“Gli uomini liberi celebrano il ritorno della Novorussia in seno alla Terza Roma”

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Roma – “Gli uomini liberi celebrano il ritorno della Novorussia in seno alla Terza Roma”.
Così recita lo striscione firmato Fronte d’azione, esposto la sera del 11 ottobre intorno alle 21 sotto l’ambasciata della Federazione Russa a Roma in via Gaeta, in sostegno alle annessioni a Mosca dei territori di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia dopo il referendum popolare.
Un volere popolare, afferma il movimento, che condanna le politiche Ue e Nato, contrario all’invio di armi del nostro governo all’Ucraina e alle controverse sanzioni alla Russia, che continuano ad alimentare ulteriori danni economici al nostro Paese e all’Europa intera, con la possibilità che ci si possa avvicinare sempre più ad un conflitto su vasta scala, arrivando così ad un punto di non ritorno.
Chiara  la condanna verso gli stati uniti e la Nato, per le loro scellerate e continue escalation per portare un conflitto mondiale.
LA STORIA
Venerdì 30 settembre, nella sala di San Giorgio al Cremlino, Vladimir Putin ha firmato il protocollo di annessione dei territori ucraini di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, in larga parte occupati dalla Russia. Il passaggio delle regioni alla Federazione Russa avviene dopo che si sono tenuti dei referendum indetti proprio da Mosca. Ma come sì è arrivati a questo punto? Per capirlo bisogna tornare indietro di qualche mese.

All’alba del 24 febbraio 2022 il presidente russo Vladimir Putin ha dato l’ordine di invadere la vicina Ucraina. La decisione è avvenuta poco dopo il riconoscimento delle repubbliche separatiste del Donbass situate in territorio ucraino, Donetsk e Lugansk, e l’invio di truppe con la motivazione ufficiale di un’iniziativa di peacekeeping. Il conflitto va ormai avanti da otto mesi.

La crisi tra Russia e Ucraina non è però scoppiata all’improvviso. Il contrasto dura apertamente da otto anni: da quando, nel 2014, dopo la Rivoluzione di Euromaidan culminata con la cacciata dell’allora presidente Janukovyč, Mosca ha invaso e annesso la penisola di Crimea e sostenuto i movimenti separatisti nella regione del Donbass, in Ucraina orientale a causa delle violenza perpetrate contro la popolazione russofona.