India ed utero in affitto

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India, ddl contro utero in affitto. Vescovi: tutelare la vita

Impedire lo sfruttamento del corpo femminile a scopo commerciale: con questo obiettivo il governo indiano ha presentato un nuovo disegno di legge che regola la pratica della maternità surrogata. Il “Surrogacy Regulation Bill 2016”, che deve essere ancora discusso in Parlamento, prevede che solo le coppie sterili indiane possano ricorrere alla surrogazione di maternità e che la gravidanza debba essere portata a termine da una parente stretta dei coniugi, la quale non dovrà percepire alcun compenso.

Se la proposta verrà approvata, la pratica dell’utero in affitto non includerà in alcun modo i single, gli omosessuali e gli stranieri, mentre le cliniche che operano nel settore dovranno essere registrate. Prevista, infine, la detenzione fino a 10 anni e multe fino a un milione di rupie (oltre 13mila euro) per chiunque sfrutti in maniera illegale le madri o manipoli gli embrioni.

“Si tratta di un passo avanti verso i valori tradizionali della famiglia – commenta all’agenzia Asia News Pascoal Carvalho, medico cattolico e membro della Pontificia accademia per la vita – la surrogazione è una manipolazione di embrioni e rappresenta una minaccia al valore intrinseco della dignità umana”. Naturalmente, resta ancora molto da fare in difesa della vita, dice mons. Savio Fernandes, presidente della Commissione per la famiglia nella regione occidentale della Conferenza episcopale indiana, che ribadisce: “La vita di ogni essere umano deve essere rispettata e trattata con dignità fin dal momento del concepimento”, per questo “la procreazione di una nuova persona dovrà essere il frutto e il segno della mutua donazione personale degli sposi, del loro amore e della loro fedeltà”.

A prescindere dalle migliorie normative, quindi, il presule sottolinea che la proposta di legge è del tutto “inaccettabile per la Chiesa cattolica, perché non afferma il rispetto e la dignità degli embrioni”. “La Chiesa cattolica – continua mons. Fernandes – conosce a fondo il dolore e la sofferenza delle coppie che scoprono di essere sterili”, ma ciò non vuol dire che la maternità surrogata sia la scelta migliore, piuttosto il presule ricorda la possibilità di adottare migliaia di bambini che vengono abbandonati in India.

Da ricordare che, in India, la pratica dell’utero in affitto ha creato un vero e proprio mercato, accentuato anche dai costi “contenuti” delle gravidanze rispetto ai Paesi occidentali: tra i 18mila e i 30mila dollari, ovvero un terzo del prezzo negli Stati Uniti, di cui circa 8mila spettano alla donna che porta in grembo gli embrioni donati dalla coppia.




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