Cinema – Film: nelle sale italiane ecco Red Sparrow con la Honey Trap

481

E’ arrivato nelle sale italiane, tra qualche polemica (più che altro di stampo sessista) il film di spionaggio ‘Red Sparrow’.

Sulla storia nulla da dire anzi, la trama prende e non ti permette di distrarti tenendo il livello di attenzione dello spettatore molto alto. Ma conoscete il termine ‘Honey Trap’?

‘Honey trap’, cioè trappola al miele, espressione usata in campo spionistico per indicare agenti che usano l’arma della seduzione e del sesso per intrappolare o ottenere informazioni da un bersaglio. E’ il ruolo forte, tra scene di nudo integrale e di violenza, tortura compresa, nel quale si cala Jennifer Lawrence nello spy thriller diretto da Francis Lawrence, già regista della giovane diva premio Oscar in vari capitoli di Hunger Games.
Il film, nelle sale italiane dal1 marzo con 20th Century Fox, è costruito su un cast di primo piano che comprende Joel Edgerton, Charlotte Rampling, Matthias Schoenaerts, Jeremy Irons e Ciaran Hinds. Alla base della storia c’è l’omonimo romanzo bestseller (in Italia edito da DeA) firmato da Jason Matthews, che si è dato alla scrittura dopo essere stato per 33 anni agente della Cia.

La Lawrence è Dominika Erogova, una ballerina russa ingaggiata in un programma di intelligence nel quale viene addestrata per usare l’arte della seduzione e della manipolazione sessuale per incastrare spie.
“Ci è voluto un po’ per dire sì ma dopo aver finito di girare mi sono sentita forte” ha dichiarato l’attrice protagonista Jennifer Lawrence . Da ricordare che il film è ispirato al romanzo di Jason Matthews pubblicato da DeA Planeta
In un’intervista ad una tivvu’ australiana, l’attrice 27enne ha anche confessato che la notte prima il solo pensiero di essere nuda come mamma l’ha fatta (sue parole testuali) non l’ha fatta dormire. “Sì – ha ammesso – non ho dormito la notte prima perché è stato come avere l’incubo di trovarsi completamente nuda in classe ma dopo aver finito la scena mi sono sentita forte”.
Nell’intervista la giovane attrice ha detto anche di essersi sentita intimidita dal dire sì al film appunto per le scene di nudo integrale ed in particolare dopo essere stata vittima di pirateria informatica nel 2014 quando alcune sue foto intime furono rese pubbliche.
L’ex spia, che ha sviluppato la storia in una trilogia, composta anche da Il palazzo degli inganni e il capitolo finale The Kremlin’s Candidate, appena uscito negli Usa, ambienta la vicenda in Russia, dove, ha spiegato Matthews, l’utilizzo di spie seduttrici, era particolarmente diffuso, come pare lo sia oggi anche in Cina. La sua eroina è Dominika Egorova (Lawrence), ballerina del Bolshoi, costretta a rinunciare alla danza dopo un grave incidente. Reclutata, suo malgrado, dal giovane zio (Schoenaerts), spregiudicato ufficiale dei servizi segreti, Dominika viene addestrata duramente alla Sparrow School, scuola per questo particolare tipo di spie, che pare esistesse davvero in Russia. Inviata poi a Budapest, per ‘agganciare’ l’agente della Cia Nate Nash (Edgerton), che sta proteggendo un’importante talpa nel governo russo, Dominika si lancia in un complesso gioco di rivelazioni, tradimenti e nuovi piani, pur di riacquistare la propria libertà.

Il film, che pesca a piene mani dai capisaldi del genere, paga qualche lunghezza e violenza di troppo ma è efficace nel mettere in scena diversi piani di seduzione e controllo, soprattutto grazie alla bravura degli attori. ”Ogni essere umano è un mosaico di bisogni, se diventi il loro pezzo mancante ti diranno tutto” spiega la capo istruttrice (Rampling) a Dominika durante l’addestramento. ”C’era bisogno di un film così in questo momento – ha spiegato Jennifer Lawrence nelle interviste.

