E’ uscito in queste ore in Italia Cruxman. Realizzato con un budget minimo (circa € 20.000), i proventi del film serviranno per raccogliere fondi da destinare a due scuole elementari africane, una in Costa d’Avorio a San Pedro, l’altra nella Repubblica Centrafricana a Niem – Bouar. La pellicola è patrocinata dall’Ispettoria Salesiana Lombardo Emiliana di Milano e dal Sermig Fraternità della Speranza di Torino.
Cruxman è un film d’azione, commedia del 2018, diretto da Filippo Grilli, con Luigi Vitale e Stefania Zampieri in gradi di offrire allo spettatore 122 minuti di buon cinema con tanto di trama interessante.
La trama riguarda un’anonima cittadina di periferia nella quale viene mandato un giovane prete, don Beppe, dal passato “sui generis” ma pieno di entusiasmo per la nuova missione. Sembra però che con il suo arrivo la comunità viva una sorta di sconvolgimento: insieme a lui in città compare un “giustiziere” vestito di rosso, pronto a difendere i suoi parrocchiani. Chi si cela dietro la maschera di questo “Cruxman”, il supereroe dalla tuta rossa?
Per essere più specifici, ma facendo attenzione a non farvi scoprire troppo del film, è possibile specificare che Beppe, ex militare, impegnato da sempre nell’aiuto al prossimo, decide di diventare Don Beppe e viene mandato dal vescovo come coadiutore nella cittadina in cui l’alto prelato è nato. Qui infonde nuova linfa all’attività parrocchiale e al contempo si rende conto di quanto il malaffare soffochi le potenzialità di giovani e adulti. All’improvviso le cronache riportano l’entrata in azione di un supereroe vestito di rosso e con croce sul petto che salva donne aggredite e interviene per difendere i più deboli che si trovano in situazioni critiche.
Si percepisce anche che il regista conosce il ‘mondo piccolo’ di guareschiana memoria (non a caso compare un’immagine di Don Camillo che ha letteralmente ‘steso’ gli avversari).
Una telecamera «presa in prestito dal cognato del mio migliore amico»; una faro da cantiere; un cavalletto che «stava in piedi solo se lo sorreggevamo noi». Difficile fare un film con mezzi simili. Eppure la storia della Gpg Film, la casa cinematografica che sta distribuendo la sua ultima pellicola, «Cruxman», in 170 sale è iniziata così. Era il 25 settembre 2004 e il fondatore e regista, Filippo Grilli, faceva l’educatore del gruppo adolescenti in un’aula dell’oratorio dei Santi Pietro e Paolo di Lissone. Insieme al coadiutore, don Bortolo Uberti, pensarono di utilizzare il cinema nello stile di don Bosco: come uno strumento educativo. Un sogno che si è realizzato. Il nuovo film per ragazzi in uscita in questi giorni è stato patrocinato dall’Ispettoria Salesiana di Milano e dal Sermig di Torino con la benedizione della Diocesi di Milano e di Como.
Con un budget di appena 20 mila euro Grilli e la sua troupe sono riusciti a girare un film vero. Ma poiché lo sceneggiatore Tommaso Vergani, il direttore della fotografia Stefano Fossati, la scenografa Mariolina Fossati, e i 1.200 tra attori e comparse non hanno voluto un solo euro, con i soldi dei biglietti sarà possibile sostenere un progetto solidale. In 14 anni di attività i quattro lungometraggi finora realizzati («Se non in fotografia», «Voglio essere profumo», «La sabbia nelle tasche», «KZ») e il mediometraggio («Dario una storia unica come tante»), di progetti solidali ne hanno sostenuti tanti, riuscendo a finanziare ospedali, scuole e strutture sociali in Zambia, Bolivia, Giordania, Sudan e una comunità per tossicodipendenti a Palazzolo sull’Oglio in provincia di Brescia.
Il regista Grilli racconta: “Tutto è iniziato nel 2003. Era un’estate caldissima e insieme al mio amico Dario Perego decidemmo di girare un piccolo video per educare i nostri ragazzi al lavoro di gruppo. Fu un successo clamoroso e inaspettato. I ragazzi vissero un’esperienza indimenticabile e intuimmo la potenza educativa del cinema”.
Fare un film serio, era un’altra storia. E soprattutto, con che soldi? Con un budget di appena 20 mila euro Grilli e la sua troupe sono riusciti a girare un film vero.
Iniziai a studiare e scoprii che alcuni tra i miei registi preferiti, Steven Spielberg e Quentin Tarantino, avevano iniziato la loro carriera girando film con quattro soldi. Se ce l’avevano fatta loro, perché non potevo riuscirci io?”. Con un pizzico di follia e tanto amore per il cinema, Grilli e Perego decisero di provarci. Con uno sguardo anche a tematiche non solo religiose. Il film «Se non in fotografia», per esempio, racconta storie di chi ha vissuto il dramma della Seconda Guerra Mondiale senza partire per il fronte ma restando a casa: «Come la storia di Maria, un donna che per 24 anni ha aspettato, e sperato, il ritorno del marito disperso in guerra, salvo poi rassegnarsi alla scomparsa del suo uomo». Oppure il percorso di uscita dal tunnel della droga («Dario una storia unica come tante»), o la raccolta delle ultime testimonianze dei deportati nei lager nazisti («KZ»).
Un percorso denso e ricco di buoni propositi per una strada in salita ma che sta producendo ottimi risultati e Cruxman è l’esempio di tutto ciò.
.