Ci siamo! Eccoci al via della nostra rubrica con Ludovica Bedeschi che imparerete a conoscere sulle nostre pagine e che vi donerà delle pillole di saggezza per viver nel migliore dei modi con consigli interessantissimi ed per tutti.
Come è nata l’idea di intraprendere la sua professione?
Sono sempre stata affascinata dalla mente umana. Già alle scuole medie presentai agli esami la mia prima tesina sul cervello. E alla maturità portai una revisione in chiave psicologica del libro di Lewis Carrol “Alice in Wonderland”; quindi credo che sia la mia professione che abbia trovato me, in un certo senso. Inoltre penso che, al di lá delle sintomatologie psichiatriche più evidenti, intraprendere un percorso personale sia un atto di cura verso sé stessi e non necessariamente sintomo di malessere psicologico.
Ci racconta i primi passi lavorativi?
La strada dello psicoterapeuta é lunga e piuttosto incerta, specie agli inizi. La concorrenza é altra (specie negli ultimi tempi con l’avvento delle formazioni “fai da te” e pseudo corsi che millantano soluzioni pret a porter per il.disagio psicologico), ma come in ogni ambito professionale la preparazione e la serietá, a lungo andare, ripagano gli sforzi e l’impegno. Perciò, dopo una lunga e variegata gavetta posso dire che ne é valsa la pena! Bisogna essere curiosi ed esplorare. Non si deve pensare solo alla figura dello psicologo clinico, quindi psicoterapeuta, ma considerare i molteplici risvolti della nostra professione e investire nei settori meno battuti.
Quali sono i suoi pazienti tipo?
Non ho una tipologia specifica di pazienti, facendo esclusione per i bambini che non visito e per i quali, é importante ricordare, bisogna avere una formazione specifica in quanto richiedono attenzioni e trattamenti particolari. Mi occupo di tutta la psicopatologia dell’adolescenza e dell’adulto(ansia, depressione, disturbi alimentari attacchi di panico, disturbi della sfera sessuale e di identità di genere)nonché situazioni di disagio esistenziale legato agli aspetti relazionali (separazioni, lutti), e ho una formazione in ambito psico traumatologico che tratto con la tecnica EMDR (Eye Movement desensitization and Reprocessing) basata sui movimenti oculari e si applica in tutti i casi di trauma fisico o psicologico con risultati scientificamente dimostrati. Inoltre, avendo un trascorso in ambito sportivo agonisitico, ho completato la mia formazione seguendo un master in Psicologia dello Sport e seguo ormai da diversi anni, atleti di livello nazionale e internazionale di diverse discipline sportive (tennis, golf, equitazione) e devo ammettere che é un ambito estremamente stimolante e gratificante.
Dove svolge la sua professione?
Ho due studi dove svolgo la libera professione a Roma, in Prati e uno in zona Roma Nord (Cassia Olgiata); spesso quando seguo gli atleti sono io a spostarmi per seguirli in allenamento o in gara a seconda del luogo richiesto.
Si ispira a dei personaggi particolari?
L’ispirazione é fondamentale per poter crescere sia professionalmente che umanamente; pertanto anche io ho dei “mentori” che non ho avuto la fortuna di poter conoscere ma che ispirano sia la mia pratica clinica che la mia stessa vita e nello specifico parlo di James Hillman, Umberto Galimberti, Margherita Hack, e potrà sembrare un po comico ma anche Schultz (creatore del fumetto Charlie Brown), perché ci ricorda di non prendere mai la vita troppo sul serio..!
Come contattarla?
Tramite il mio sito personale www.ludovicabedeschi.com dove ci sono i miei riferimenti e un modulo on line di richiesta per un primo appuntamento, o tramite il Centro Clinico de Sanctis presso il quale collaboro in sinergia con ottimi colleghi.
Chi dovrebbe contattarla e perchè?
Un percorso di psicoterapia non é necessariamente indicato solo in caso di disagio psicologico. Come detto in precedenza, spesso si cerca di risolvere le proprie difficoltà personali in autonomia negando anche a sé stessi l’effettiva necessità di un confronto con un professionista. Purtroppo, é ancora abbastanza radicato nell’immaginario comune che rivolgersi a un professionista della salute mentale sia sintomo di “malattia psichica” e pertanto si tende a procrastinare anche un Po per un senso latente di vergogna e di vulnerabilità. Niente di più sbagliato. Lo psicoterapeuta può fornire chiavi di lettura alternative a molte situazioni di disagio personale che una semplice chiacchierata con un amico, o un parente, difficilmente potrebbe risolvere.
Come inizia una terapia?
