Internet: ecce compleanno
Sono trascorsi 25 anni dalla nascita del primo sito Internet. Oggi i siti web sono oltre un miliardo. Quelle legate alla rete sono tra le invenzioni che hanno maggiormente trasformato abitudini e società. Quasi ogni ambito – dal lavoro alla politica, dalla scuola alla sanità e all’economia – è interessato da questa rivoluzione che continua a condizionare, tra limiti e potenzialità, il vivere quotidiano. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
E’ il mese di agosto 1991: nasce il primo sito web messo on line dal Cern, il centro di ricerca di Ginevra, che per finalità scientifiche mette a disposizione di studiosi e di scienziati un database. La logica è quella degli ipertesti e di pagine collegate tra loro tramite link. E’ uno dei primi passi della rivoluzione digitale.
Da Arpanet a www
Questo storico traguardo è preceduto, nel 1969, dalla creazione di una rete di computer, Arpanet, creata dal Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti con scopi militari. Ma solo nel 1991, con l’avvento del World Wide Web, nasce l’epoca della tripla W. Comincia l’era della condivisione di massa delle informazioni.
Internet, universo in espansione
La rete prende subito forma e si espande. Nascono i primi motori di ricerca. Diventano familiari, in casa e in ufficio, i modem per connettersi ad Internet. I siti hanno in genere una grafica essenziale anche perché sono ancora processi lenti il caricamento delle pagine web e il completamento dei download.
Nel 2014 oltre un miliardo di siti
Nel 1995 i siti in rete sono meno di 25mila. Ma solo 4 anni dopo, nel 1999, si supera la soglia di un milione. Nel 2014 viene superato il traguardo di un miliardo di siti web. A distanza di 25 anni da quel primo sbarco sulla rete, gli utenti sono oltre 3 miliardi e mezzo. Si stima che nel 2020 saranno oltre 4 miliardi le persone connesse.
La rivoluzione di Internet ha modificato stili di vita, modi di comunicare e settori cruciali come l’economia e l’informazione. Come è cambiato il mondo della rete in questi 25 anni? Ecco le parole del prof. Paolo Peverini, docente di Semiotica della comunicazione visiva alla Luiss Guido Carli di Roma:
R. – Il mondo è cambiato moltissimo, così come del resto il significato che noi stessi attribuiamo alla parola “Internet”. I cambiamenti sono decisamente impressionanti. Sono impressionanti sotto il profilo tecnologico, politico, economico e finanziario. Oggi Internet fa parte della vita quotidiana di un numero enorme di persone. Internet oggi è davvero molto lontano dalle fasi di avvio. Oggi il Web è talmente pervasivo che, per molte persone, è molto complicato distinguere la dimensione “online”, l’essere connessi, da quella “offline”, il non esserlo.
D. – Dunque Internet e le nuove tecnologie investono interamente la vita dell’uomo, in vari ambiti, e in particolare anche in quello delle relazioni. Con l’avvento di Internet e delle nuove tecnologie non si usano più, ad esempio, cartine geografiche per gli spostamenti, ma il navigatore. La comunicazione attraverso la Rete prevale su quella faccia a faccia. Tra i limiti di Internet c’è anche, paradossalmente, una drastica riduzione delle interazioni dirette con l’altro e con la realtà circostante…
R. – Questo è un tema davvero molto interessante e vasto da esplorare. Partiamo da una considerazione: quando si comincia a utilizzare Internet nella prospettiva dell’utente – quando Internet, anche in Italia, inizia a diventare un fenomeno caratterizzato da grandi numeri – ci si accorge che la metafora che si usa per descrivere le pratiche di utilizzo e di avvicinamento dell’utente a Internet ha a che fare con l’esplorazione. Quindi con motori di ricerca che fanno riferimento all’esplorazione e alla scoperta. All’inizio, l’idea è che Internet sia un “mare magnum” in cui è possibile per l’utente curioso, non necessariamente esperto, raccogliere informazioni, cercando di orientarsi grazie ai motori di ricerca. Siamo nelle prime fasi del Web considerato come un fenomeno per un grandissimo numero di utenti: nelle case ci sono moltissimi computer e quindi Internet inizia a diventare una esperienza diffusa. Oggi – ad essere sinceri – sono le informazioni che cercano noi: è molto più complicato per noi sfuggire a quelle logiche di focalizzazione delle notizie ritenute rilevanti per l’utente, basate su algoritmi, sempre più potenti e precisi. Questo significa che, se in una prima fase Internet era caratterizzato dalla presenza di chat e board di discussione, oggi prevale sicuramente una visione meno entusiastica e positiva. Questo perché Internet è diventato un grande spazio di raccolta di informazioni per gli utenti, che poi possono essere utilizzate in maniera anche molto proficua dai brand per rivedere o pianificare strategie di marketing. Questo non significa che le persone non interagiscano più. Però, sicuramente, stiamo assistendo a dei fenomeni e in alcuni casi a delle vere e proprie patologie per gli utenti che fanno un uso più intenso della Rete.
D. – Quali sono i vantaggi e quali i limiti di essere sempre connessi?
R. – Internet oggi andrebbe forse definito meglio come “Social Web”. I social network oggi hanno un ruolo preponderante nello strutturare le interazioni tra gli utenti online. I vantaggi sicuramente ci sono: Internet consente a chiunque di accedere a dei contenuti. Questo non significa, però, che si sia realizzato quel modello di “democrazia elettronica”, che pure negli anni ’90 alcuni avevano provato a definire.
D. – E questo fa nascere una domanda cruciale: Internet rende veramente liberi? È davvero uno dei migliori sistemi di difesa delle democrazie?
R. – Io non credo che Internet, di per sé, renda liberi. Credo che dobbiamo provare ad abbandonare una visione deterministica del rapporto tra la tecnologia dei media, della comunicazione e dell’informazione, e i cambiamenti sociali. Non è mai una tecnologia, di per sé, l’unico elemento in grado di innescare un processo di democratizzazione.
D. – Si diffondono sempre più velocemente strumenti nuovi: quali sono le nuove frontiere della Rete – di Internet – e del mondo digitale?
R. – Quello a cui assisteremo, nei prossimi anni, è molto difficile provare ad indovinarlo oggi. Sicuramente, un aspetto determinante sarà la possibilità di ottimizzare le informazioni che vengono raccolte sul profilo degli utenti. E queste informazioni, raccolte tramite algoritmi sempre più precisi, consentiranno di perfezionare, sempre di più, il rapporto tra chi fornisce informazioni, servizi, prodotti online e i consumatori. Però, va anche detto che questo renderà probabilmente sempre più difficile, per molte persone, riuscire a fare a meno del Web. Per questo credo che oggi il termine stesso “virtuale” sia probabilmente desueto.