Difesa on Line e racconti: ZONA MILITARE – DIVIETO DI ACCESSO

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Ero all’ingresso della Base Navale, a qualche metro dal personale di guardia, ad aspettare un collega con il quale recarmi in Prefettura ed all’Ufficio del Registro per sbrigare faccende di lavoro.

Quella mattina di luglio sembrava di essere in Florida.

Un sole spettacolare ed un cielo terso facevano apparire azzurro anche lo specchio di mare della Base Navale di Napoli e persino qualche chiazza oleosa in superficie fungeva più da motivo decorativo che da fattore inquinante, con i colori di un chimico arcobaleno che danzavano pigri sull’acqua.

All’epoca dei fatti l’ingresso della Base era direttamente su Via Acton e così fare la guardia diventava un po’ meno pesante: potevi distrarti a guardare il traffico e le persone che passavano sul marciapiede.

Certo, non proprio un bel passatempo ma sempre meglio di niente.

Dal flusso del traffico uscì un’autovettura con roulotte al seguito, mise la freccia a destra e si infilò nel cancello della Base transitando, con fluida manovra, dinanzi al corpo di guardia. Agli amichevoli sorrisi che accompagnavano i cordiali saluti a mano agitata del conducente, della signora che gli sedeva affianco e di due bambini sul sedile posteriore, fece da contraltare lo sguardo distrattamente cordiale del sergente di guardia che rispose al saluto con un vago gesto della mano.

Così l’auto passò tranquillamente e, barcamenandosi fra qualche mezzo che stava uscendo, proseguì lungo la banchina, si infilò nella galleria nei pressi dell’autoreparto e si diresse verso il Molo San Vincenzo.

Alla domanda del piantone “Ma quello chi era?” il sergente rispose con infastidita ovvietà “E chi doveva essere, ‘na portaerei? Era ‘na machina cu’ ‘na roulotte, no?” e riprese la sua osservazione del traffico e dei pedoni.

Passò poco più di una mezz’ora, suppergiù il tempo che era evidentemente servito ad invertire la marcia impazzendo per fare manovra con auto e roulotte sul Molo San Vincenzo, quando la vettura si ripresentò al Corpo di Guardia.

Il conducente si sporse dal finestrino e, a mano alzata, richiamò l’attenzione del sergente che si avvicinò alla vettura, accennò un mezzo saluto militare e chiese “Dite, c’è qualcosa che non va?”

Il conducente, un po’ imbarazzato, rispose con una domanda ” Ma l’imbarco per il traghetto per Ischia da che parte è?”

“Il traghetto per Ischia? Caro signore…e non è qua…è al prossimo ingresso. Dovevate fare un po’ più di attenzione. Voi siete entrato in zona militare dove c’è divieto di accesso ai non autorizzati. Non avete visto il cartello? ”

“Quindi non potevo entrare?”

“E certo che no! ”

“Mi scusi, vado via subito” rispose – perplesso e contrito – il conducente. Ingranò la marcia e uscì sulla strada.

Alla nuova domanda del piantone ” Ma allora quello chi era?” il sergente rispose quasi infastidito ” E chi doveva essere? Uno che non so come ha fatto a se piglia’ ‘a patente. Nun sape manco leggere i cartelli. Ma come, dico io, tu vedi gente in divisa e tanto di cartello che dice che non si può entrare e ti infili lo stesso? E allora noi qua che ci stiamo a fare? Mah!”

E ritornò alla sua osservazione del traffico e dei pedoni.




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