Russia: il terrorismo visto da Mosca

314

Russia: il terrorismo visto da Mosca.

Gli attentati terroristici compiuti in Europa a luglio non passano inosservati in Russia. E gli esperti della Federazione si interrogano sulle cause e sui possibili effetti di questi spargimenti di sangue che hanno ucciso centinaia di persone in Francia e in Germania.
In diverse occasioni il Cremlino ha invitato ad allargare lo spettro della lotta contro il terrorismo: basti ricordare il discorso di Putin davanti all’Assemblea Onu nel settembre scorso, quando ha paragonato la minaccia terroristica al nazismo, chiedendo di creare un’amplia coalizione internazionale.
“…gli attacchi terroristici possono trasformarsi in qualcosa di quotidiano e sta diventando sempre più complicato prevenirli”
Recentemente il ministro della Difesa Sergej Shojgu ha detto che “la Russia è aperta alla cooperazione senza previe condizioni”.

Russia Direct ha parlato con diversi esperti russi per capire quali possibili conseguenze potrebbero avere questi attentati in Europa.

Andrej Kolesnikov del Centro Carniege di Mosca sostiene che “il terrorismo sia cambiato e si sia convertito in una rete che non ha bisogno di una complessa preparazione o di una particolare coordinazione. Così come hanno dimostrato gli eventi in Francia e Germania, gli attacchi dei lupi solitari non sono meno pericolosi di quelli condotti da gruppi organizzati”.
L’esperto ha quindi aggiunto che “gli attacchi terroristici possono trasformarsi in qualcosa di quotidiano e che sta diventando sempre più complicato prevenirli”.
“Allo stesso tempo – ha poi detto, nel Vecchio Continente si sta registrando una crescita dei sentimenti xenofobi e c’è il rischio che le forze di ultradestra arrivino al potere in diversi Paesi. I valori e i principi europei stanno affrontando la più grave minaccia da dopo la Seconda guerra mondiale”.

Il presidente del Consiglio di politica estera e di difesa Fedor Lukyanov ha detto che, “nonostante in Francia si siano registrate più vittime, gli attentati in Germania sono stati il più grande colpo inflitto alla stabilità dell’Europa”. “La Germania – sostiene lui -, fino a prima era considerata un’isola di stabilità e sicurezza. Inoltre negli ultimi anni ha iniziato a ricoprire un ruolo chiave nella formazione della politica europea, in tutti gli ambiti, compreso il settore delle migrazioni. In questa nuova atmosfera di paura la Germania potrebbe trasformarsi nel capostipite di una nuova tendenza dominante in Europa: il ritorno alla supremazia nazionale e il rifiuto dell’idea di un progetto super-nazionale, che potrebbe causare la fine del concetto di ampia Europa”.

“…non bisogna dimenticare le politiche distruttive degli Usa e dei Paesi occidentali in Medio Oriente che hanno destabilizzato tutta la regione, spingendo verso la radicalizzazione di molti movimenti musulmani”
Veniamin Popov dell’Università MGIMO espone invece un altro punto di vista. Nonostante riconosca la complessità dell’integrazione culturale degli immigrati nella società europea, sostiene che le cause dell’attuale situazione debbano essere cercate altrove. “In primo luogo non bisogna dimenticare le politiche distruttive degli Usa e dei Paesi occidentali in Medio Oriente – dice -, che hanno destabilizzato tutta la regione, spingendo verso la radicalizzazione di molti movimenti musulmani. Inoltre l’Occidente si è rifiutato di cooperare con la Russia nella lotta contro il terrorismo e l’Europa continua a considerare la Federazione una delle minacce più grandi, al posto del terrorismo islamico”.

Fonte: Russia Beyond the Headlines




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *