Carabinieri – Il ricordo di Condotto e Maronese trucidati dai NAR

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Carabinieri – A trentanove anni dal duplice omicidio l’Arma ricorda Codotto e Maronese, trucidati dai Nar il 3 febbraio 2020. Cerimonia solenne per uno degli anniversari più sentiti per i carabinieri padovani, che il 5 febbraio ricordano la tragica scomparsa dei colleghi Enea Codotto e Luigi Maronese. Vittime del servizio nel 1981, uccisi dai militanti dei Nar, con il loro sacrificio ne fecero arrestare il leader.

Oggi, mercoledì 5 febbraio, in occasione del trentanovesimo anniversario dall’omicidio dei due carabinieri, si svolgerà una cerimonia presieduta dal comandante della legione carabinieri “Veneto”, generale di brigata Fabrizio Parrulli, a cui parteciperanno anche i congiunti dei militari caduti. Alle 9, sul luogo dell’agguato al Bassanello, il comandante e una rappresentanza dei militari dei comandi padovani deporranno una corona di fiori davanti alla stele che ricorda l’eccidio. Alle 9.40 alla caserma di via Rismondo che da Codotto e Maronese prende il nome, sarà celebrata una messa officiata dal secondo cappellano militare capo don Corrado Tombolan.

Era la sera del 5 febbraio di trentanove anni fa quando l’appuntato Enea Codotto e il carabiniere Luigi Maronese in qualità di autista, in turno per Nucleo radiomobile, rispondevano alla segnalazione di un cittadino. Arrivati lungo il canale Scaricatore, in un luogo appartato, avevano notato un gruppo di persone sospette intente a recuperare armi e munizioni nascoste lungo l’argine. Erano terroristi dei Nuclei armati rivoluzionari, responsabili di decine di omicidi. Alla vista dei militari è nato un feroce scontro a fuoco che ha lasciato a terra i due carabinieri. Anche se gravemente feriti, Codotto e Maronese sono riusciti a colpire uno dei capi dell’organizzazione, Valerio Fioravanti, permettendone l’arresto.

Quella tremenda notte segnò una svolta fondamentale nella lotta al terrorismo. Il sacrificio di Codotto e Maronese permise di catturare numerosi criminali aderenti ai Nar e loro fiancheggiatori, recuperando armi, documenti ed esplosivi che di fatto scongiurarono altri tremendi attacchi. «Luminoso esempio di virtù militari e assoluta dedizione al dovere», i due carabinieri sono insigniti della medaglia d’oro al valor militare alla memoria, la più alta ricompensa che lo Stato riconosce ai servitori eroici caduti in servizio.

Gli stessi militari dell’Arma ricostruirono così la storia di quella tragica giornata.

La sera del 5 febbraio 1981 la pattuglia del locale Nucleo Operativo e Radiomobile con a bordo l’appuntato Enea Codotto di 25 anni e il carabiniere Luigi Maronese di 23, avvertita dalla chiamata di un cittadino, si portò nei pressi del canale Scaricatore, nel quartiere Bassanello, alla periferia di Padova. Arrivati sul posto, i due sorpresero alcuni militanti dei Nar (un gruppo terroristico neofascista) che tentavano di recuperare un borsone di armi precedentemente nascoste nel letto del canale. Scoperto dai militi, il gruppo (composto dai fratelli Cristiano e Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Gilberto Cavallini, Giorgio Vale e Gabriele De Francisci) ingaggiò un violento conflitto a fuoco con gli agenti, colpendoli a morte. Prima di essere uccisi, i carabinieri riuscirono a loro volta a colpire il leader del gruppo, Valerio Fioravanti, che, gravemente ferito ad entrambe le gambe, fu arrestato. Codotto e Maronese furono insigniti di Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

Il 5 febbraio 2004, in occasione della ricorrenza del tragico conflitto a fuoco, la Caserma sede del Comando Provinciale Carabinieri di Padova è stata intestata ad Eneo Codotto e Luigi Maronese.

Anche la motovedetta CC 818 di Pescara, già dislocata in Taranto, è stata intitolata a Codotto.

 

Luigi Maronese nacque a Treviso l’8 ottobre 1957, all’interno di una modesta famiglia di contadini. Arruolatosi nell’Arma nel 1977 come carabiniere ausiliario, in qualità di carabiniere ausiliario, dopo aver compiuto il servizio militare di leva entrò in servizio come carabiniere effettivo destinato alla Compagnia di Portogruaro. Nel 1979 1] dopo aver completato un apposito corso, fu assegnato alla Legione di Padova, destinato al locale Nucleo Radiomobile in qualità conduttore di autoradio.

 

Per lui la Medaglia d’oro al valor militare con questa motivazione: «Conduttore di autoradio di nucleo operativo e radiomobile, interveniva, di notte, in località isolata, unitamente a graduato capo equipaggio, per identificare alcune persone, risultate successivamente appartenere a pericoloso gruppo eversivo, mentre recuperavano armi e munizioni precedentemente occultate in un canale. Proditoriamente aggredito da terrorista in agguato, mentre si accingeva ad allertare la centrale operativa, benché gravemente ferito da colpi di arma da fuoco, reagiva con l’arma in dotazione favorendo l’intervento del capo equipaggio che, dopo violento scontro a fuoco, feriva gravemente il malfattore, prima di cadere, a sua volta, colpito da altri terroristi. L’eroico comportamento consentiva la cattura del terrorista ferito, l’identificazione e l’arresto di numerosi componenti del gruppo eversivo e fiancheggiatori appartenenti alla delinquenza comune, nonché il recupero di un notevole quantitativo di armi, munizioni, esplosivi e documenti rinvenuti anche in diversi covi dagli stessi utilizzati. Luminoso esempio di attaccamento al dovere spinto fino all’estremo sacrificio. Padova, 5 febbraio 1981.» — Decreto del Presidente della Repubblica 29 gennaio 1982

Enea Codotto  arruolatosi nell’Arma dei carabinieri nel 1975, dopo aver prestato servizio presso la stazione di Teolo (PD), dal 1976 era in forze, come Appuntato, presso il Nucleo radiomobile della Compagnia di Abano Terme (PD).

Anche per lui la medaglia d’oro al valor militare con questa motivazione: «Capo equipaggio di autoradio di nucleo operativo e radiomobile, già distintosi in precedente, rischiosa operazione di servizio per la quale era stato promosso per benemerenze d’istituto, interveniva di notte, in località isolata, ove sorprendeva alcune persone sospette, risultate successivamente appartenere a pericoloso gruppo eversivo, mentre recuperavano armi e munizioni precedentemente occultate in un canale. Sostenuto dall’azione del militare autista — che reagiva con l’arma in dotazione, benché ferito da terrorista in agguato — ingaggiava con quest’ultimo violento conflitto a fuoco, incalzandolo e ferendolo gravemente. A sua volta proditoriamente aggredito dagli altri terroristi che gli esplodevano contro numerosi colpi di arma da fuoco, cadeva privo di vita. L’eroico comportamento consentiva la cattura del terrorista ferito, l’identificazione e l’arresto di numerosi componenti del gruppo eversivo e di fiancheggiatori appartenenti alla delinquenza comune, nonché il recupero di un notevole quantitativo di armi, munizioni, esplosivi e documenti rinvenuti anche in diversi covi dagli stessi utilizzati. Mirabile esempio di eccelse virtù militari, fulgido ardimento ed assoluta dedizione al dovere.»




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