Scout sinonimo di garanzia o di chiacchiere e distintivo?
Il successo del metodo scout è più che verificato. Da quando il suo fondatore, il militare britannico Robert Baden-Powell, volle applicare i valori cristiani – lui era cristiano – attraverso una metodologia formativa per i giovani, questa proposta non ha fatto che crescere. Certo non tutto è oro ciò che luccica. Molti gruppi rispettano i valori sotto indicati, ma in alcuni casi anche lo scoutismo può divenire una zona di parcheggio per ragazzi, oppure un luogo dove cercare divertimento a tutti i costi. Quindi prima di leggere i buoni propositi degli scout sarà bene ricordare che il movimento nasce da e nella Chiesa ed un vero scout deve rispettare i precetti della chiesa cattolica, tutto il resto sono chiacchiere e distintivo.
Dunque: la rivista Forbes, una delle pubblicazioni più prestigiose su impresa ed economia, ha pubblicato ad opera di Ana Sáenz de Miera, direttrice in Spagna e Portogallo dell’associazione Ashoka, un articolo in cui spiega perché è consigliabile assumere una persona che è stata scout.
In Spagna e Catalogna, le Guide e Scout d’Europa sviluppano quest’opera con lo stesso zelo del fondatore del movimento, seguendo le regole scout a favore della formazione trasversale della persona – fisica, mentale e spirituale.
Ecco le 10 caratteristiche che secondo Forbes rendono uno scout un valore aggiunto per l’impresa e la società in cui vive:
Sa lavorare in équipe
Può avere anche 15 anni di esperienza di lavoro in équipe, sempre con il rispetto dell’altro come valore trasversale. Sa montare una tenda o organizzare un campo estivo per 200 bambini in modo volontario. La formazione negli scout è per natura cooperativa e per progetti.
È creativo
Trova da molti anni soluzioni creative a situazioni avverse. Ha dovuto improvvisare tetti di fronte a tempeste improvvise, inventarsi un gioco di vichinghi che motivi 100 bambini per 15 giorni o organizzare una campagna di raccolta fondi per coprire le spese di un campo di lavoro in Siria.
Rispetta la sua scala di valori e la sua parola
È abituato a programmare e a svolgere attività basate sui valori scout, che hanno un contesto ben definito (qualcosa come il “codice etico” a cui ci riferiamo nel mondo professionale). Questo suscita in lui la necessità di credere ai progetti di cui fa parte e di allinearli ai suoi interessi e alle sue passioni. La verità, la nobiltà, la giustizia, la solidarietà e il rispetto per la parola data sono valori inamovibili.
Sa guidare ed essere guidato
Fin da quando ha 6 anni prende decisioni e lavora a vari progetti contemporaneamente. In alcuni di questi guida, in altri è guidato dai suoi compagni. Quando guida lo fa con consenso e fiducia, mettendosi nei panni degi altri ed essendo coerente nelle sue decisioni. Quando viene guidato lavora in équipe con rispetto, promuovendo il consenso e la coesione.
È empatico
Come in un’azienda, in un gruppo scout convivono bambini e bambine di tutti i tipi, di età, capacità e interessi diversi. L’empatia gioca un ruolo essenziale per la convivenza e l’aiuto reciproco. Uno scout ha imparato che non tutti devono portare lo stesso peso nello zaino, ma che questo si distribuisce in base alle capacità di ciascuno, o che l’escursione migliore non è quella che arriva più in alto, ma quella che è alla portata di tutto il gruppo.
Valorizza lo sforzo
Fin da piccoli, le attività della vita scout, molto legate alla natura, devono essere indirizzate perché si impari a superarsi anche quando si crede di non avere più le forze neanche per compiere un altro passo, a sorridere davanti alle difficoltà e a sforzarsi per raggiungere tutto quello che ci si propone.
Sa porsi degli obiettivi e valutarli
Fin dai 6 anni, lo scout fa pratica nel proporsi degli obiettivi, sia personali che di équipe, per poi valutarsi e ricevere la valutazione altrui. Il feedback construttivo è quindi una pratica che uno scout domina alla perfezione quando inizia la sua vita lavorativa.
È generoso
“Dare” e “condividere” sono i verbi più presenti nella vita scout. L’acqua che resta in una borraccia non è del suo proprietario, ma di chi ne ha più bisogno, e un educatore può arrivare a investire 1.000 ore all’anno come volontario, dedicate a educare i bambini ad essere persone migliori.
Lotta contro l’ingiustizia
Con il motto “Lascia il mondo migliore di come lo hai trovato”, la pedagogia scout si basa sul fatto che i bambini siano capaci di comprendere e mettere in pratica il proprio potenziale per migliorare l’ambiente che li circonda, affrontando con coraggio le sfide che si presentano e non guardando dall’altra parte di fronte alle ingiustizie, ma agendo per cambiare la situazione.
È una persona “con risorse”
Ha una profonda esperienza nel dinamizzare riunioni, inventarsi un gioco per risolvere un conflitto, parlare in pubblico o localizzare l’impresa più economica per l’affitto dei pullmini. È dinamico e audace, ed è abituato a risolvere problemi di diverse forme e dimensioni.
Non sono forse capacità che tutti cerchiamo nelle persone che inseriamo nella nostra équipe di lavoro?
• Se sei stato scout ed educatore scout, inseriscilo nel tuo CV e dillo nelle interviste di lavoro
• Se cerchi talento, non perdere di vista i vantaggi competitivi di uno scout
• Se sei madre o padre e vuoi educare i tuoi figli con capacità tanto essenziali, iscrivi tuo figlio agli scout, anche se questo comporta alzarsi all’alba il sabato.
*L’affidabilità di questi principi è proporzionale al numero di anni come scout, e aumenta in modo significativo se si è stati educatori scout ma attenzione alle pecorelle smarrite……………………..