Andria – Case affittate agli immigrati anziché agli italiani: così può essere riassunto il progetto Dall’esclusione all’inclusione, portato avanti dal sacerdote della diocesi di Andria e responsabile della Casa di Accoglienza Santa Maria Goretti, don Geremia Acri.
Un’iniziativa che, a detta dei promotori, sta rivoluzionando il sistema di accoglienza dei braccianti agricoli extracomunitaria ad Andria, in Puglia, ed è basata su tre principi: l’ordine, l’accompagnamento e la manutenzione. Sono già dunque centinaia gli extracomunitari sistemati in affitto in appartamenti privati. Per ogni affittuario basta la presenza di un volontario che verifica periodicamente lo stato dell’abitazione. Così «i cittadini andriesi proprietari di case chiamano per affittare ai migranti invece che agli italiani. E’ un qualcosa di inedito e utopistico in Italia, dove di solito prevale il razzismo», esulta Yvan Sagnet, presidente dell’Associazione No Cap e partner del progetto, che spiega su Facebook lo svolgimento dell’iniziativa.
Esultano anche alla Fondazione Migrantes, l’organismo pastorale della Cei che si occupa di accoglienza e immigrazione: «Numerosi senza fissa dimora, che fino a qualche giorno fa alloggiavano in alcuni ghetti dei nostri territori, in baracche di fortuna, riposando su giacigli improvvisati e zeppi di acari, con servizi igienico-sanitari al limite della decenza umana, ebbene a loro è stato proposto un luogo di accoglienza sicuro, un lavoro onesto e un trasporto, da e per il lavoro, onesto. E’ questo il progetto strutturato per dare risposte concrete all’emergenza abitativa dei migranti stagionali sul territorio», si legge sul loro sito.
Iniziativa degna di nota, ma i poveri italiani? A loro chi pensa? Domande senza risposta!