E’ “Frontex” a parlare di record di domande di asilo nell’Unione Europea che, nel 2015, sono state pari a un milione e 350 mila. Nella sua “Analisi dei rischi 2016”, l’Agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell’Ue parla anche di record di “passaggi illegali” nei Paesi dell’Unione: quasi due milioni, sei volte di più del precedente record del 2014. Frontex rilancia quindi l’allarme sui possibili terroristi tra i migranti. Gli attacchi di Parigi, evidenzia ancora l’agenzia, “hanno dimostrato che i flussi di migranti irregolari possono essere utilizzati dai terroristi per entrare nell’Ue”. Due dei terroristi coinvolti, si legge nel documento, erano entrati “attraverso Leros presentando alle autorità greche falsi documenti siriani”.
Nel 2015 i Paesi Ue hanno segnalato 1,82 milioni di «attraversamenti illegali della frontiera esterna», una cifra record, più di sei volte il precedente primato registrato nel 2014. Un aggiornamento presentato da Frontex nell’Analisi dei rischi 2016, stimando in un milione gli arrivi dei migranti in Europa. Gran parte dei passaggi illegali di frontiera viene contata con i migranti che arrivano sulle isole greche dalla Turchia, ma poi vengono contati di nuovo quando si ripresentano ad un’altra frontiera Ue dalla rotta balcanica. E allora, come anticipato, la maggior parte delle segnalazioni (885.400) viene dalla rotta del Mediterraneo orientale, specialmente isole greche ed Egeo, e più del 90% di esse (803.000) è stata segnalata nella seconda metà del 2015. All’interno del dato, poi, l’analisi evidenzia in un importante sottostante non proprio a margine come i siriani siano la maggior parte, anche se gli afghani risultano aumentati «significativamente». E ancora: circa 764.000 segnalazioni vengono dalla rotta balcanica, soprattutto dal confine serbo di Ungheria e Croazia. Nel 2015 è diminuito invece il numero di arrivi dalla rotta del Mediterraneo centrale, scendendo a 154.000. In gran parte, spiega Frontex, questo è dovuto al fatto che i siriani si sono spostati sulla rotta orientale. È aumentato invece il numero dei gommoni usati sulla rotta centrale. Con l’aumento dei migranti è aumentato anche il numero dei trafficanti: quelli segnalati sono saliti a 12.000 lo scorso anno: la maggior parte sono marocchini, spagnoli, albanesi e siriani.
Il rapporto prosegue nella sua disamina, aumenta la portata dei rischi connessi a un flusso migratorio congestionato e congestionante. E allora, per esempio, Frontex ribadisce il pericolo di infiltrazioni terroristiche attraverso sbarchi e sconfinamenti. Gli attacchi di Parigi «hanno chiaramente dimostrato che i flussi di migranti irregolari possono essere utilizzati dai terroristi per entrare nella Ue»: è infatti quanto evidenziato dal report Frontex nell’edizione 2016 sull’analisi dei rischi. Due dei terroristi coinvolti nelle azioni di Parigi, si legge nel documento, «erano in precedenza entrati nell’Ue attraverso Leros, presentando alle autorità greche falsi documenti siriani». Inoltre, sempre la righe dell’analisi viene sottolineato che «in mancanza di controllo accurati e sanzioni per coloro che dichiarano il falso» nel momento della loro identificazione alle frontiere europee, «c’è il rischio che alcune persone che rappresentano una minaccia per la sicurezza dell’Ue ne approfittino». «Le organizzazioni criminali – si legge ancora nel documento – hanno la possibilità di utilizzare un gran numero di “veri” passaporti siriani in bianco che vengono compilati con dati di comodo e che quindi sono «difficilmente individuabili anche dagli esperti». Un lasciapassare indisturbato, quello dei documenti falsi, che fa il paio con il rischio sempre più incombente che armi “disponibili” in alcuni Paesi balcanici vengano importate e utilizzate per attacchi terroristici nei Paesi Ue. «Due giorni prima degli attacchi di Parigi – rileva allora il rapporto – la polizia tedesca intercettò un carico di kalashnikov, pistole, granate ed esplosivo che era stato trasportato in auto dal Montenegro da una persona risultata poi collegata alle azioni terroristiche. Kalashnikov e lancia missili a spalla, per esempio, possono essere acquistati su internet in posti come la Bosnia, dove si stima che circa 800.000 armi siano ancora illegalmente possedute da civili».