Napoli: crollo parcheggio ospedale ennesima vergogna italiana

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Napoli – Un’enorme voragine si è aperta stamane alle 6.45 circa nel parcheggio dell’ospedale del Mare a Napoli.

I vigili del fuoco escludono una deflagrazione e sono orientati al cedimento strutturale. La voragine ha inghiottito 3 o 4 auto, ma non ci sono  feriti. Sul posto i carabinieri per i primi rilievi. Per essere certi che non ci fossero vittime, sono stati impiegati anche cani specializzati e droni. Al momento si lavora per recuperare le auto.

La parte in cui si è verificato il cedimento è adiacente all’ospedale modulare creato come Covid center nella scorsa primavera per sopperire alla necessità di nuovi posti di terapia intensiva e sub-intensiva, lungo via Paciolla, verso la statale. Uno sprofondamento quindi distante dal Covid hospital e dalla struttura ospedaliera vera e propria. In questi giorni Napoli è stata flagellata da piogge, circostanze che, data la strutturale fragilità del terreno su cui sorge la città, da sempre generano voragini.

Voragine in parcheggio ospedale Mare Napoli nessun ferito
© PAOLO MANZO / NURPHOTO / NURPHOTO VIA AFP

L’ospedale del Mare di Napoli

Per comprendere le cause del cedimento, saranno necessarie molte valutazioni. Al momento, secondo quanto apprende l’AGI, l’ipotesi di un atto doloso è esclusa. Così come sarebbe da escludere una ricostruzione che vede una esplosione sotterranea di condotte per trasporto dell’ossigneno con il conseguente cedimento del terreno.

Quello che è certo è che c’è stato uno sprofondamento del terreno per oltre 15 metri, con tonnellate di terriccio e pietrisco che hanno danneggiato le condutture elettriche e idriche, rendendo necessario quindi sgomberare il Covid hospice per mancanza d’acqua ed elettricità, mentre l’ospedale centrale e il Covid hospital modulare sono in piena attività anche grazie ai gruppi elettrogeni.

“Di fatto il boato è stato determinato da un’implosione che ha generato una voragine di circa 2000 metri quadrati per una profondità di circa 20 metri”, scrive in una nota l’Asl Napoli 1, cui afferisce il nosocomio nel quartiere Est di Ponticelli. “In tutto l’ospedale del Mare al momento è interrotta l’alimentazione elettrica dalla cabina principale, ma il presidio è alimentato dai gruppi elettrogeni che garantiscono la piena operatività della struttura e la piena efficienza dell’attività assistenziale. Nel più breve tempo possibile l’Asl Napoli 1 Centro provvederà a chiudere temporaneamente il Covid Residence per impossibilità a garantire acqua calda e energia elettrica. Al momento non c’è alcun elemento che induca a fare pensare ad un atto doloso”, sottolinea l’azienda sanitaria.

L’ospedale è stato il primo esempio di project financing sanitario in Italia. Per la sua realizzazione sono stati impiegati oltre 10 anni, tra inchieste, stop ai lavori, rifinanziamenti e polemiche. E’ a servizoo di un bacino di 700mila cittadini dell’area metropolitana e arginare il sovraffollamento del Cardarelli. Il progetto iniziale, redatto ispirandosi a un ospedale modello pensato da Renzo Piano per il ministero della Salute, prevedeva 451 posti letto, 18 sale operatorie, un albergo per i parenti dei pazienti, un ampio parcheggio e un centro commerciale.

I costi stimati per la sua costruzione erano di 187 milioni, il 57% finanziato con fondi pubblici e il 43% attraverso il project financing. Le due imprese aggiudicatrici, la Astaldi e la Osmar, si erano impegnate a consegnare l’opera entro il 2009. In realtà i lavori sono cominciati nel 2005 e sono andati a rilento fino allo stop del 2010, in seguito a un’inchiesta che coinvolse funzionari della Regione e della Asl Napoli 1, manager e responsabili delle aziende, per presunte difformità rispetto al progetto iniziale, con conseguente aumento dei costi.

Il cantiere dell’Ospedale del Mare diventa un’area degradata, dove vengono anche sversati rifiuti. Nel 2012, grazie a un ulteriore stanziamento di circa 180 milioni, i lavori riprendono e vengono portati a termine nel 2015. A fine 2016 l’ospedale viene inaugurato, con l’apertura dei primi tre reparti, ma il funzionamento a pieno regime arriva solo nel 2018.




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