Operazioni chirurgiche senza anestesia, ragazzine madri abbandonate negli orfanotrofi dopo abusi di guerra, “pendolarismo” lungo zone del fronte per trovare di che vivere: questi e molti altri drammi si consumano ogni giorno in Ucraina, nel silenzio pressoché totale dei media. A parlarne è il nunzio apostolico nel Paese, mons. Claudio Gugerotti, che esprime gratitudine a nome della gente per l’appello di Papa Francesco, e per la colletta pro-Ucraina lanciata per il 24 aprile nelle chiese cattoliche d’Europa.
In Ucraina, operano la Chiesa greco-cattolica, di rito bizantino, che è ampiamente maggioritaria nel Paese, e la Chiesa latina, anch’essa molto attiva e presente nel Paese. Nella zona in cui vi sono le difficoltà più rilevanti, questa nostra presenza cattolica è molto minoritaria. E’ stata costruita una rete di aiuto e di sostegno, che è riconosciuta ampiamente e con gratitudine anche dalle autorità governative. La Chiesa cattolica si è molto mobilitata, anche al di là delle proprie forze, con centri di vario genere, di cui si occupano soprattutto le Caritas, ma non solo. Quindi, mense per i poveri, centri di riabilitazione per i bambini, case di accoglienza soprattutto per le mamme con bambini nati in condizione grave, perché la violenza scatenata in quei territori ha spesso creato situazioni drammatiche, con le ragazzine negli orfanotrofi che sono rimaste incinte, senza nessuno, e le suore di Don Orione – per esempio – che hanno una casa per queste ragazze madri, si sono prese cure di loro. C’è poi una grande necessità di farmaci: molto spesso si opera senza anestetici, perché non arrivano… La Chiesa mostra veramente un’attività e una attenzione caritativa estremamente encomiabile.
Papa Francesco, all’interno della grande sofferenza che vive la popolazione ucraina, ha voluto mettere in risalto la condizione di due categorie particolari: i bambini e gli anziani… infatti le vittime sono per il 60% persone anziane. I bambini sono abbandonanti se hanno perso i genitori o se in casa c’è soltanto la madre – e sono molti i casi – perché l’accesso agli asili nido è soltanto per il 40% delle richieste, quindi la mamma, in queste circostanze, non può lavorare e non può mantenere la famiglia, perché deve stare con i bambini… Queste persone sono completamente abbandonate e questo per due ragioni. In quella regione, una parte notevole delle persone in età lavorativa se ne è andata e nessuno si occupa di quelli che sono rimasti e che non sono indipendenti. L’altro aspetto, molto delicato, è dato dal fatto che i sussidi sono elargiti dalle autorità ucraine soltanto nel territorio sotto controllo ucraino, ma molta gente fa la pendolare costantemente, avanti e dietro.