Cinema – Il Grande Gigante Gentile
IL GRANDE GIGANTE GENTILE sta battendo record su record ed ottenendo il plauso da più parti nel mondo. Una storia per tutte le età ricca di emozioni, sofferenza, crudeltà ma anche tenerezza, amore, gioia. Tutto questo grazie al talento di due tra i più grandi narratori al mondo, Roald Dahl e Steven Spielberg . “Il GGG” racconta la fantastica storia di una ragazzina e del gigante che la introduce alle meraviglie ed ai pericoli del Paese dei Giganti.
Nel bel mezzo della notte, quando piccoli e grandi sono profondamente addormentati, tutti gli esseri oscuri escono fuori dai propri nascondigli e tengono il mondo in loro possesso.
Questo è ciò che è stato detto a Sophie, una precoce bambina di dieci anni, ed è ciò a cui crede
mentre giace sveglia nel suo letto dell’orfanotrofio di Londra dove vive. Mentre tutte le altre bambine nel dormitorio già sognano da tempo, Sophie si assume il rischio di infrangere una delle tante regole imposte dalla Signora Clonkers per sgattaiolare fuori dal letto, inforcare gli occhiali, sporgersi dalla finestra e vedere come appare il mondo nel silenzio e alla luce della luna nell’Ora delle Ombre. Fuori, sotto l’argentea e spettrale luce lunare, la strada che conosce così bene le ricorda più un paesino di una fiaba invece di quello che le è familiare, e nell’oscurità vede avanzare qualcosa di grande ed alto… molto, molto alto. Quel qualcosa è un gigante, che afferra Sophie e la porta via nella sua casa in una terra molto, molto lontana. Fortunatamente per Sophie, si tratta del grande gigante gentile, niente che ricordi lontanamente gli altri abitanti del Paese dei Giganti. Alto più di 7 metri, con orecchie enormi ed un acuto senso dell’olfatto, il GGG è affettuosamente ingenuo e sta in disparte per la maggior parte del tempo. I suoi fratelli sono due volte più grandi e almeno due volte più spaventosi, e sono noti per cibarsi di esseri umani, ma il GGG è vegetariano e si fa bastare un ortaggio disgustoso, chiamato cetrionzolo.
Al suo arrivo nel Paese dei Giganti, Sophie inizialmente è spaventata dal misterioso gigante, ma ben presto si rende conto che il GGG è in realtà piuttosto dolce ed amichevole, e poiché lei non ha mai incontrato un gigante prima d’ora, ha molte domande da porgli. Il GGG porta Sophie nel Paese dei Sogni, dove cattura i sogni mandandoli di notte ai bambini, e le insegna tutto sulla magia ed il mistero dei sogni. Poiché il GGG e Sophie fino a quel momento sono stati soli al mondo, nasce tra loro una inaspettata amicizia. Tuttavia la presenza della bambina nel Paese dei Giganti ha attirato
l’attenzione indesiderata degli altri giganti, che sono diventati sempre più ostili. Sophie ed il GGG partono ben presto per Londra per incontrare la Regina ed avvertirla del rischio rappresentato dai giganti, ma devono prima convincerla che questi ultimi esistono davvero.
Insieme, escogiteranno un piano per sbarazzarsi dei giganti una volta per tutte.
Da oltre 40 anni Steven Spielberg racconta le sue storie al pubblico di tutto il mondo, introducendo nella cultura collettiva una serie di personaggi straordinari e catapultando generazioni intere in mondi che sono nel contempo meravigliosi, spaventosi, affascinanti e tangibilmente reali. Il famoso racconto di Roald Dahl dedicato all’amicizia tra una ragazzina ed un misterioso gigante sembrava perfettamente in linea con l’opera del regista, e sebbene ci si sarebbe potuti aspettare che Sophie ed il GGG un giorno avrebbero finito per incrociare la strada di Spielberg, ci sono voluti anni dalla pubblicazione del libro perché il viaggio iniziasse davvero.
