Matrimoni -“Se un uomo si dichiara femminista non c’è tempo da perdere: su le mutande e via“: questa una delle più celebri citazioni della Aspesi, nero su bianco in Lui! Visto da Lei, libro del 1978. La Aspesi è la giornalista del quotidiano La Repubblica che ha “gioito” della separazione dei coniugi Totti.
Su questo matrimonio si parla e si continuerà a parlare ma ho ritenuto riportarvi alcuni commenti che vale la pena portare alla ribalta della cronaca per la loro ferma presa di posizione in risposta anche a chi gioisce per la fine di un matrimonio che non potrà mai essere una festa religioso o civile che sia.
Molto interessanti le parole di Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia e riportate sul giornale ufficiale La Croce Quotidiano (http://www.lacrocequotidiano.it/articolo/2022/07/13/storie/la-favola-e-la-normalita). Adinolfi scrive….
Hanno festeggiato a Repubblica, hanno scritto “la favola è finita, viva la normalità”. La vita non è una favola, lo sappiamo tutti fin troppo bene, ma la “normalità” non è Francesco e Ilary, il loro matrimonio in diretta tv e il loro divorzio con gli uffici stampa che non riescono neanche a redigere dieci righe di comunicato a doppia firma non sono normalità, non c’è nulla da celebrare cara Natalia Aspesi. La “normalità” cari colleghi di Repubblica è composta da 28,5 milioni di italiani sposati, sono quasi quindici volte di più dei circa 2 milioni di divorziati italiani, tra cui purtroppo sono registrato anche io. La “normalità” ha visto mia madre farsi carico della malattia di mio padre finché morte non li ha separati e non è stata una “favola”, ma un impegno responsabile. La “normalità” ve la vorrei raccontare io, che ho vissuto il divorzio giovanile e poi l’approdo in una stabilità matrimoniale che ha permesso la crescita nel benessere emotivo delle mie figlie e basta vedere una loro foto per coglierlo ed è anche per questo che le pubblico. La “normalità” è di Corinne che sposa Michael pensate un po’, dieci anni esatti prima dell’estate in cui Ilary sposava Francesco. Poi, nove anni fa, Michael ha avuto un tremendo incidente e Corinne da allora l’ha curato e protetto perché aveva promesso di stargli accanto “nella buona e nella cattiva sorte”. La normalità è che la cattiva sorte in una vita insieme prima o poi arriva, la normalità è farvi fronte. La favola è il modo con cui vi fanno fronte milioni e milioni di coniugi nel mondo. Alzatevi in piedi, a Repubblica e ovunque, per Corinna Betsch Schumacher perché vi state alzando in piedi per tutte le spose, tutti gli sposi che semplicemente, normalmente, senza far rumore e senza chiedere il riconoscimento delle Natalia Aspesi, danno ancora un senso profondo a quell’istituto plurimillenario che si chiama matrimonio. Che solo vissuto così è insieme normalità e favola.
Molto interessanti anche le parole di Antonello Iapicca che così risponde a chi definisce “normale” la fine di un matrimonio….
Normale, da norma. La norma che sostiene e vivifica la persona è quella nella quale siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio, maschio e femmina. La norma che rende normale, cioè adeguata, realizzata, compiuta, felice la persona e la sua vita è l’amore. Quello autentico, che è dono, sacrificio, rispetto, pazienza, attenzione, perdono. Soprattutto perdono. Ecco, di normale in un divorzio non c’è nulla, è anormale, perché frutto di una ribellione superba alla norma che ci fa belli, giusti, santi. Il divorzio è un’ingiustizia perché anormale e innaturale, frutto avvelenato di una falsa libertà, che è solo schiavitù alla passione; all’egoismo con cui, ingannati dal demonio, ci impossessiamo degli altri, li usiamo per i nostri piaceri e desideri, e li buttiamo quando non servono più. Anormale perché ferisce e devasta i figli, che recano nella loro carne incancellabili e inconfondibili i tratti della normale e naturale indissolubilità del matrimonio. Chi ci libererà da questa anormalità che il demonio spaccia per normalità, come spaccia il male per bene e il bene per male? Cristo, la norma del Padre fatta carne, che ha reso di nuovo normale l’amore sino alla fine. Normale in coloro che, nel suo amore, rinascono perdonati e normali. Normalissimi, come lo è, ad esempio, un matrimonio indissolubile.
Chiare ed illuminanti anche le parole della giornalista Costanza Miriano…..
No, quello che è ufficiale è che Repubblica odia la famiglia, e quindi saluta come “una bella notizia, finalmente” la separazione di due sposi dopo diciassette anni. E chi se ne frega dei tre figli (e del dolore di un uomo e una donna).