Il dossier Chilcot e le verità nascoste sulla guerra in Iraq

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Il dossier Chilcot riuscirà a raccontarci le vere motivazioni del conflitto in Iraq? Sarà possibile portare alla luce gli errori-orrori e le leggerezze compiute che hanno portato ad un conflitto le cui conseguenze stiamo ancora pagando? L’ex primo ministro scozzese Alex Salmond ne è convinto ed è certo che dal rapporto sul coinvolgimento britannico nella campagna militare in Iraq del 2003-2009, farà in modo di far venire alla luce le prove necessarie contro chi ha orchestrato una conflitto sanguinoso che causato 600mila vittime e che è concausa del terrorismo attuale.

L’indagine sul coinvolgimento britannico nella campagna in Iraq (2003-2009), condotta da una commissione indipendente guidata da Sir John Chilcot, è iniziata nel 2009; nel corso del tempo la pubblicazione dei risultati è stata più volte rinviata.

“Oggi possiamo finalmente vedere, come mi aspetto, un rapporto che rivela i retroscena della disastrosa guerra in Iraq”. “Sono trascorsi 13 anni dall’inizio della guerra, 7 da quando Sir John Chilcot ha avviato la propria indagine: le famiglie dei 179 soldati morti finalmente otterranno le prove e le conclusioni sul perché siamo stati mandati in questa guerra con l’inganno e il motivo per cui il governo britannico ha fallito nella pianificazione del conflitto e delle sue conseguenze”, — ha detto.

“La vergogna è che Tony Blair, che così volentieri ci ha portato in questa catastrofe di politica estera, ha visto in anteprima alcune parti della relazione prima dei parenti delle vittime. Non è giusto che Blair abbia avuto molti mesi per consultarsi con il suo entourage e gli avvocati, per difendersi in televisione, dove ha negato la sua colpevolezza, mentre le famiglie delle vittime lo potranno vedere solo 2 ore prima della sua pubblicazione”, — ha aggiunto Chilcot.

“Per coloro che si aspettano risposte oggi, dobbiamo mettere in chiaro che questo rapporto non emette un verdetto, è lontano dal porre l’ultima parola sulla guerra in Iraq, ma sarà solo l’inizio di un processo che mostrerà le prove e le conclusioni su cui in seguito potremo identificare i colpevoli,” — ha detto il politico.

La guerra in Iraq è iniziata nella primavera del 2003 con l’invasione delle truppe degli Stati Uniti e dei loro alleati, in particolare il Regno Unito, con l’obiettivo di rovesciare il regime di Saddam Hussein.

Va rammentato che la questione della partecipazione all’operazione delle truppe britanniche aveva provocato una spaccatura nel governo di Blair e che l’esecutivo decise di inviare l’esercito in Iraq solo dopo le dichiarazioni di Blair, secondo cui Hussein possedeva armi di distruzione di massa; armi che però non furono mai trovate.

La verità spesso incontra ostacoli che appaiono insormontabili ma con tenacia e determinazione e soprattutto senza paura può emergere ed essere vincente.

Certo nessuno potrà ridare ai propri cari le vittime, numerose, di quel conflitto, ma sarà importante portare alle luce le nefandezze compiute in nome del dio denaro a discapito della sacralità di molte vite.

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