Bud Spencer l’omaccione buono che tira pugni ma non spara mai

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È morto un grande laziale:” Bud Spencer”, aveva 87 anni. Da giovane faceva il nuotatore, poi ha fatto il pallanuotista e l’attore facendo molti film con Terence Hill. Addio Bud. (Tommaso).

Abbiamo voluto aprire il nostro articolo, ma lo definirei un omaggio a Carlo Pedersoli con le due righe scritte da un bimbo per il suo ‘grande’ Bud Spencer, ‘l’omaccione buono che tira pugni ma non spara mai, l’amico di Don Matteo’.

Proprio così perche chi pensa a Bud non può fare a meno di pensare al suo amico Terence Hill ed a quante ne hanno ‘combinate’ insieme . L’Italia, ma in particolare la ‘sua’ città di Roma lo hanno salutato, molti romani hanno messo da parte le spiagge per salutarlo e ringraziarlo ancora.

Così a Roma è stata una festa patronale diversa dal solito, quella che non vorresti.
In tantissimi hanno voluto salutare Carlo Pedersoli presso la Camera Ardente del Campidoglio e poi, ieri, ai funerali in via del Corso.

“Ho perso il mio amico più caro, sono sconvolto”: ha dichiarato il suo amico e compagno di mille avventure cinematografiche Mario Girotti (per ‘il mondo’ Terence Hill).
Un lungo applauso ha salutato l’ingresso del feretro nella Chiesa degli Artisti, mentre la banda suonava la musica dei suoi film. Tra i primi ad arrivare, c’è stato Terence Hill entrato da una scala laterale per evitare l’assedio delle telecamere. Tra gli altri sono entrati in chiesa Dario Argento, Nino Benvenuti, Giovanna Ralli e i fratelli Vanzina. Nicola Pietrangeli e l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Moltissimi anche i fan dell’attore: un gruppo di loro ha indossato una maglietta con il volto di Bud Spencer. Molte le firme sui libri all’entrata, tutti volevano ringraziarlo con un estremo saluto ed un omaggio a lui ed ai familiari.
Il figlio Giuseppe ha raccontato: “Papà era caduto in casa, l’immobilità l’ha debilitato. Aveva una grande umanità e forza. Se n’è andato sereno circondato da tutti i suoi affetti”..
La notizia che l’attore fosse da tempo debilitato da una malattia è stata smentita proprio dai familiari: “Mio padre stava bene, aveva avuto una brutta caduta ed era stato ricoverato in ospedale” – ha spiegato – “Tornato a casa si è aggravato”.
Bud Spencer per molti è sempre stato un amico. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo ha potuto toccare con mano la sua bontà d’animo, il suo attaccamento alla famiglia, al dovere, alla vita, alla Fede cattolica al ‘buon Gesù’ ed ai suoi amati fans.
Per chi vi scrive, ma credetemi siamo in tanti a pensarla così , il buon Bud, quasi inseparabile dal suo caro amico Terence Hill, è sempre stato un compagno di vita, ha accompagnato i nostri nonni, i nostri padri, noi, i nostri figli e vedrete che sarà un buon amico anche dei nostri nipoti.
Lui di film ne ha fatti 140 ma non 140 film qualsiasi, si è trattato di 140 successi. Inutile elencarli, li conoscete tutti a memoria : l’unica cosa che ci è mancata nella sua carriera di attore è stata una sua presenza nella serie Tv “Don Matteo” accanto al suo amico Mario Girotti, ma Bud Spencer da una decina d’anni aveva deciso di tornare a vestire i panni di Carlo Pedersoli e riprendere il ruolo in famiglia a tempo pieno.
Come non ricordare le feste con gli amici guardando i suoi film, come non pensare alle serate con nonni e genitori ad osservare quei due incredibili amici che vincevano il male a suon di sganassoni ma senza uccidere mai nessuno.
Ed ancora come non evidenziare i figli ed i nipoti che hanno sempre desiderato conoscerlo e che al sapere della sua dipartita a miglior vita hanno versato qualche lacrimuccia!
Come non rammentare ‘il detective Extralarge’ incontrato durante le riprese a Miami mentre girava una serie di successo che sarebbe il caso di riproporre in Italia.
Chi non ricorda Piedone che girava il mondo con l’intento di risolvere casi di criminalità a suon di pugni?
Un amico ha anche avuto la fortuna di fare un piccolo volo con lui nel suo jet privato: vi era stato un inconveniente ed il suo volo aereo era stato cancellato. Ebbene Carlo Pedersoli si è offerto di dare un passaggio senza battere ciglio, senza alcun atteggiamento da star, ma da amico, quello vero, quello della porta accanto.
Si potrebbe scrivere per ore, la penna non avrebbe problema a raccontare e condividere la storia di un personaggio dal grande cuore. Ma tutti conoscete Bud Spencer e sapete che non avrebbe gradito troppi elogi e proclami.
“Ho bisogno della fede. Credo in Dio, è ciò che mi salva è nulla ciò a cui prima attribuivo un grande valore. Lo sport, dove volevo affermarmi, la popolarità. Chi si inorgoglisce per queste cose, chi insegue solo il successo, la fama, è un idiota” amava ripetere Carlo.
E poi aggiungeva; “Dignità, questa è la parola decisiva, la ripeto spesso. Devo avere questa dignità, nella vita. E quando arriverà il giudizio. Devo andare incontro alla morte con dignità. La morte non mi fa paura, perché credo che non si muoia veramente. Esiste la vita dopo la fine. Come ultimo pasto immagino un piatto di spaghetti, lo condividerei con Gesù Cristo”.
Proprio così Carlo ti voglio ricordare con parole di speranza e di Fede e con il tuo modo bonario di tirare “qualche pugno” a chi considera la vita soltanto come punto di affermazione ed egoismo.
L’amico Carlo Pedersoli alias Bud Spencer e’ volato in cielo nella casa del Padre !
Ci mancheranno sia Bud che Carlo: grazie delle tante emozioni positive che ci hai donato!

