“Il Sacro Cuore di Gesù ci ha protetto, noi e il centinaio di persone che si sono rifugiate presso la nostra parrocchia” esordisce p. Armand Zanou, parroco della Cattedrale del Sacro Cuore di Gran Bassam, dove un gruppo di terroristi ha attaccato alcuni resort di turisti sulla spiaggia, uccidendo 16 persone. “La Cattedrale, la chiesa più antica della Costa d’Avorio, si trova vicino alle spiagge attaccate” dice p. Armand che racconta all’Agenzia Fides come si sono svolti i fatti.
“Avevamo iniziato una processione al di fuori della nostra chiesa intorno a mezzogiorno. Verso le 13 abbiamo sentito i primi colpi di armi da fuoco e subito dopo abbiamo visto diverse persone scappare dalla parte della spiaggia e venire verso di noi. Abbiamo chiesto loro cosa stesse accedendo e ci hanno risposto che uomini armati stavano sparando sulla gente. Mentre il rumore della sparatoria si intensificava, aumentava il numero di chi cercava rifugio presso la Cattedrale.
In seguito, dopo circa un’ora, sono arrivati i militari delle forze speciali che hanno portato con loro una cinquantina di ostaggi che erano stati liberati dai resort attaccati. Ci hanno protetto fino a quando la zona è stata dichiarata sicura, intorno alle 19,30”.
“I tiri dei terroristi seguiti dallo scontro con l’esercito sono durati circa 45 minuti, forse un’ora. Lo scambio di colpi d’arma da fuoco è stato violentissimo. Tutte le persone rifugiatesi nel presbiterio della chiesa si sono gettate a terra, perché lo scontro era molto vicino a noi. Avevamo tre gruppi di persone rifugiatesi nel presbiterio: i parrocchiani che erano lì per le nostre attività e che sono rimasti bloccati dagli avvenimenti; la prima ondata di villeggianti che sono scappati dai terroristi e la seconda, costituita dagli ostaggi liberati dalle forze speciali che sono stati portati in chiesa. In totale circa un centinaio di persone tra ivoriani, francesi, belgi, libanesi e di altre nazionalità. Come si dice da noi c’erano molti ‘bianchi’. C’erano pure diversi bambini”.
P. Armand Zanou sottolinea che, purtroppo la Cattedrale ha riportato qualche danno dalla vicenda. Infatti quando gli ex ostaggi sono stati portati dai militari di fronte alla porta della chiesa, uno dei militari, che evidentemente non aveva ricevuto ordini al riguardo, ha chiamato il suo comando per chiedere dove lasciare gli ostaggi messi in salvo e gli è stato risposto di portarli presso la nostra chiesa. “Siccome la chiesa era chiusa, in quanto avevo deciso di utilizzare il presbiterio come rifugio – ricorda il parroco -, i militari hanno iniziato a rompere le finestre per farvi entrare i civili. Allora sono arrivato di corsa per guidare i civili all’interno. Comunque i militari ci hanno protetto fino alla fine dell’emergenza”.
(Agenzia Fides 14/3/2016)