Storie – Questa è la storia di mamma Anna e Riccardo (nomi di fantasia), separati ingiustamente da una misura governativa chiamata “green pass”. Ci troviamo nella provincia di Cagliari.
Anna, parlaci di tuo figlio Riccardo
“A causa di un trauma subìto alla nascita, a Riccardo viene diagnosticata una tetra paresi spastica. Il bambino, purtroppo, è stato per anni soggetto a crisi convulsive. Da piccolo, venne ricoverato all’ospedale Gaslini di Genova e, successivamente, in un centro specializzato di Marsiglia. Le crisi terminarono, credo miracolosamente, dopo che accompagnai Riccardo a Is Molas, nel Santuario Nostra Signora della Consolazione”.
Riccardo ora è diventato un ragazzo. Quanti anni ha?
“Ora ha 43 anni e vive in una struttura specializzata in provincia di Cagliari. Sino a 35 Riccardo ha vissuto sempre con noi in famiglia, anche se la patologia della quale è affetto lo portava ad essere violento, soprattutto nei miei confronti e, finchè mi è stato possibile, lo ho amorevolmente accudito in casa”.
Ora Riccardo si trova in una struttura privata, giusto?
“Esatto. Per anni ho potuto visitare mio figlio, stargli vicino e fargli sentire la mia presenza. Quando è iniziata la pandemia, ho deciso di non vaccinarmi, per motivi di salute, ma potevo vedere Riccardo solo grazie ai tamponi che eseguivo regolarmente e che garantivano un’elevata sicurezza. Sino a quando il governo italiano non ha deciso, purtroppo, di introdurre il super green pass che non mi ha più consentito di accedere alla struttura. L’unico modo che ho ora di vedere e comunicare con Riccardo, è la videochiamata”.
Come ti senti Anna? Posso chiederti qual’ è oggi il tuo stato d’animo?
“Il fatto di non poter stare vicina a mio figlio e poterlo abbracciare, mi fa stare male. Gli antidepressivi che assumo, oramai, non bastano più. La rabbia è tanta”.
Chi credi sia il colpevole di tutta questa situazione?
“Me la prendo soprattutto con la politica alla quale chiedo, con forza, se questa situazione sia da considerare normale. Continuo a chiedermi cosa farebbero gli stessi politici che hanno introdotto una misura così ingiusta, se venisse negato anche a loro il diritto di stare con il proprio figlio”.
Anna, posso chiederti perché hai deciso di non vaccinarti?
“Da quando è iniziata la pandemia, ho sempre avuto timore a vaccinarmi. Sono affetta da fibromialgia e da altre patologie e temo seriamente per gli effetti indesiderati che il vaccino potrebbe procurarmi”.
Il pensiero di Anna è sempre per il suo Riccardo. Vorrebbe tanto portarlo con sé in un posto isolato e protetto da qualsiasi contagio, ma questa possibilità le viene negata.
Non ha paura di definire tutte queste ingiustizie causate dal governo una “Dittatura” e spera, con tutto il cuore, che i genitori come lei che stanno vivendo un’esperienza simile alla sua, possano presto tornare a riabbracciare i propri figli. Com’è giusto che sia.
Fonte: Il Popolo della Famiglia Sardegna