Una sua biografia: Cresciuto in una famiglia benestante, Carlo Pedersoli si appassiona allo sport fin da piccolo, in particolar modo al nuoto, vincendo da subito alcuni premi. Nel 1940, la sua famiglia lascia Napoli per affari e si sposta a Roma. Diplomato con il massimo dei voti, comincia a studiare chimica all’Università di Roma, ma nel 1947, la sua famiglia – ancora per ragioni di lavoro – è costretta a trasferirsi in Sud America e Carlo deve abbandonare la sua istruzione e dedicarsi al lavoro: prima in una catena di montaggio a Rio de Janeiro, poi come bibliotecario a Buenos Aires e infine come segretario all’Ambasciata italiana in Uruguay.
È il nuoto a reclamarlo ancora una volta e a farlo ritornare in Italia: diventa campione italiano di nuoto a rana e, fra la fine degli anni Quaranta e l’inizio dei Cinquanta, vince il campionato nei cento metri stile libero, detenendo il titolo fino alla fine della sua carriera sportiva. Ma non dimenticherà lo studio, tanto è vero che s’iscriverà a Giurisprudenza. Grazie al suo fisico possente e scultoreo, ha la possibilità di entrare nel mondo del cinema e il suo battesimo è tenuto niente meno che da Dino Risi che lo inserisce nel cast di Vacanze col gangster (1951), set in cui incrocerà un altro ragazzo che, anni più tardi, si legherà in maniera indissolubile alla sua personalità artistica: stiamo parlando di Mario Girotti (alias Terence Hill).

Nel frattempo, partecipa alle Olimpiadi di Helsinki e di Melbourne nella sua specialità e in pallanuoto e, divenuto campione europeo, viene invitato alla Yale University. Ma gli allenamenti si fanno ripetitivi e i ritmi massacranti, da qui la decisione di lasciare tutto (perfino gli studi, nonostante gli mancassero pochi esami alla laurea). Ogni tanto, si inserisce come comparsa in qualche film italiano ed internazionale, ma il cinema è ancora molto lontano dai suoi pensieri.

Parte per il Sud America e lavora per nove mesi in un’impresa che ha l’appalto della costruzione della Panamericana (la strada che collega Panama a Buenos Aires). Dopo questa esperienza, trova un lavoro in una ditta automobilistica a Caracas e lì rimane fino al 1960, anno del suo rientro a Roma, dove sposa Maria Amato, figlia di uno dei più affermati produttori cinematografici italiani. Ma Carlo sta ben lontano dal cinema, avvicinandosi invece alla musica. Firmerà, infatti, un contratto con la casa musicale RCA come compositore di canzoni popolari e colonne sonore. Nascono Giuseppe e Christina, i suoi figli, ma con la scadenza del contratto con la RCA e la morte del suocero, Bud si accosta al cinema come produttore di documentari per la Rai.

È il 1967 quando Carlo Pedersoli diventa Bud Spencer, nome ispirato a Spencer Tracy e alla birra Bud, scelto per farlo apparire più internazionale e per non utilizzare un nome che era famoso nell’ambito sportivo.

