Belle & Sebastien Amici per sempre.- Dopo il boom di incassi del 2013 con il primo capitolo (7 milioni di euro) e i poco più di 2 milioni di euro incassati dal sequel nel 2015, Belle & Sebastien tornano nei cinema d’Italia con Amici per sempre.
Ispirato al celebre romanzo di Cécile Aubry, il film vede nel cast oltre al piccolo Felix Bossuet, che si riconferma nel ruolo di Sebastien, anche il ritorno di Tchéky Kario nel ruolo del nonno e Thierry Neuvic in quello del papà del giovane protagonista. E poi c’è Belle, il candido cane da montagna dei Pirenei, che tre generazioni di bambini hanno sognato di avere come compagna di avventure e che nel film, cresciuta, affronterà anche un’altra importante prova: essere mamma di tre splendidi cuccioli.
Sebastien è cresciuto, ha 12 anni e con Belle sono ancora inseparabili, anzi la famiglia si è allargata con l’arrivo di tre splendidi cuccioli di cui Sebastien si prende cura con tanta buona volontà. Una sera a casa del nonno ascolta una conversazione tra Pierre, suo padre, ed Angelina, da poco sposi, scoprendo le loro intenzioni di trasferirsi presto in Canada. Sebastien è amareggiato, non vuole lasciare il nonno che invece lo sprona a scoprire il mondo. La situazione si complica con l’arrivo di un presunto proprietario di Belle che vuole portargliela via, ma Sebastien è testardo e farà di tutto per non separarsi dalla sua migliore amica a quattro zampe.
Clovis Cornillac (il regista) racconta di come è arrivato a questo progetto: “Un po’ per caso! Mentre realizzavo quattro episodi della serie “Chefs”, il produttore Clément Miserez mi ha chiamato per propormi questo progetto. All’inizio ero un po’ sorpreso perché non conoscevo bene la saga Belle et Sébastien e onestamente, non sapevo cosa potevo portare in più rispetto ai primi due film. Quindi risposi a Clément che non era il mio mondo, ma ha insistito e mi ha chiesto di leggere la sceneggiatura. Leggendo la sceneggiatura, l’ho trovata audace e avventurosa. Ho subito pensato ad autori come Steinbeck e Conrad, o ancora a “Il richiamo della foresta” di Jack London, ma anche a universi legati alla fiaba, come “La notte del cacciatore” e i film Disney. Quando ne ho parlato con Clément era molto entusiasta perché, mi disse, era proprio quella la direzione che voleva dare alla saga. In seguito ho avuto la conferma che Gaumont approvava in pieno questo mio approccio: non potevo più tirarmi indietro. Confesso che sono stato accompagnato da produttori formidabili che mi hanno dato fiducia totale”.
Il film è un vero e proprio romanzo formativo, non solo per il giovane ragazzo ma anche per gli adulti che lo circondano…
“Certo, i rapporti tra Sébastien e gli adulti sono cambiati, mi sembrava ugualmente importante mostrare, soprattutto in un film familiare, che le nostre vite non si fermano a 60 anni! Anche tra un pastore che invecchia e una maestra single può scoccare la scintilla. All’inizio mi sono chiesto se fosse credibile, ma la loro storia d’amore è vera e profonda. In questa idea di apertura sul mondo di cui parlavo prima, c’è anche l’idea che l’amore può arrivare anche tardi. È possibile! Credo davvero a questa possibilità. Questi due personaggi si sono talmente protetti che il momento in cui si aprono al mondo è euforico! Sappiamo che non smetteranno di litigare ma anche che ci sarà molta tenerezza tra di loro”.
Qual è stata la parte più difficile durante le riprese?
“Prima di tutto i cuccioli. Bisogna cambiarli ogni quindici giorni perché crescono a vista d’occhio. Tutto deve essere previsto con largo anticipo in funzione delle cucciolate, non si può sbagliare nulla nel planning di lavoro. Inutile dire che era estremamente difficile organizzarsi. A livello logistico, dovevamo far salire i cuccioli fino a 2500m d’altezza, e ben avvolti al caldo perché c’erano -30° e potevamo spostarci solo con la moto neve. Fortunatamente Andrew, l’addestratore, è stato fantastico. Di solito, non si possono addestrare dei cuccioli così piccoli, ma Andrew è riuscito a far ottenere gli atteggiamenti che speravamo. Ovviamente, la neve è stata anch’essa un elemento complesso. Eravamo ossessionati dal meteo, facevamo attenzione alle valanghe e quando non c’era neve era un vero problema, dovevamo cambiare tutto il planning. Un compito veramente difficile poiché implicava uno spostamento in massa. Anche la scena finale ci ha portato dei problemi, soprattutto perché non trovavamo un lago gelato che andasse 6 bene. Ho quindi dovuto trovare un modo per rimediarvi con il supervisore degli effetti visivi. Fortunatamente, ho un ottimo alleato, Thierry Pouget, e i tecnici degli effetti speciali che hanno fatto un lavoro formidabile”.