“Il GGG” di Roald Dahl è stato pubblicato per la prima volta nel 1982, lo stesso anno nel quale la storia raccontata da Spielberg su un’amicizia inusuale e profonda, “E.T. l’extraterrestre”, ha catturato il cuore e l’immaginazione di grandi e piccoli. L’autore britannico è uno dei narratori più creativi, irriverenti e di successo al mondo, in grado di comprendere la vita interiore dei bambini, e dotato del dono di creare personaggi con i quali i bambini si identificano e storie che li tengono con il fiato sospeso fino all’ultimo. La sua capacità di unire il fantastico allo spaventoso ed attribuire ai bambini il ruolo di eroi nelle sue innovative storie e agli adulti quello dei cattivi, è unico nel panorama letterario mondiale. Se le storie di Dahl riconoscono che la vita può essere difficile e a volte spaventosa, che il bene ed il male coesistono, egli non tratta mai con condiscendenza i propri lettori.
Il produttore cinematografico Frank Marshall (“Jurassic World” e la serie di film “Bourne”) dice: “Le storie di Dahl non sono solo racconti fantastici spensierati. C’è molto humour, ma anche una sorta di lato oscuro. Dahl si muove sempre sul filo del rasoio. Fanno un po’ paura, e credo sia ciò che piace ai lettori”. Spielberg concorda, dicendo “È stato molto coraggioso da parte sua introdurre questo mix tra oscurità e luce, già tipico della firma di Walt Disney in molte delle sue prime opere come “Dumbo”, “Fantasia”, “Biancaneve” e “Cenerentola”. Essere in grado nel contempo di suscitare paura e di riscattare, insegnare una lezione, che non verrà dimenticata, a chiunque, è una cosa fantastica che Dahl è riuscito a fare, ed è una delle cose che mi ha attratto e fatto desiderare di
dirigere un film tratto da questo racconto”.
“Il GGG” è la storia di due anime solitarie che, nel momento in cui si incontrano, trovano il proprio posto nel mondo, tema che ricorre nell’ampia opera di Spielberg. “Steven è sempre stato attratto da storie che riguardano la famiglia, uno dei motivi per i quali i suoi film hanno avuto tanto seguito”, racconta il Produttore esecutivo Kathleen Kennedy (“Star Wars: il risveglio della forza”, la serie di film “Indiana Jones”).
La Kennedy e Marshall conoscevano bene molti altri libri di Dahl, come “Charlie e la fabbrica di cioccolato”, “James e la pesca gigante” e “Matilde”, che hanno venduto oltre 200 mila copie in tutto il mondo, ma nessuno dei due aveva letto “Il GGG”. Fu in seguito ad un incontro casuale avvenuto nel 1993 sul set di Lezioni di anatomia (Milk Money) che Kathleen Kennedy lesse il libro rendendosi conto che Spielberg, loro vecchio amico, collega e collaboratore, era la persona più adatta ad apprezzare la portata, l’allegria e l’inventiva del racconto di Dahl.
Spielberg era un fan di Dahl da anni, ed infatti aveva letto il libro ai suoi figli quando erano piccoli. “È una storia sull’amicizia, sulla lealtà e sulla capacità di proteggere i propri amici, ed è inoltre una storia che dimostra che anche una bambina piccola può aiutare un grande gigante a risolvere i suoi più grandi problemi”, dice.
Dahl inventava storie da raccontare ai suoi figli e nipoti, ma aveva sempre qualche esitazione a metterle per iscritto, sensazione che il regista conosce bene. “Quando raccontavo ai miei figli storie che amavano particolarmente, mi pregavano di trasformarle in un film”, spiega Spielberg. “Alla fine fortunatamente Dahl decise di condividere le sue storie con il mondo, e questo è indubbiamente stato un bene”.
“Il GGG” è un libro famosissimo in tutto il mondo, e ad oggi è stato tradotto in 41 lingue.
Era anche il racconto preferito da Dahl stesso, tra tutti i suoi libri. Dalla morte dell’autore nel
1990 all’età di 74 anni, i produttori hanno stretto amicizia con la sua vedova, e parlato spesso
dell’importanza di tale libro per Dahl, e se l’idea di farne un film fosse realistica o meno.
“Abbiamo discusso molto se fosse meglio un film di animazione o con attori veri, perché all’epoca le tecnologie che volevamo utilizzare non esistevano”, spiega la Kennedy.
Con un’altezza di più di 7 metri, il GGG è il più basso dei giganti del Paese dei Giganti (i suoi fratelli hanno un’altezza compresa tra i 12 ed i 16 metri), ma è anche il più gentile. Parla Gobblefunk, legge “Nicholas Nickleby” di Dahl’s Chickens e cattura i sogni che condivide con i
bambini mentre dormono. “Il GGG è un gigante vegetariano e pacifico”, racconta la sceneggiatrice Melissa Mathison. “Sebbene detesti i cetrionzoli, li mangia, quasi per fare ammenda per il fatto che i suoi compagni giganti divorino i bambini”.
