Caritas: povertà in pericolosa crescita

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Non lascia dubbi il rapporto “La Caritas in cifre”, diffuso dalla Caritas diocesana di Roma in occasione della Settimana della carità.
Tra le persone accolte nel 2016 nei Centri di ascolto della diocesi di Roma e nei 110 Centri di ascolto parrocchiali il 57% è rappresentato da cittadini origine straniera e il restante 43% è di nazionalità italiana.

Nel corso del 2016 sono state più di 48mila le famiglie che a Roma si sono rivolte ai centri Caritas, di queste il 43% sono italiane. Un dato che rispetto all’anno precedente è cresciuto di quasi il 10%.

Per queste 48mila famiglie nel 2016 sono stati serviti 360 mila pasti – quasi mille ogni giorno – 40 mila visite domiciliari a malati e anziani e 16mila prestazioni sanitarie.
Un’intensa attività che ha visto all’opera 6 mila volontari di ogni età e 5 mila studenti.

L’età media per gli stranieri si attesta intorno ai 45 anni mentre per gli italiani è di circa 53 anni.
Anche in questo dato c’è un avvicinamento anagrafico tra le due aree che vede l’abbassarsi dell’età media degli italiani e l’innalzamento (sia pure lieve) di quella degli stranieri.

Per oltre il 42% le richieste di aiuto provengono da famiglie che vivono in affitto; per il 16% da convivenze con altri nuclei e per un 10% da coloro che vivono in ricoveri di fortuna o in occupazione collettiva. Solo un 7% vive in casa di proprietà.

Il rapporto registra un aumento degli utenti che usufruiscono dell’assistenza Caritas per un tempo più lungo rispetto agli anni precedenti (sempre più spesso superiore ad un anno).

Durante i colloqui – si legge nel documento – si riscontrano gli effetti psicologici della crisi: si registra molta fatica, anche emotiva, un forte senso di frustra­zione perché nonostante gli sforzi, le rinunce e i sacrifici, le persone non vedono una via di uscita.

Sempre molto alto è il numero dei nuclei familiari con figli minori e adolescenti che vivono forti difficoltà legate al basso reddito e alla mancanza di lavoro con sfratti e inde­bitamenti; famiglie costrette a vivere separatamente o ad abitare in case fatiscenti, senza luce e acqua calda, e/o a condividere con altre persone case e addirittura camere.

Una situazione che va peggiorando e delle quali le autorità politiche competenti sembrano non avere il polso della situazione. Tutti sanno ma in pochi fanno qualcosa. Eppure basta transitare per Roma, fare due passi a piedi per scoprire con i propri occhi la gravità di una situazione che ve degenerando di giorno in giorno.

Bisognerebbe spalancare gli occhi, capire realmente quello che sta accadendo, rendersi conto che se il popolo ha fame diviene insidioso e fuori controllo. E’ necessario intervenire. Fare qualcosa presto e bene!




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