A volte ritornano, o meglio vorrebbero ritornare. Ignazio Marino applaudito da 500 militanti si lancia a dichiarazioni possibiliste sul suo ripensamento concernente le dimissioni da sindaco di Roma. Ha attaccato i suoi “nemici” accusandoli di voler fermare il suo lavoro, la sua opera di rinascita avviata per Roma con un programma da portare avanti che dovrebbe far rinascere la “città eterna” e riportarla ai vecchi fasti. Contro di lui le opposizioni ma soprattutto il PD pronto a sfiduciarlo nel caso confermasse di voler ripensare le sue dimissioni.
Parole forti le sue: “Questa piazza mi dà il coraggio di andare avanti. State scrivendo una pagina importante per la democrazia e la legalità di questa città voi mi chiedete di ripensarci. Io ci penso e non vi deluderò». Poi l’affondo con la citazione di Che Guevara: «Siamo realisti e vogliamo l’impossibile”.
Le missione impossibili sono altre: risollevare una Roma sempre più inguardabile ed invivibile.
Roma è una città invivibile invasa dalla malavita e dalla sporcizia. I diritti e le regole sono delle chimere e non si tratta di posizioni politiche ma di realtà. E’ facile addossare tutte le colpe ad Alemanno ed alla sua giunta: ciascuno ha i suoi demeriti ed i mali di Roma sono lunghi almeno un ventennio.
Ai cittadini interessano i risultati, ai militanti conservare i propri vantaggi a molti personaggi conservare le proprie poltrone. Ma Roma merita rispetto!