Cinema – “Le origini di Moby Dick”

361

cinema Le origini di Moby Dick

L’attesa si è conclusa ed il film è ormai nelle sale. Onde e tempeste, marinai e baleniere: l’uomo coraggioso e testardo sul ponte di una nave, l’enorme balena bianca, presenza quasi metafisica, che si nasconde nelle acque e alla storia passerà con il nome di Moby Dick attraverso la penna di Herman Melville, autore di un capolavoro fondamentale della letteratura americana. Le cui origini sono raccontate nel film di Ron Howard, che ama spesso partire da fatti reali per decrittare avvenimenti entrati poi nella leggenda, come è accaduto per esempio con il suo “Apollo XIII” e “Rush”. Questa volta narra delle vicende che accaddero alla baleniera Essex nel 1819, quando salpò dal porto di Nuntucket verso Capo Horn e poi verso l’ignoto, per il suo ultimo viaggio con a bordo un gruppo di marinai a caccia degli immensi mammiferi marini e soprattutto del prezioso olio custodito nel loro ventre, quando ancora quello della terra non aveva fatto zampillare il petrolio. Si inabissò, affondata dalle spallate e i colpi di coda dell’enorme cetaceo. Trent’anni dopo, nel 1851, lo scrittore americano pubblicava, memore delle sue stesse giovanili esperienze marinare e affascinato dal tremendo episodio, un resoconto narrativamente imponente di quei fatti trasformandoli nella mitica caccia di Achab alla balena. Giocato su un doppio piano temporale – la notte dei ricordi, quando Melville ascolta l’ultimo superstite e il suo drammatico resoconto e i giorni di una battaglia cruentissima che impegnò i superstiti per la sopravvivenza – Howard sposta il piano più strettamente filosofico e simbolico incarnato in molte pagine di Melville in uno spettacolo visivamente imponente ed epico in cui dinanzi si fronteggiano l’umanità rapace e ossessionata dal denaro e la natura assediata e vilipesa che si difende, nascondendosi appunto nel “cuore del mare” ed emergendo quando necessario. Il male dell’uomo e la sua avidità e la balena che protegge la specie e il territorio, inseguendo e distruggendo, si scontrano fino allo sguardo silenzioso e drammatico nel quale si fissano il primo ufficiale Owen Chase e l’occhio immobile del cetaceo vendicatore. Un monito che, nei giorni in cui si discute sulle sorti del pianeta, richiama tutti a una urgente riflessione, a un impegno morale e sociale.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *