Il Libano alla deriva

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Il mondo arabo è minacciato nella sua stessa esistenza da “identità assassine”, e le crisi e le guerre che sconvolgono l’intera regione hanno le loro radici profonde nelle “contrapposizioni regionali” e nelle “politiche internazionali”. Così i Vescovi maroniti, riuniti nella sede patriarcale di Bkerkè per la loro assemblea mensile, hanno per l’ennesima volta richiamato nel loro incontro la dimensione globale e i fattori esterni che continuano ad alimentare le guerre e le tragedie umanitarie in tutto il Medio Oriente.
Nella riunione, svoltasi mercoledì 4 maggio sotto la presidenza del Patriarca Boutros Bechara Rai, i Vescovi maroniti hanno riaffermato che l’elezione del Presidente della Repubblica – carica vacante da quasi due anni, a causa dei veti incrociati delle forze politiche – è “indispensabile per preservare l’identità costituzionale libanese”, e hanno anche messo in guardia dal pericolo della frammentazione su base settaria che inevitabilmente stravolgerà l’attuale fisionomia delle nazioni arabe, se si continua a privilegiare la strategia del ” ferro e fuoco” piuttosto che la scelta del dialogo.
Nel loro incontro – si legge nel comunicato finale, pervenuto all’Agenzia Fides – i Vescovi maroniti hanno anche commentato positivamente i recenti provvedimenti che prefigurano la chiusura delle “case di prostituzione”, e hanno chiesto che le indagini aperte negli ultimi tempi su casi di corruzione siano portate a termine, visto che anche gli scandali contribuiscono a far apparire il Libano come “una nave senza timone”.




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