Terrorismo – Carenze gravi nella strage di Nizza. Il 14 luglio scorso, sul lungomare di Nizza, durante i festeggiamenti per la ricorrenza nazionale della Presa della Bastiglia, c’era soltanto un auto della Polizia a bloccare l’ingresso all’area pedonale, dove, mentre scoppiavano in cielo i fuochi d’artificio, si è scaraventato sulla folla il camion impazzito, uccidendo 84 persone.
L’inquietante retroscena rivelato da Liberation è senza dubbio scottante, infatti il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve ha subito definito la notizia una ‘controverità’. Le misure di sicurezza adottate per un evento del genere, che inevitabilmente prevede grandi folle, sono state oggetto di numerose polemiche tra la municipalità guidata dai Repubblicani e il Governo.
Il quotidiano Liberation scrive, facendo riferimento a una fonte della Polizia che ha avuto tra le mani le immagini della videosorveglianza: ‘Una sola vettura della polizia, quella degli agenti della municipale, si trovava al centro della carreggiata, lato mare, nell’area diventata isola pedonale la sera della festa’.
Citando un testimone oculare, afferma inoltre che non era presente alcun agente, ‘perché c’è stato un avvicendamento, intorno alle 20.30, con i colleghi della municipale. Non c’era dunque alcuna vettura della polizia nazionale in grado di bloccare la carreggiata’.
E mentre si è consumato l’ennesimo attentato a pochi chilometri dal confine italiano, la domanda se prima o poi qualcosa possa accadere anche nello Stivale è sempre più insistente.
A tal proposito l’Europol, nel rapporto annuale sulla situazione del terrorismo nell’Ue, ha rivelato che l‘Italia resta un Paese nel mirino del terrorismo internazionale.
Nel 2015 ‘lo Stato Islamico nei suoi video di propaganda ha ripetutamente minacciato la penisola iberica e gli Stati membri della coalizione anti-Isis, facendo specifici riferimenti a Italia, Francia e Regno Unito’. Nel prossimo futuro, nuovi attacchi terroristici con modalità simili a quelle utilizzate a Parigi il 13 novembre 2015 ‘potrebbero essere effettuati ancora nell’Unione Europea nel prossimo futuro’, sostiene l’Europol, che aggiunge: ‘Diversi jihadisti europei occupano posizioni prominenti nello Stato Islamico e manterranno probabilmente contatti con le reti terroriste nei rispettivi Paesi di origine’.