Aquile randagie – Per la prima volta un film italiano racconta il mondo Scout, il suo rapporto con la Resistenza e l’avventura di ragazzi che salvarono centinaia di vite dalla persecuzione nazifascista
USCITA EVENTO NEI CINEMA DAL 30 SETTEMBRE

Novate Mezzola (SO), Val Codera, 31 luglio 2018
Secondo giorno delle riprese del lungometraggio “Aquile Randagie”, regia di Gianni Aureli.
foto e (c) di Matteo Bergamini/Scout
Arriva nelle sale dopo gli applausi e la sala gremita al Festival di Giffoni, con un’uscita-evento dal 30 Settembre al 2 ottobre Aquile Randagie, esordio al lungometraggio di Gianni Aureli. Il film che per la prima volta nella nostra cinematografia racconta in profondità il mondo degli Scout italiani, e lo fa da una prospettiva inattesa, intrecciando una storia dello scoutismo alla Storia della Resistenza italiana. Due mondi che hanno coinvolto e coinvolgono tanti giovani, per un racconto dedicato ai ragazzi e centrato su un valore sentito oggi come in forte crisi, e fortemente necessario: la partecipazione, sociale e politica.
Prodotto da Finzioni Cinematografiche con il contributo di Mibact, BPER, Lombardia Film Commission, AGESCI, MASCI, Istituto Luce Cinecittà e grazie anche ai due crowdfunding di Produzioni dal Basso e CentoProduttori, il film è distribuito da Luce-Cinecittà che lo porterà negli schermi di numerose città italiane.
Scritto dal regista Gianni Aureli insieme a Massimo Bertocci, Francesco Losavio, Gaia Moretti, Aquile Randagie intende restituire lo spirito del racconto per ragazzi, con l’avventura, l’attrazione del racconto storico e di azione, e i valori di quel mondo scout che in Italia conta oggi almeno 200.000 iscritti, e che tanti giovani in passato hanno frequentato. Un mondo associazionistico e un’esperienza che ha toccato centinaia di migliaia di persone nel nostro paese, una realtà importante della formazione e della nostra cultura.
E tanto più forte il messaggio per i ragazzi in quanto il perno della storia è un gruppo di giovani e giovanissimi ‘fedeli e insieme ribelli’, che decise di dire no a imposizioni e violenze del regime e dell’invasione nazifascista, alla fine contribuendo – affiancandosi a pericolose azioni dei partigiani – alla salvezza di centinaia di vite, di cittadini ebrei e perseguitati politici.
E contribuendo a quella saldatura di valori sociali, di solidarietà, di amore per la patria e di pensiero critico, comuni al mondo cattolico e a quello progressista, che daranno alla Repubblica i suoi slanci più alti.
SINOSSI
Milano, Italia, ventennio fascista. Tutte le associazioni giovanili vengono chiuse per decreto del Duce, compresa l’associazione scout italiana. Un gruppo di ragazzi decide di dire di no, e fonda le Aquile Randagie: giovani e ragazzi, guidati da Andrea Ghetti e Giulio Cesare Uccellini, detto Kelly, che continuano le attività scout in clandestinità, per mantenere la Promessa: aiutare gli altri in ogni circostanza.
Il gruppo scopre la Val Codera, una piana tra gli alberi segreta e impervia a poche ore da Milano, e ne fa la sua base per campi e uscite clandestine. Il fascismo non li ignora, li segue, li spia, arrivando a pestare a sangue Kelly, che perde l’uso di un orecchio. Ostacoli e violenze non fermano però le Aquile. Dopo il 1943, i ragazzi danno vita al movimento scout clandestino che supporterà la resistenza fino alla fine della guerra. Insieme ad alcuni docenti del collegio San Carlo di Milano, le Aquile Randagie entrano a far parte di OSCAR – Organizzazione Scout Cattolica Assistenza Ricercati. Insieme combatteranno il regime prima con beffe plateali, poi con azioni mirate che permetteranno di far superare il confine italiano e raggiungere la Svizzera a più di 2000 persone ricercate dai nazifascisti: ebrei, perseguitati politici e chiunque avesse bisogno di fuggire le persecuzioni, e una probabile morte.
Alla fine della guerra, clamorosamente e con coerenza, le Aquile Randagie tuteleranno tedeschi e italiani autori di violenze, ricercati dai partigiani, chiedendo per loro una giusta pena con un processo giusto.
Dalle NOTE DI REGIA di Gianni Aureli
Raccontare la storia delle Aquile Randagie in un film è un’idea stimolante, una sfida creativa, ma soprattutto un atto dovuto.
L’associazione concettuale dello scautismo alla Resistenza è un pensiero sicuramente innovativo che lascia quantomeno incuriosite tutte le persone che ne vengono a conoscenza […]
La particolarità di tutto questo è che i protagonisti di queste avventure sono dei ragazzi, tra i 14 e i 20 anni, che hanno dimostrato coraggio, adesione, spirito di sacrificio e lealtà al Paese.
Valori che, soprattutto oggi, devono essere memoria storica e viva. I motivi per raccontare un film sulle Aquile Randagie sono quindi molteplici: raccontare una parte di storia d’Italia che in ben pochi conoscono, rendere omaggio a una storia di coraggio realizzata da giovani, essere d’ispirazione per i giovani di oggi.
Si tratta di un film diretto ai giovani, che vuole parlare loro con le parole dei giovani di un’altra epoca, quando un altro mondo sembrava impossibile, ed invece il cambiamento si realizza proprio grazie a loro: forse eroi, certo giovani fedeli e ribelli.