Gorbaciov, URSS e Russia

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Gorbaciov – Ultimo Segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, padre della perestroika, Mikhail Gorbaciov si è spento, nelle scorse ore, all’età di 91 anni. Era ricoverato dall’inizio di luglio per problemi ai reni.

Nominato primo segretario del partito comunista a Stavropol nel 1970, nel 1985 diventa segretario generale del Pcus: Glasnost (trasparenza) e Perestroika (ristrutturazione) le parole d’ordine del politico, ultimo presidente dell’Unione sovietica, artefice della fine della guerra fredda e dell’apertura dell’Urss all’Occidente.

Nobel per la pace nel 1990, Gorbaciov fu il primo leader sovietico ad incontrare un Papa, Giovanni Paolo II – di cui disse: “penso di poter dire con buona ragione: durante quegli anni siamo diventati amici”.
Nel 1991 viene battuto da Boris Eltsin: disgregata, l’Urss diventa Comunità di Stati indipendenti – Csi.
Sarà sepolto a Mosca ma per lui, secondo le agenzie russe, non ci saranno funerali di stato.

DRAGHI

Tra i leader che hanno espresso cordoglio per la sua scomparsa anche il Presidente del Consiglio Mario Draghi.
“Mikhail Gorbaciov ha segnato la storia recente della Russia, dell’Europa, del mondo”, le parole del premier. “Dopo una vita nel Partito Comunista, ha posto fine con coraggio e determinazione all’esperienza dell’Unione Sovietica e cercato di costruire una nuova stagione di trasparenza, diritti, libertà. Il suo desiderio di pace, la sua opposizione a una visione imperialista della Russia gli sono valsi il Premio Nobel. Sono messaggi quanto mai attuali – conclude Draghi – davanti alla tragedia dell’invasione dell’Ucraina”.

MATTARELLA

“Con la morte di Mikhail Sergeevič Gorbaciov scompare una figura che ha profondamente segnato la storia europea e gli equilibri mondiali nell’ultimo scorcio del ventesimo secolo”. Così Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel ricordare il leader russo scomparso.
“Statista insigne, – prosegue il Capo dello Stato – sin dal momento della sua elezione alla guida dell’U.R.S.S. Gorbaciov ha suscitato in patria e all’estero importantissime aspettative di cambiamento. Ha perseguito con tenacia l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita dei suoi concittadini e di dischiudere alla comunità internazionale prospettive di pace e di collaborazione che sarebbero state inimmaginabili senza il suo fondamentale contributo, come poi riconosciuto con l’assegnazione del Premio Nobel per la pace”.
“In lui convivevano sincero attaccamento alle proprie radici e capacità di ascoltare e comprendere le ragioni degli altri, con il coraggio della consapevolezza che la preservazione della pace rappresentasse il valore più alto e la chiave di volta per la costruzione di un mondo migliore per tutti. Il debito nei suoi confronti è grande”, conclude Mattarella, “soprattutto da parte degli europei”




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