Angela – Il volume catapulta chi legge nella Roma antica, precisamente nella notte di sabato 18 luglio del 64 d.C: nell’afa estiva, Vindex e Saturninus, due vigiles camminano per le strade cercando di eliminare le tante fonti di pericolo che ci sono in una città per lo più fatta di legno e minacciata dal fuoco.
“Quando scrivo è come se facessi una regia e la penna è la mia cinepresa. Non preparo niente, parto sempre in modo sanguigno, perché voglio raccontare la grande storia attraverso le piccole storie, ossia le persone, utilizzando i 5 sensi”: sono questi i segreti della scrittura “cinematografica” di Alberto Angela, che egli stesso ha svelato in diretta Facebook il 17 dicembre ai librai di 8 librerie del network di #LibridaAsporto, in occasione dell’uscita de “L’ultimo giorno di Roma”, edito da HarperCollins e primo di una trilogia dedicata all’imperatore Nerone.
Ricostruendo per la prima volta il grande incendio del 64 d.C., un episodio che ha cambiato per sempre la geografia di Roma e la nostra Storia, Angela presenta dunque al suo nutrito pubblico di estimatori ancora una volta un libro che coniuga la conoscenza storica più rigorosa alla narrazione più coinvolgente: “Ho cercato di fare il libro che avrei sempre sognato di trovare in libreria, ma io sono solo quello che segna il goal, accanto a me c’è un grande gruppo di lavoro che ha fatto una lunga ricerca storica”, ha spiegato, “credo che unire il presente al passato sia la base della divulgazione. Bisogna far capire al volo di cosa si parla, così si attirano anche i giovani”.
Con il consueto talento di saper attualizzare anche ciò che potrebbe sembrare “polveroso” o solo materia per appassionati, il celebre divulgatore scientifico nonché paleontologo e naturalista si è avvalso del contributo di storici ed esperti di meteorologia e del fuoco, per raccontare in questo primo episodio della trilogia le ore che precedettero la catastrofe, descrivendo la società dell’epoca e le caratteristiche urbane; il secondo e terzo libro si concentreranno invece sulla narrazione dell’incendio vero e proprio e sulla figura ancora controversa di Nerone.
Questo primo volume catapulta chi legge nella Roma antica, precisamente nella notte di sabato 18 luglio del 64 d.C.: nell’afa estiva, Vindex e Saturninus, due vigiles di turno quel giorno, uno veterano e l’altro recluta, camminano per le strade cercando di controllare ed eliminare le tante fonti di pericolo che ci sono in una città per lo più fatta di legno e in cui il fuoco si usa per tutto. Accanto a loro, il lettore scoprirà la vita quotidiana di Roma e dei suoi abitanti, tra odori, rumori e atmosfere descritte con incredibile realismo.
“L’idea era quella di recuperare il fascino di un mondo perduto: stando nello stesso luogo 2000 anni dopo, sono riuscito a capire cose che gli abitanti dell’epoca percepivano. In fondo Roma oggi ha clima simile ad allora, i tagli di luce sono gli stessi e c’è la stessa aria che respirava Nerone”, ha raccontato, “è stato come ridare vita a un antico reperto, anche i nomi che ho scelto nel libro sono veri. Di certo stare a Roma mi ha aiutato tanto e anche gli ultimi 30 anni di lavoro: il mondo era diverso ma le persone erano come noi, con le stesse emozioni”.
Ecco un estratto del libro, edito da Harper Collins insieme aRai Libri: “Roma è ancora addormentata, e ad accompagnare i nostri pensieri ci sono solo i canti di alcuni usignoli che nidificano sui tetti, il rivolo d’acqua di una fontana, l’abbaiare di un cane chissà dove e le esclamazioni lontane e indecifrabili degli ultimi carrettieri che durante la notte hanno rifornito le botteghe. È la quiete prima di una nuova giornata caotica e frastornante…”
Il secondo volume della trilogia, in uscita nel 2021, racconta le terribili nove giornate in cui il fuoco sembrava non doversi fermare mai.
Dei quattordici quartieri allora presenti, in una città di più di un milione di abitanti, solo tre rimasero indenni. Nel contemposi spargeva la voce che fosse stato Nerone, mentre era in vacanza ad Anzio, a far appiccare le fiamme per poter ricostruire una città che gli assomigliasse. Ma le cose andarono così? La tesi di Angela è che l’incendio, sviluppatosi nella zona del Circo Massimo, fu del tuttoaccidentale, probabilmente dovuto ad una delle tante lampade in uso all’epoca.
Di sicuro, una volta terminato, l’evento drammatico è stato il punto di inizio della ricostruzione di Roma e dei suoi celebri monumenti: senza l’incendio del 64 d.C. la Domus Aurea (la nuova residenza di Nerone), il Colosseo, i Fori imperiali, non esisterebbero come li conosciamo oggi. La ricostruzione della città, insieme al destino dell’imperatore e dei tanti cristiani accusati di essere gli autori dell’incendio, sarà l’oggetto del terzo volume della trilogia.