Rylance si è sentito subito ispirato dal copione di Mathison, e ha dichiarato, “Melissa ha aggiunto alcuni intrecci e colpi di scena che hanno reso la storia originale di Dahl più drammatica, in modo da porre l’enfasi sulla nascita di un’amicizia”. “Fondamentalmente è un incompreso”, prosegue Rylance. “Il GGG e Sophie sono entrambi soli e trovano finalmente un amico che li comprenda, forse persino meglio di loro stessi, e sono proprio quelli gli amici migliori. Fa parte del grande amore e dell’amicizia che nutrono l’uno per l’altra”.
L’anima della storia è il rapporto tra il GGG e Sophie. Ruby Barnhill, al suo debutto sul grande schermo, interpreta il ruolo di Sophie, curiosa e compassionevole orfanella trascinata via dal suo letto fino al Paese dei Giganti. Eppure, trovare una giovane attrice che interpretasse un ruolo così significativo sembrava una prospettiva sconfortante.
Il personaggio di Sophie, che prende il nome dalla prima nipote di Dahl, non si lascia comandare. “Si tratta di uno dei personaggi femminili più forti che abbia mai rappresentato nei miei film”, dice Steven Spielberg. “Infonde tanta speranza e incoraggiamento al GGG”.
Per sei mesi sono state provinate migliaia di ragazze di età e esperienze diverse, ma è bastato che lo sguardo del regista si posasse sulla Barnhill, una ragazzina di 9 anni di Knutsford nel Cheshire, in Inghilterra, per restare folgorati dalla sua audizione. “C’era qualcosa in lei”, ha raccontato Spielberg. “È affascinante e ha un talento incredibile, era semplicemente perfetta per la parte”.
I produttori hanno organizzato un incontro tra la Barnhill e Mark Rylance durante il quale hanno improvvisato per un’ora e mezza e si sono resi conto di aver finalmente trovato la loro Sophie. “C’è stata subito sintonia tra di loro, una chimica incredibile”, afferma il produttore esecutivo Kathleen Kennedy. “Giocavano a ping pong e a basket nelle pause delle riprese ed erano praticamente inseparabili”.
La Barnhill racconta, “Ho partecipato a circa cinque audizioni a Londra e a Berlino dove ho interpretato Sophie ma quando mi hanno detto che avevo avuto la parte non potevo crederci. Riuscivo a malapena a respirare”. La giovane attrice si è sentita subito attratta dal rapporto tra il suo personaggio e il grande gigante gentile. “Il GGG ha il cuore spezzato ed è quasi sempre triste. E ovviamente i suoi fratelli sono cattivi con lui, lo prendono in giro continuamente chiamandolo nanerottolo. Sophie soffre di solitudine, è sola al mondo, esattamente come il GGG…in un certo senso sono entrambi orfani”, dice.
Parole di conferma giungono anche dal produttore Frank Marshall, che afferma, “Il GGG non ha nessuno e pensa di non aver bisogno di nessuno e Sophie si sente proprio come lui.
Soltanto quando i due si incontrano, si rendono realmente conto di aver bisogno degli altri”.
“Ruby ha una grandissima immaginazione ed è un’attrice nata”, dice Rylance. “Ho imparato molto da lei, come accade spesso con i giovani. La sua capacità di trasformare le indicazioni estremamente tecniche e complesse di Steven in qualcosa di naturale è semplicemente miracolosa, davvero impressionante”.
“Penso che ognuno di noi abbia sognato almeno una volta di vivere un’avventura come
quella di Sophie con ‘il GGG’”, afferma il produttore Frank Marshall. “È un racconto che farà
appello a spettatori di tutte le età, non si può sfuggire al fascino di questa magica storia e dei
suoi fantastici personaggi”. “Con ‘Il GGG,’ Steven fa ritorno all’innocenza sperimentata all’inizio della carriera”, dice lo scenografo Rick Carter. “Ora è nonno…in lui ci sono sia il GGG che il bambino innocente. Maquesta è una storia che attinge all’infanzia di ognuno e all’esperienza di cose che provengono dall’oscurità e che non si conoscono”.
Raffaele Dicembrino