Robert Sarah, cardinale della Guinea “tra l’ideologia gender e l’Isis”.

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Interessanti alcuni passaggi dell’intervento pronunciato al Sinodo da Robert Sarah, cardinale della Guinea e prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, pubblicato in inglese lunedì scorso dal National Catholic Register.

“(…) Per utilizzare uno slogan, ci troviamo “tra l’ideologia gender e l’Isis”. I massacri islamisti e le pretese libertarie si contendono regolarmente le prime pagine dei giornali (ricordiamo cosa è accaduto lo scorso 26 giugno! [Quel giorno si verificarono contemporaneamente attacchi terroristici in Francia, Kuwait, Somalia e Tunisia, mentre negli Stati Uniti la Corte suprema legalizzava il matrimonio gay, ndr]). Da queste due radicalizzazioni arrivano le due principali minacce per la famiglia: la sua disintegrazione nell’Occidente secolarizzato attraverso il divorzio breve e facile, l’aborto, le unioni omosessuali, l’eutanasia eccetera (…); dall’altra parte la pseudo-famiglia dell’islam ideologizzato che legittima la poligamia, la sottomissione femminile, la schiavitù sessuale, le spose bambine eccetera (…).

Diversi indizi ci lasciano intuire la medesima origine demoniaca di questi due movimenti. Diversamente dallo Spirito di Verità che promuove la comunione nella distinzione (perichòresis), essi incoraggiano la confusione (omo-gamia) o la subordinazione (poli-gamia). Inoltre, esigono domini universali e totalitari, sono violentemente intolleranti, distruttori delle famiglie, della società e della Chiesa, e sono apertamente cristianofobi (…). Dinanzi a queste due sfide letali e senza precedenti (“omo-gamia” e “poli-gamia”) la Chiesa deve promuovere un’autentica “epifania della Famiglia”. (…) Dobbiamo proclamare senza paura la verità, e cioè il Piano di Dio, che è la monogamia nell’amore coniugale aperto alla vita. (…). Quante persone di buona volontà e buon senso si unirebbero in questo luminoso atto di coraggio compiuto dalla Chiesa!

(…) I Pastori hanno la missione di aiutare i nostri contemporanei a scoprire la bellezza della famiglia cristiana. Per farlo, [la Chiesa] deve innanzitutto promuovere tutto ciò che rappresenta una vera iniziazione cristiana degli adulti, poiché la crisi del matrimonio è essenzialmente una crisi di Dio, ma anche una crisi di fede (…). Noi vescovi abbiamo il dovere urgente di riconoscere e promuovere i carismi, i movimenti e le realtà ecclesiali in cui la Famiglia si rivela in modo vero, questo prodigio di armonia, amore alla vita e speranza di Eternità, questa culla di fede e scuola di carità. E ci sono così tante realtà, donate dalla Provvidenza insieme al Concilio Vaticano II, in cui questo miracolo è offerto”.




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