l vento dell’America Latina continua a soffiare sulla Chiesa cattolica. Dopo l’elezione di un Papa argentino (peraltro gesuita), è venezuelano il nuovo Superiore generale della Compagnia di Gesù, eletto dai 212 gesuiti, provenienti da 66 paesi di tutto il mondo, riuniti a Roma dal 2 ottobre scorso per la 36° Congregazione generale.
Si tratta di padre Arturo Sosa Abascal, 67 anni, nato a Caracas, già consultore del padre Generale, delegato per le case e le opere interprovinciali della Compagnia di Gesù a Roma.
Ha conseguito un dottorato in scienze politiche presso l’Universidad Central de Venezuela. Padre Arturo Sosa, nato nel 1948 a Caracas, è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1966 ed è stato ordinato sacerdote nel 1977. Padre Sosa è il 31.mo Superiore generale della Compagnia di Gesù.
Una grande novità visto che per la prima volta in quattro secoli dalla fondazione della Compagnia viene eletto un ‘Papa Nero’ non europeo. Nei giorni scorsi si vociferava l’elezione di un asiatico, in particolare indiano, considerando anche la crescita di vocazioni e ingressi nella Congregazione in quelle regioni; quindi – come per Bergoglio – la nomina di un latino americano è stata una sorpresa per tutti.
Il nome di Sosa è stato accolto da uno scrosciante applauso che ha attirato l’attenzione dei giornalisti assiepati già da ore fuori la Curia generalizia, in Borgo Santo Spirito. Subito dopo la nuova nomina è stata comunicata telefonicamente al Papa, “per informazione e non approvazione”, come specificato dai gesuiti. Francesco si è detto “contento, ha dato la sua benedizione e il suo saluto e ha manifestato la sua allegria per questa elezione”, ha spiegato padre Federico Lombardi, ex portavoce vaticano, a ZENIT e ad altri colleghi della stampa incontrati fuori dal ‘quartier generale’ dei gesuiti, al termine della votazione e della successiva preghiera nella Cappella.
Padre Sosa non ha tuttavia avuto ancora un colloquio personale con il Papa, ha spiegato l’ex direttore della Sala Stampa vaticana, ma “molto presto” avverrà un incontro. Bergoglio, comunque, “già lo conosce” anche perché il nuovo Superiore “ha esperienza di rapporti con la Curia e il clero romano. Sicuramente è una persona che può intrattenere un dialogo profondo con il Papa”. La sua nomina, inoltre, “esprime molto bene la situazione attuale della Compagnia”, in quanto”grande rappresentante dell’apostolato” svolto dai gesuiti a Roma e nel mondo.
La vera novità, comunque, è che si tratta del “primo generale dell’America Latina non europeo”, ha sottolineato padre Federico. Padre Arturo Sosa Abascal, ha aggiunto, “è molto inserito nella vita internazionale della Compagnia di Gesù. Per molto tempo è stato direttore di una rivista in Venezuela e di un Centro di studi sociali ed è molto esperto di fede e giustizia”. Il nuovo Preposito vanta infatti, oltre alle quattro lingue fluentemente parlate (inglese, italiano, spagnolo e francese), anche un dottorato in scienze politiche presso l’Universidad Central de Venezuela.
Dopo esser stato Generale dal 1996 al 2004 per la Provincia del Venezuela, Sosa ha assunto l’incarico di rettore dell’Università cattolica di Tahcira per dieci anni, durante i quali si è dedicato a lungo all’insegnamento e alla ricerca, pubblicando anche diversi lavori in particolare sulla storia e la politica del Venezuela. Nel 2014 è entrato a far parte della Curia della Compagnia di Gesù a Roma come delegato per le case e le opere interprovinciali della Compagnia di Gesù a Roma; quindi la Pontificia Università Gregoriana, il Pontificio Istituto Biblico, il Pontificio Istituto Orientale, la Specola Vaticana, Civiltà Cattolica così come i collegi internazionali.
“È molto conosciuto e stimato anche dal precedente Preposito”, ha detto padre Lombardi, ovvero l’ottantenne padre Adolfo Nicolás che ha rassegnato le sue dimissioni dopo otto anni di generalato. Dimissioni accettate dai membri della Congregazione generale il primo giorno di assemblea, il 3 ottobre. Nicolás aveva scelto padre Arturo come consultore generale nella 35° Congregazione generale del 2008.
“Appena eletto non ha detto nulla”, ha riferito ancora padre Federico Lombardi, “come con il Papa nella Cappella Sistina tutti lo hanno abbracciato ed è stato emozionante l’abbraccio con padre Nicolas. Un momento di grande unità della Compagnia…”. Per l’elezione era necessaria la maggioranza del 50% dei voti più uno (quindi 107). “Non si sa però quanti voti padre Arturo abbia preso, non ci sono stati partiti o scelte per l’uno o per l’altro”, ha chiarito Lombardi.
La votazione è avvenuta, come detto, a conclusione della ‘murmuratio’, la pratica centenaria introdotta dallo stesso Sant’Ignazio che consiste in momenti di confronto faccia a faccia, due a due. Ad ogni elettore è permesso, cioè, di chiedere a qualsiasi altro confratello informazioni su membri della Compagnia adatti per il ruolo del Generale. Un meccanismo che elimina il pericolo di creare lobby, di fare propaganda o pressioni.
I criteri per la scelta sono stati quelli indicati da Sant’Ignazio nelle ‘Costituzioni’ per le qualità spirituali e umane. “Certamente il fatto che sia dell’America Latina e interessante”, ha osservato padre Federico Lombardi, “gli ultimi tre erano europei vissuti in Asia, prima Giappone, poi Libano e di nuovo Giappone e Filippine. La Compagnia ha uno sguardo non eurocentrico. Ci sentiamo un corpo mondiale”.
Queste le sue prime dichiarazioni: “”Ho il sentimento di avere bisogno di tanto aiuto: adesso incomincia una grande sfida. Questa è la Compagnia di Gesù e allora Gesù deve darsi da fare anche qua, con noi. Dopo, io mi fido dei compagni che sono così bravi. Spero anche che la Congregazione ci porti avanti con un bel gruppo di lavoro e anche con orientamenti molto precisi per potere andare avanti: questo non è il lavoro di una persona, è il lavoro del corpo della Compagnia. Io farò del mio meglio possibile. Sono molto sorpreso, molto grato al Signore. Prego per tutti”.
Padre Sosa è un padre di grande esperienza nella Compagnia di Gesù. Ha vissuto quattro Congregazioni generali e nella prima di queste ha anche incontrato Papa Francesco. È stato provinciale della provincia del Venezuela, in una terra piena di tensioni che ha vissuto ed affrontato personalmente. Ed è anche una figura profondamente spirituale, di una spiritualità che è capace di incarnarsi in un territorio. Lui ha studiato ed ha insegnato teorie delle politiche ed è stato anche rettore di un’università cattolica in Venezuela. Quindi è una figura complessa, a tutto tondo. Una figura che tocca l’aspetto spirituale, quello intellettuale e quello di governo.
L’America Latina si conferma in questo modo una Chiesa “fonte”. Lo è per la Chiesa universale con Papa Francesco e lo è anche per la Compagnia di Gesù. Chiaramente, qui vediamo un legame molto forte: le due persone non solo si conoscono – Papa Francesco, diremo il “Papa bianco” come si suol dire e il “Papa nero” – ma si apprezzano. E quindi possiamo immaginare una Compagnia di Gesù ancora più al servizio della Chiesa sotto il Romano Pontefice come è sua natura.