Tchéky Karyo: “In cosa è cambiato il personaggio? La natura e la solitudine restano ancorati nel suo DNA. Sébastien cresce, costruisce un rapporto con suo padre, Angélina è innamorata di Pierre, il padre di Sébastien, e se ne andrà; tutto ciò influenza César che tuttavia è rincuorato dalla viva amicizia con il sindaco. César ha sempre un carattere burbero e taciturno, l’incontro con Madeleine lo trasformerà in un buon compagno. Il film mi è piaciuto molto, la scommessa di quest’ultimo capitolo è stata vinta con successo… Il pubblico apprezzerà ritrovare questi personaggi che hanno accompagnato la loro infanzia e quella dei loro bimbi sin dal primo capitolo di Belle e Sebastien”.
Félix Bossuet ci ha parlato del suo personaggio: “Prima di tutto è cresciuto. Ha 12 anni, per cui è più maturo, più autonomo. Si gestisce come un grande. Non ha più bisogno di nessuno. Il film l’ho trovato fantastico, c’è dell’emozione, dell’azione, tenerezza, umorismo… Ritroviamo tutti i personaggi importanti della storia. È un film che chiude bene la trilogia di Belle e Sébastien”.
Andrew Simpson (Addestratore dei cani): “Ogni regista ha la sua idea sul comportamento di Belle nel film. Clovis, che ammiro molto, ci teneva che Belle fosse un vero personaggio, al pari di quelli interpretati dagli attori. È stato molto preciso sul modo in cui Belle doveva reagire in un momento o nell’altro della storia. Lavorare con i cuccioli? ra il lato simpatico del lavoro: tutti adorano i cuccioli! Ma la cosa più complicata è stata assicurarsi che i cuccioli avessero la stessa età e taglia durante tutto il film, perché la storia si sviluppa in un lasso di tempo molto corto. Abbiamo dovuto rimpiazzare i cuccioli frequentemente con alcuni più piccoli, perché crescono rapidamente. Tanto vale dire che abbiamo dovuto prevedere in anticipo le cucciolate prima delle riprese. Bisognava anche tenere conto del colore dei cuccioli, che erano tutti diversi. Era un lavoro divertente ma è stato complicato, soprattutto nella coordinazione con gli allevatori o la ricerca di tutti i cuccioli di cui avevamo bisogno. Siccome dovevamo tenere tutto il tempo i cuccioli al caldo, abbiamo costruito una sorta di cuccia ambulante trainata da una moto-neve. La cuccia era isolata e riscaldata per far si che i cuccioli restassero al caldo. Tra le riprese o durante le pause pasto, mi rannicchiavo all’interno della cuccia con i cuccioli e mi addormentavo! Il lato bello del mio lavoro!
Clément Miserez e Matthieu Warter (Produttori): Sin dall’inizio avevamo pensato a una trilogia e fortunatamente abbiamo avuto un bel successo già dal primo episodio. Per cui abbiamo potuto concentrarci più facilmente sul secondo episodio, che ha funzionato abbastanza bene in termini di biglietteria, nonostante gli attentati di Parigi appena tre settimane prima l’uscita del film. Era inimmaginabile non lanciarsi in un terzo capitolo.
Difficoltà? Non bisogna dimenticare che giravamo a 2500m d’altezza con una neve farinosa. Una situazione abbastanza intensa per tutta la squadra! Girare a queste altitudini con un bambino e dei cani e allo stesso tempo affrontare la neve, è molto complicato. Quando si moltiplicano gli ostacoli, bisogna aver fiducia nel regista: e avevamo ragione perché tutto è andato bene. Avevamo quasi l’impressione di girare un film al chiuso a Parigi”.
Avete girato il film con un budget meno importante del secondo episodio!
“Quando si fanno 3 milioni di ingressi, è difficile replicare, soprattutto perché un seguito riesce sempre meno bene che l’originale e il fatto che l’uscita del film sia stata solo qualche settimana dopo gli attentati ha avuto un reale impatto sul pubblico dei bambini, soprattutto con le scuole – che sono state 12 l’equivalente di 300 000 ingressi per il primo film. Tra l’altro Canal+ ha innescato una politica di investimenti sul cinema francese diversa già dal secondo episodio. Senza contare che le persone si sono focalizzate di più sulla differenza d’entrate tra i primi due episodi dimenticandosi forse che Belle e Sebastien – L’avventura continua ha fatto comunque 1 800 000 spettatori”.
Potreste immaginare un quarto capitolo?
No, abbiamo immaginato questo film come l’ultimo. Tutte le belle cose hanno una fine! Sébastien è già cresciuto abbastanza e teniamo a che questo personaggio rimanga nell’universo dell’infanzia. Abbiamo adorato questa avventura con Félix e siamo sicuri che lo aspetti una bella carriera”.