Bud Spencer nasce quando un suo vecchio amico, il regista Giuseppe Colizzi, gli offre il ruolo del protagonista in Dio perdona… io no! (1967). Dopo qualche esitazione, Bud accetta (convinto che rimarrà un’esperienza isolata) e si ritrova sul set con Terence Hill, che è stato scelto per sostituire Peter Martell (che ha avuto un incidente durante le riprese). È questa la prima pellicola che sancisce una delle coppie cinematografiche entrate nella storia del cinema italiano: Mario e Carlo diventano per tutti Terence e Bud, gli eroi degli adolescenti degli anni Sessanta-Settanta. A quest’opera cinematografica sempre per la regia di Colizzi seguiranno: I quattro dell’Ave Maria (1968), La collina degli stivali (1969) e Più forte, ragazzi! (1972) – di cui Bud Spencer firma anche le musiche -. Mentre la coppia Spencer-Hill lavorerà in ben 19 film, di cui i più famosi sono senza dubbio i cult Lo chiamavano Trinità (1970) e il suo seguito …continuavano a chiamarlo Trinità (1971), entrambi di Enzo Barboni che si firmò E.B. Clucher.
Bud Spencer sperimenta anche altri generi cinematografici: il thriller, lasciandosi dirigere da Dario Argento in 4 mosche di velluto grigio (1971), e il dramma con Torino nera (1972) di Carlo Lizzani, ma ovviamente il successo è sicuramente meno rispetto all’ondata di internazionalità che investe le pellicole che lo uniscono a Terence Hill.
Nel 1972, il successo di Bud è anche nella vita privata, nasce Diamante, la sua seconda figlia, e viene diretto da Steno, costruendo il personaggio del commissario Rizzo con Piedone lo sbirro (1974) che verrà ripreso in Piedone l’africano (1978), Piedone a Hong Kong (1975) e Piedone d’Egitto (1979). Oltre a Colizzi e Steno, Bud Spencer lavorerà con Marcello Fondato in Altrimenti ci arrabbiamo (1974), con Franco Rossi in Porgi l’altra guancia (1974), con Pasquale Festa Campanile ne Il soldato di ventura (1975) e con Michele Lupo in Bulldozer (1978), mentre farà coppia perfino con Giuliano Gemma in Anche gli angeli mangiano fagioli (1973). Dalla sua filmografia sono però da ricordare assolutamente: I due superpiedi quasi piatti di Enzo Barboni, Pari e dispari di Sergio Corbucci e l’indimenticabile Io sto con gli ippopotami di Italo Zingarelli.
Negli anni Ottanta, torna al western con Occhio alla penna (1981) di Michele Lupo, ma il successo non è quello sperato, così Bud si rifugia nel piccolo schermo dove diretto da Steno e da Enzo G. Castellari apparirà rispettivamente nelle serie: Big Man (1988-89) ed Extralarge (1990-93).
Dopo tanti progetti andati a vuoto per riunirlo a Hill, Bud si ritroverà diretto dallo stesso collega nel western Botte di Natale (1994) che però è un flop e negli ultimi anni (dopo un cameo nel film di Pieraccioni Fuochi d’artificio) ha dimostrato le sue qualità di attore drammatico dedicandosi anche a film impegnati come l’intenso Cantando dietro i paraventi del maestro Ermanno Olmi.
È sbagliato considerare Bud Spencer un attore di serie B, così come è sbagliato considerate tutte le sue pellicole delle commediole all’acqua di rose, che strizzano l’occhio al western spaghetti, per nulla di più di un puro divertissement per il pubblico meno colto. Se non ci fosse stato Bud Spencer, molti degli adulti di oggi sarebbero stati a corto di un mito che nonostante la stazza enorme, ha compiuto un tuffo nel cinema per il piacere di darci un tuffo al cuore.
A consacrarlo come merita, il David di Donatello alla carriera nel 2010, che riceve insieme all’altro componente della storica coppia, Terence Hill.

Lo scorso hanno doveva essere l’ospite d’onore alla partita della Lazio Pallanuoto, vi era attesa più per la sua presenza che per la partita. Purtroppo Carlo Pedersoli non venne a causa di un lieve acciacco dovuto all’età: la Lazio vinse ma ai presenti mancò quel pizzico di gioia in più che avrebbe dato Bud che comunque, con la sua consueta educazione, inviò un saluto a tutti.

Ciao Carlo ci mancherai ma ci consola il fatto di saperti già in ottima compagnia!




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