La Siria e le truppe russe

334

C’è sempre movimento nella base militare russa di Hmeimim, in Siria. Giorno e notte. Ininterrottamente. Nonostante la tregua annunciata il 27 febbraio scorso, la guerra contro lo Stato Islamico e al-Nusra continua.

Il nostro aereo atterra nella base militare alle otto del mattino. A quell’ora, gli uomini in divisa sono già proni a iniziare il proprio turno.

Mentre alcuni ufficiali preparano un briefing per i giornalisti, poco più in là alcuni militari allestiscono i propri caccia bombardieri in vista del decollo. A bordo di un Su-34S vengono caricate due bombe con 500 chili di esplosivo.

Così come racconta a Rbth il generale Igor Konashenkov, portavoce del ministero russo della Difesa, buona parte delle unità russe dell’aviazione vengono spedite nella regione di Raqqa e Arak, così come a Deir ez-Zor, sotto il controllo dei terroristi.

“Nella periferia sono in corso pesanti combattimenti. E i residenti di queste zone sono stati praticamente tagliati fuori dal resto del mondo. Ogni dieci giorni a Deir ez-Zor gli aerei da trasporto militari distribuiscono aiuti umanitari alla popolazione. La situazione nella città è pesante”, dice Konashenkov.

Le forze russe e siriane distribuiscono aiuti umanitari anche ai cittadini di una Aleppo in stato di assedio. Le forze governative sono riuscite a liberare dai militanti una via di collegamento di terra e adesso, attraverso questo percorso, la popolazione riesce a ricevere aiuti di prima necessità. “La settimana scorsa i terroristi hanno cercato di impossessarsi dei nostri rifornimenti e hanno attaccato dei convogli – racconta Konashenkov -. Ma siamo riusciti a evitarlo e a mantenere la zona sotto controllo”. Così come ha spiegato il generale, al momento l’aviazione russa non sta eseguendo attacchi nell’area attorno ad Aleppo.

Dalla base aerea di Hmeymim arriviamo, insieme all’esercito russo e alle forze armate siriane, nel villaggio di Kawkab, a dieci chilometri dalla linea del fronte.

Il giorno prima da qui è stata cacciata la maggior parte dei militanti di al-Nusra. I piccoli gruppi rimasti hanno deciso di arrendersi e di giurare fedeltà all’attuale governo siriano.

Le case e i muri della zona riportano i segni delle mitragliatrici e dei fucili d’assalto. In alcuni punti si notano buchi causati da cannoni 122 mm.

Nonostante gli orrori della guerra, l’assenza di acqua e di elettricità, i residenti tornano a casa dopo che la zona è stata liberata dai terroristi.

Davanti ai nostri occhi, gli anziani del villaggio firmano un accordo di fedeltà al governo legittimo, mentre i miliziani di al-Nusra, sotto scorta dei soldati siriani, depongono le armi.

Così come racconta uno degli ufficiali siriani a Rbth, i militanti che non sono accusati di crimini gravi possono tornare a fare una vita normale, a coltivare la terra, a rimettere in piedi le proprie case e a ricongiungersi con la propria famiglia.

Secondo lui, quando al-Nusra ha fatto irruzione nel villaggio, buona parte degli abitanti non ha avuto scelta: o morire, o entrare nelle fila dei militanti. Una situazione che riguarda buona parte del Paese, diviso dalla guerra civile. È per questo che il governo ha deciso di dare la possibilità agli ex militanti di tornare a fare una vita normale.

 

 

http://it.rbth.com/mondo/2016/05/05/siria-continua-la-lotta-contro-il-terrore_590665




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *