Terremoto e pericolo amianto
Per i vigili del fuoco il rischio zero per quanto riguarda l’amianto non esiste e non esistono purtroppo misure di prevenzione che possono proteggerli a sufficienza nei primi momenti dell’emergenza e quanto accaduto nel recente terremoto lo conferma. L’urgenza di estrarre dalle macerie persone ancora vive è una lotta contro il tempo che porta i soccorritori a pensare agli altri e non a se stessi, la respirazione è affannata e si attua una gara contro la morte dove le burocratiche procedure di protezione scritte a tavolino si scontrano con la realtà operativa del momento”. Ad affermarlo è Antonio Brizzi segretario generale del Conapo, il sindacato autonomo dei vigili del fuoco intervenuto al convegno organizzato dall’ Ona – osservatorio nazionale amianto – svoltosi presso la sala
consiliare di Rieti. “Nella realtà dei fatti sappiamo di vigili del fuoco che durante i soccorsi al terremoto avevano la bocca impastata dalle polveri e che non riuscivano più a vedere per la polvere negli occhi. Polvere che non si può escludere contenga anche particelle di amianto. Immaginiamoci cosa possono aver respirato” ha spiegato Antonio Brizzi. Il Conapo denuncia il “paradosso legislativo che penalizza i vigili del fuoco, esclusi da riconoscimenti previdenziali per l’amianto ma ancor di più sono escludi da tutti i regimi previdenziali “speciali” riservati alle forze armate e di polizia sin dagli anni 70 che sono il meccanismo dell’aumento dei 6 scatti all’atto del pensionamento e allo sconto di un anno ogni 5 ai fini della pensione che hanno tutti gli altri corpi dello stato. I vigili del fuoco, coloro che mettono a repentaglio la propria salute e la propria vita per soccorrere gli altri sono il corpo peggio trattato dal punto di vista delle tutele previdenziali” ha concluso il segretario del Conapo.