgia cerebrale sono solo temporanei. Ben presto le sensazioni dei pensieri più intimi di Pope cominceranno a svanire e Jerico perderà i ricordi che adesso significano tutto per il futuro del mondo civile e di Jerico stesso.