La protagonista è una donna che è stata controllata e manipolata per tutta la vita, capace di riprendersi quel controllo. Si sente più forte e mi sono sentita così anch’io girando il film”. Un’energia dimostrata dall’attrice anche qualche giorno fa, reagendo ad alcuni articoli e commenti sui social network che stigmatizzavano il fatto si fosse troppo ‘scoperta’ apparendo in un vestito Versace per un photocall di Red Sparrow all’aperto a Londra, mentre gli altri attori si erano protetti dal freddo con cappotti e sciarpe: ”Quel vestito di Versace era favoloso, vi pare che copro quell’abito fantastico con un cappotto e una sciarpa? – ha scritto su Facebook -. Sarei rimasta fuori in mezzo alla neve per quel vestito, perché amo la moda e perché l’ho scelto io”. Per lei l’atteggiamento in questo tipo di critiche ”è sessista, è ridicolo, non è femminismo”.
La Lawrence ha aggiunto: “Ho passato molti anni sentendomi colpevole, insicura e a disagio nell’essere percepita come un oggetto sessuale. Poi ho letto questa sceneggiatura e me ne sono innamorata. Ho pensato: se rifiuto e mi lascio sfuggire quest’occasione per via delle mie insicurezze, i responsabili del furto delle mie foto avranno davvero vinto”.
Il registaFrancis Lawrence (che non ha alcun tipo di parentela con l’attrice), è stato accusato di essere eccessivamente simile a quello dell’Universo Marvel. Accuse talmente martellanti che il regista ha voluto chiarire una volta per tutte la questione, precisando durante un’intervista con ScreenRant che l’eroina interpretata da Jennifer Lawrence non ha niente a che vedere con quella cui presta il volto Scarlett Johansson: “C’è gente che pensa che Red Sparrow sia molto simile alla storia di Vedova Nera. Non si ispira a Vedova Nera, ma all’omonimo romanzo scritto da un tipo che lavorava per la CIA. I suoi riferimenti prendono spunto da fonti completamente diverse. Penso che questo sia un film unico, è un thriller, non è un action movie o un film con dei gadget. Ha un rating-R. C’è violenza, è un po’ anche perverso, pieno di suspance e di intrighi. È un genere di spy movie del tutto diverso” ha tenuto a precisare il regista.
Ritornando alle polemiche, a scatenare una tempesta di critiche sono state le foto in cui l’attrice 27enne, in occasione del lancio del film è comparsa in uno scollato abito lungo su una terrazza londinese, all’aperto, insieme a uomini in indumenti adatti ad affrontare le rigide temperature invernali.
I cultori del politicamente corretto hanno prontamente rimbrottato la giovane star di Hollywood che, a loro inappellabile giudizio, si sarebbe piegata al sessismo dominante mostrandosi con le braccia scoperte, uno spacco vertiginoso e un paio di sandali aperti nel gelo di Londra.
Per sgombrare il campo dagli equivoci, proprio lei, che è pure tra le fondatrici del movimento Time’s up contro le molestie, ha scritto su social network: “Non è solo del tutto ridicolo ma ne sono estremamente offesa. Il vestito era favoloso: perché avrei dovuto coprire quella meraviglia con un cappotto e una sciarpa? Sono stata all’aperto solo cinque minuti e per quell’abito avrei affrontato anche la neve perché amo la moda». Shut up, chiudete la bocca.
L’idea sessista, che la parità si raggiunga attraverso l’annientamento della femminilità e l’adeguamento passivo al modello maschile è semplicemente assurda. “Esagerare su tutto ciò che qualcuno dice o fa, creare polemiche su sciocchezze innocue come quello che scelgo di indossare o non indossare, non ci fa andare avanti – ha scritto l’attrice – Al contrario, ci distrae da ciò che è davvero importante. Datevi una regolata: tutto ciò che indosso è una mia scelta. E se decido di aver freddo, è pur sempre una mia scelta”.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *