Vaticano. Giubileo della Misericordia e cifre record
Il Giubileo della Misericordia ha già numeri da record e niente e nessuno sembra poter arrestare l’affluenza dei fedeli, nemmeno la minaccia del terrorismo.
A nove mesi esatti dall’apertura della Porta Santa di San Pietro, i fedeli giunti a Roma per il Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco hanno superato i 15 milioni.
Nel suo ultimo aggiornamento il sito ufficiale dell’Anno Santo, coordinato dal Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione, dà infatti la cifra di 15.113.457 “partecipanti al Giubileo in Roma”, che conteggia i pellegrini di tutto il mondo registratisi online, giunti nella Città eterna per gli eventi giubilari e il passaggio della Porta Santa della Basilica Vaticana. Ma andiamo nei dettagli.
Per volontà di papa Francesco doveva trattarsi del Giubileo “diffuso”, con Porte Sante diffuse in ogni diocesi e santuario del pianeta e la possibilità di “lucrare” l’indulgenza plenaria anche senza il tradizionale pellegrinaggio a Roma. Ciò non toglie che l’Anno Santo straordinario della Misericordia abbia ugualmente portato nella capitale della cristianità ingenti folle di fedeli da tutti e cinque i continenti. A nove mesi esatti dall’apertura della Porta Santa di San Pietro, quindi più o meno ai tre quarti della durata di questo Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco, i fedeli giunti a Roma hanno superato i 15 milioni. Nel suo ultimo aggiornamento, che è del 3 settembre, il sito ufficiale dell’Anno Santo, coordinato dal Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione, dà infatti la cifra di 15.113.457 “partecipanti al Giubileo in Roma”.
Il conteggio riguarda quindi soltanto la parte dei soli fedeli registrati (per passare la Porta di San Pietro questo è obbligatorio e bisogna prima ritirare il biglietto): non si tiene conto dei pellegrini magari giunti senza prenotarsi online e che hanno comunque partecipato agli eventi e alle preghiere in piazza o nelle altre basiliche papali romane. A questo punto, tra l’altro, la cifra di venti milioni di pellegrini a fine Giubileo appare alla portata. Già in questo scorso fine settimana, il numero di arrivi è aumentato considerando il Giubileo del volontari e operatori di Misericordia e il grande evento della canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta con 120 mila persone in Piazza San Pietro. Ma il corso dell’Anno Santo – snodo cruciale e qualificante del pontificato di Francesco, col valore della Misericordia posto come fondante per la Chiesa e per la presenza cristiana nel mondo – ha ancora tanto da offrire a Roma e alle folle dei partecipanti. Ci sono ancora le udienze giubilari, come quella di sabato prossimo, 10 settembre; dal 23 al 25 settembre è in programma il giubileo dei Catechisti; dal 7 al 9 ottobre il Giubileo mariano, con la veglia di sabato 8; domenica 16 ottobre il Papa canonizzerà in piazza altri sette nuovi santi, tra cui il suo amato e argentino “cura Brochero” (saranno tanti i pellegrini dal suo Paese, tra cui anche una delegazione ufficiale ai massimi livelli); sabato 22 ottobre altra udienza giubilare.
Si arriva infine ad alcuni degli eventi caratterizzanti proprio per l’idea di misericordia, di vicinanza agli ultimi e ai diseredati, che papa Francesco intende instillare nella Chiesa e in tutti i credenti, come vera e autentica eredità di questo Giubileo: domenica 6 novembre ci sarà a San Pietro il Giubileo dei carcerati, con detenuti provenienti da vari istituti di pena; dall’11 al 13 novembre, con la messa nella basilica domenica 13, il Giubileo dei senza fissa dimora, categoria alla quale, come anche a quella dei carcerati, papa Bergoglio presta continuamente le proprie attenzioni. Si tratta dell’ultimo evento giubilare prima della chiusura dell’Anno Santo, in programma domenica 20 novembre con la messa in Piazza San Pietro e la chiusura della Porta Santa. E sul valore del perdono, della ricerca della misericordia di Dio, aspetti che in questo Anno ha coniugato in tutti gli aspetti che riguardano la vita dell’uomo, fino a quelli politici, sociali, internazionali, e ai rapporti con le altre religioni, il Papa insiste anche oggi con un tweet: “Dio si impietosisce sempre quando siamo pentiti”. Parola di Francesco.
Sull’evento Giubileo e sulla moltitudine di fedeli che stanno partecipando all’evento interessanti le parole rilasciate ai media da padre Geson Sylva, officiale del dicastero intervenuto alla Pontificia Università Santa Croce, nell’ambito del Seminario ‘Church Up Close’: “E’ incredibile, perché anche durante il mese di agosto c’erano tanti, tanti, tanti pellegrini qui a Roma. Secondo me, questo è un “miracolo”! Le persone che vengono rappresentano un segno di grazia e insegnano anche come sia importante la misericordia in tutto il mondo. In questi mesi finali, ci saranno anche più pellegrini.
Noi lavoriamo per aiutare tutte le diocesi del mondo, perché per noi è importante assistere le diocesi in tutto il mondo. Le porte sante e anche i segni, le opere di misericordia, tutto questo è importante!
Dobbiamo ricordare che è importante andare avanti continuando su questa via della misericordia. Quando la Porta Santa si chiuderà, la misericordia procederà. E questo è molto importante. Adesso dobbiamo parlare nel contesto della nuova evangelizzazione su come promuovere la misericordia”.
I fedeli hanno recepito l’appello del Vescovo di Roma che con queste parole aveva presentato al mondo il grande evento: Questo non è «tempo per la distrazione, ma al contrario per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale». È un’epoca «per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre». Papa Francesco ha spiegato tutto, ha risposto a tutti i possibili quesiti sull’Anno santo straordinario che ha indetto: “Una domanda è presente nel cuore di tanti: perché oggi un Giubileo della Misericordia? Semplicemente perché la Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata a offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio». Lo ha affermato nell’omelia durante la recita dei Primi Vespri della domenica della Divina Misericordia presieduti – nella basilica di San Pietro – in occasione della consegna e della lettura della bolla d’indizione «Misericordiae vulnus”.
“La Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata a offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio. Questo non è il tempo per la distrazione, ma al contrario per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale. È il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre. È per questo che l’Anno Santo dovrà mantenere vivo il desiderio di saper cogliere i tanti segni della tenerezza che Dio offre al mondo intero e soprattutto a quanti sono nella sofferenza, sono soli e abbandonati, e anche senza speranza di essere perdonati e di sentirsi amati dal Padre». Dovrà essere un Anno santo durante il quale si sentirà «forte in noi la gioia di essere stati ritrovati da Gesù, che come Buon Pastore è venuto a cercarci perché ci eravamo smarriti. Un Giubileo per percepire il calore del suo amore quando ci carica sulle sue spalle per riportarci alla casa del Padre. Un Anno in cui essere toccati dal Signore Gesù e trasformati dalla sua misericordia, per diventare noi pure testimoni di misericordia».
Dunque, ci sarà il Giubileo «perché questo è il tempo della misericordia. È il tempo favorevole per curare le ferite, per non stancarci di incontrare quanti sono in attesa di vedere e toccare con mano i segni della vicinanza di Dio, per offrire a tutti, a tutti – ha ripetuto – la via del perdono e della riconciliazione»”
Papa Francesco ha concluso con un’invocazione alla «Madre della Divina Misericordia», affinché “apra i nostri occhi, perché comprendiamo l’impegno a cui siamo chiamati; e ci ottenga la grazia di vivere questo Giubileo della Misericordia con una testimonianza fedele e feconda”.