Don Matteo ritorna con ascolti record e con parole di speranza per tutti

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Don Matteo – La fiction Don Matteo, interpretata da Terence Hill che, nella prima serata di ieri, con due appuntamenti nuovi, ha registrato oltre sette milioni e mezzo di spettatori con uno share del 31.6%.

Giovedì sera, su Rai 1, è partita la stagione numero 11 Di Don Matteo con protagonista Terence Hill e il risultato è stato clamoroso: 8.258.000 spettatori e il 30,5% per il primo episodio, 7.083.000 spettatori e il 32,6% per il secondo.

Il prete-detective, andato in onda per la prima volta nel 2000, non ha perso il suo fascino: riesce a donare parole di conforto senza essere noioso o banale con parole semplici andando anche contro le mode del tempo. Al tempo stesso strappa sorrisi: il maresciallo Cecchini, ovvero Nino Frassica, è la sua spalla perfetta, tra una partita a scacchi, fraintendimenti, gaffe e misteri da risolvere.

Il produttore Luca Bernabei ha dichiarato: “Nella nuova serie di Don Matteo, cambiano i personaggi, ci sono tante svolte nel racconto, tanto coinvolgimento e una eccellente fotografia, ma è pur sempre il protagonista ad attirare l’attenzione e a piacere. ”Noi cattolici e credenti”, afferma Luca Bernabei, ”dobbiamo smetterla di avere un atteggiamento remissivo, pensando che non ci sia posto in questo mondo per quello in cui crediamo”. C’è posto, spiega, per raccontare di un sacerdote che è innanzitutto un “detective dell’anima”: il nostro compito, continua Bernabei, è ”portare la nostra fede nel mondo senza aver paura, farlo certo con le nuove tecnologie e in modo moderno e farlo con attenzione a come veicolare i contenuti. Non sarà un caso che in Italia le fiction di maggior successo hanno come protagonisti un sacerdote e una suora!” Bernabei spiega quanto lavoro e quanto studio c’è dietro i dialoghi e i singoli personaggi della fiction: non è detto afferma, infatti, che ciò che è “edificante piaccia di per sè”, occorre sapienza nell’accompagnarlo e nel mostrarlo agli altri.
“Non è vero che la Rai confeziona prodotti vecchi, nè che don Matteo è un prodotto per vecchi. Tutt’altro, è il prodotto più giovane della televisione italiana. Altra falsa verità è che i giovani non guardano la televisione.” In realtà” afferma Bernabei “sono onnivori, guardano tutto e ovunque e vanno là dove c’è qualcosa che li colpisce”. E cosa colpisce nel personaggio di don Matteo? E’ un sacerdote che resta sempre “semplice” e “vicino” alla gente, spiega il produttore. Sono questi anche i due criteri a cui tutti lavorano nella fiction: ciò che vogliamo mostrare, afferma Bernabei, è che “c’è il bene e c’è il male, e l’uomo sceglie; e poi c’è un Dio creatore e questa certezza deve comunicarci una gioai e una speranza profonde. Non è fare catechesi, ma è il senso che vogliamo dare al nostro prodotto”.

“Mi fa paura” , conclude Bernabei, “una tv che racconta solo il male: la trovo pericolosa. Non possiamo dimenticare che la televisione è pedagogica, la gente impara da essa. Quindi attenzione a quello che vediamo e attenzione a quello che facciamo vedere ai nostri figli”. L’insegnamento di Ettore Bernabei è dunque valido ancora oggi per suo figlio: “bisogna mandare a letto la gente serena” e permettere a tutta la famiglia di stare seduta insieme davanti alla Tv.

E poi don Matteo ed i suoi personaggi non guardano in faccia nessuno.

Nella prima puntata sono risuonate parole forti contro l’aborto e la cultura della morte.

A due genitori che hanno vendicato la figlia senza pentimento ma anzi mostrando gioia, Don Matteo Minetti Boldrini ha candidamente detto: “E’ un inganno che vi farà sentire liberi dal dolore soltanto per un po’. ……….. Voi pensavate di vincere la morte con la morte ma dal buio viene la luce”.

Al medico che raccontava di aver tentato di far abortire una donna e di aver scoperto che il feto era sopravvissuto sono uscite dal cuore queste importanti parole: “La vita é più forte di tutto…Sofia è stato il mio errore più bello”.

A chi gli chiedeva a cosa servisse voler bene il parroco di Spoleto ha risposto: ““Voler bene non e’ mai inutile”.

Per concludere ecco le parole di vita per la miriade di persone che si definisce atea: ““Non credi in Dio? Non fa niente tanto lui ti vuole bene lo stesso’




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