Umbria – Dalla presenza, troppo spesso breve, alla permanenza. Questa la vera sfida che l’assessore al Turismo della Regione Umbria, Simona Meloni, incontrata alla Bit, intende raccogliere e vincere per far diventare il “cuore verde d’Italia” non solo una destinazione per short break, ovvero fine settimana – come è attualmente, con una permanenza media di soli due giorni e dagli scarsi impatti sul territorio – a vera e propria meta di soggiorni lunghi, almeno settimanali, per vacanze esperienziali.
«E abbiamo sia i numeri che le capacità per candidarci ad essere una regione appetibile – sottolinea Meloni – per italiani e stranieri. Anche se non abbiamo il mare quale componente di spicco dell’offerta, possiamo contare su una rete integrata del territorio: dai cammini religiosi agli itinerari enogastronomici, dalle vacanze ai laghi (Trasimeno, Piediluco, Corbara) ai soggiorni in uno dei 1.300 agriturismi, ai borghi, alla full immersion nella natura con 7 parchi per lo slow tourism».
«Un’offerta variegata, quindi, in grado di assicurare un turismo rigenerativo sportivo – osserva Meloni – In altre parole, l’Umbria intende innovare la sua immagine con una attenta strategia nella comunicazione anche social e una stretta collaborazione tra amministrazione pubblica e imprese private per esibire tutte le sue eccellenze del territorio, la sua storia e il suo patrimonio culturale e religioso. Non abbiamo ancora completato il nostro programma promozionale, anche se sicuramente saremo all’Itb di Berlino e al prossimo Ttg Incontri a Rimini in ottobre, ma dedicheremo certamente risorse e creatività per predisporre pacchetti d’offerta ad alto contenuto esperienziale».
Abbiamo chiesto all’assessora quale potrà essere anche il ruolo della Regione nella sfida per migliorare la connettività aerea e Meloni ha risposto senza esitazione: «Siamo consapevoli dell’importanza di un hub come l’aeroporto di Perugia che vogliamo far crescere e aprire così nuovi bacini di traffico, sia con collegamenti internazionali – magari puntando su mercati maturi e di sicuro ritorno in termini di flussi turistici come la Spagna con Madrid – sia attraverso un’adeguata rete di servizi domestici: penso ad esempio al sud Italia, in particolare al bacino di Napoli, dove possiamo avere preziose opportunità nei flussi incoming».
E a proposito dello scalo intitolato a San Francesco d’Assisi, Meloni punta anche ad alimentare un traffico aereo privato: «Vogliamo aprire la strada a un turismo d’alta gamma che possa favorire l’evoluzione del segmento luxury, ben combinato con le eccellenze del territorio e sempre nella logica della vacanza esperienziale. Questo vuol dire invitare i turisti nei periodi della vendemmia, della raccolta delle olive, perché sono questi i momenti che un ospite vuole vivere in prima persona».
Per Meloni il turismo è lo strumento attraverso cui il territorio umbro si può esprimere nelle sue mille sfaccettature e presto ci saranno nuove azioni promozionali sulle reti televisive commerciali e “on board” per intercettare al meglio molteplici fasce di potenziali ospiti, così come si presterà maggiore attenzione al trade.
Non a caso nello stand della Regione si è parlato anche di “Umbria, le Giornate del Patrimonio Unesco“, un progetto volto a valorizzare il ricco patrimonio culturale e naturalistico della regione in vista della diciassettesima edizione del World Tourism Event (Wte), che si terrà nel 2026, anno in cui ricorre l’ottavo centenario della morte di San Francesco.