Ecco le dichiarazioni di Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), in merito alle assoluzioni degli antifascisti che il 22 febbraio 2018 si scontrarono contro le forze dell’ordine a Torino. In quell’occasione due poliziotti rimasero feriti a causa dell’esplosione di un ordigno artigianale e per uno di loro si rese necessario un intervento chirurgico. Allego alla presente anche le foto del ferito.
Corteo antifa, poliziotto ferito da molotov. Per i giudici manifestazione “legittima”. Paoloni (Sap): «Ciò che è violento non può essere legittimo»
«Un antagonista condannato a 1 anno di reclusione per il lancio di bottiglie contro le forze dell’ordine. Tutti gli altri sono stati assolti poiché difficile da identificare in quanto avevano il volto completamente travisato, in una manifestazione che i giudici hanno ritenuto ‘legittima’ poiché contro il fascismo, durante la quale un nostro collega ha riportato importanti ferite a causa di schegge di una molotov che gli si sono conficcate nella gamba».
A dichiararlo è Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap), in merito alle assoluzioni degli antifascisti torinesi che manifestarono il 22 febbraio 2018, in occasione di un comizio di Casa Pound e alle motivazioni poste alla base delle assoluzioni.
«Manifestare il proprio dissenso è un diritto sacrosanto, purché avvenga in maniera pacifica e senza armi, come sancisce la nostra Carta Costituzionale all’articolo 17. A Torino – prosegue Paoloni – così non è stato, considerando che i sedicenti antifascisti, con volto travisato, hanno creato disordini e devastazione inveendo contro le forze dell’ordine. E’ inconcepibile parlare di legittimità, appellandosi alla massima secondo la quale ‘il fine giustifica i mezzi’, quando in ballo c’è la vita e la sicurezza di chi in quel momento stava facendo il proprio dovere. Definire ‘legittima’ una manifestazione durante la quale degli ordigni sono stati lanciati contro chi veste una divisa, significa – conclude – legittimare la violenza contro quello Stato che in quel momento è lì per la tutela di diritti costituzionalmente garantiti, come quello a manifestare in maniera pacifica e civile».