Il primo contatto con lo psicoterapeuta é già una forma di terapia. Indica che la persona ha preso consapevolezza di un bisogno e pertanto già da ciò si inizia a prendersi cura di sé. Affidandosi lascia anche che un altro possa prendersi cura di lui. É l’inizio di un circolo virtuoso, anziché vizioso. Si valutano insieme gli obiettivi terapeutici, il tutto in un clima di collaborazione non giudicante.
Una curiosità: breve spiegazione sull’ippoterapia ed a chi si rivolge!
L’ippoterapia é nello specifico un intervento che si rivolge a soggetti affetti da patologie neurologiche e motorie per cui grazie all’andatura basculante del cavallo si stimolano i recettori nervosi della spina dorsale e quindi la loro attività.
Solo in tal caso si può parlare di ippoterapia. Negli altri casi di utenti con disagio psichico si parla di Equitazione Integrata. Va specificato ciò per non indurre nella falsa speranza che il cavallo possa “curare” patologie serie come autismo, psicosi infantili, sindromi genetiche e quant’altro. Il rapporto con il cavallo può essere un veicolo di esperienze relazionali positive, nuove abilità apprese e competenze funzionali all’inclusione sociale, ma bisogna essere molto cauti nel generare false aspettative di guarigioni miracolose. Io sono un Tecnico della Riabilitazione Equestre FISE, e operatore di Equitazione Integrata;, ho condotto un progetto che comprendeva 10 ragazzi affetti da disturbi dello spettro autistico, che in 3 anni di lavoro hanno acquisito strabilianti capacità relazionali e nuove abilità, ma nessuno di loro é mai “guarito” dalla loro difficilissima patologia. Pertanto sono sempre molto guardinga verso certe nomenclature.
Obiettivi presenti e futuri?
Obiettivi presenti possono essere quelli di continuare a lavorare con serietà e passione. Quelli futuri saranno la conseguenza di quelli presenti! Bisogna sempre vivere nel presente e tenere a mente che il nostro primo “dovere” é la serenità.
Qualche domanda su di lei
Come trascorre il tempo libero?
Avendo praticato sport sin dall’infanzia, appena posso mi dedico alle mie passioni sportive. Anche se al primo posto c’è indiscutibilmente il tempo da condividere con mia figlia.
Il su piatto preferito. Ama la cucina?
Invidio profondamente chi sa cucinare. . sono un’ottima forchetta, ma sono totalmente incapace di creare un piatto commestibile vista anche la mia dieta vegetariana che si Sa, perderà sempre davanti a una bella amatriciana! Come piatto preferito posso mettere al primo posto il pescato in generale. Sia nella pasta che come secondo..o magari fritto!
Cosa pensa della politica?
Credo che il mio pensiero sulla politico si possa sintetizzare nell’affermazione di un personaggio di rilievo storico (Giulio Andreotti) che recitava “Il potere logora chi non lo possiede”. Oggi non vedo politici, vedo persone che rincorrono privilegi, status, e potere. Credo che pochi tra i quali che oggi ricoprono un ruolo istituzionale, abbiano realmente a cuore la collettività. Non siamo un popolo con un senso comunitario. E lo si vede nelle piccole cose di tutti i giorni. Oggi vige molto di più il concetto di difendersi dallo Stato stesso, piuttosto che lavorare per il bene comune. Per me oggi non esiste più la politica, esiste l’interesse personale. E lo scimmiottamento di culture imposte, che sono ben lontane dalle profonde e millenarie tradizioni italiane.
Film preferito?
Uno solo?
Posso dirne almeno 3?
Vita di Pi, la vera storia di un ragazzo indiano naufrago e la sua esperienza esistenziale al largo dell’oceano.
The Hours, la storia di Mrs Dalloway di Virginia Wolf, in 3 epoche storiche differenti. (Oscar a Nicole Kidman)
Will hunting (genio ribelle) sulle possibilità alternative dell’uso del talento.
Ok ne dico un ultimo..
Cast away, vera storia di un naufrago che ha vissuto 1526 giorni su un’isola deserta. Ed é sopravvissuto. Senza iPad. :-))
Cosa vorrebbe dalla sua vita?
Ho una concezione un po’ autodeterministica della vita. Credo molto nella capacità di rendere la nostra vita un po’ come il prodotto delle nostre idee e quindi delle nostre azioni. Ovviamene esiste una porzione di eventi che esulano dal nostro controllo od operato, ma sono sempre i nostri atteggiamenti mentali a determinare le nostre reazioni agli eventi, e non il contrario. Quindi posso dire che spero di avere abbastanza tempo per far accadere ciò che desidero accada. Per quanto mi ritenga già oggi una persona molto fortunata.
Quanto conta il successo?
Dipende dall’idea personale di successo. Non ho un buon rapporto con questo termine.
Successo rispetto a cosa?
Oggi la depressione viene considerato il male più diffuso all’interno della società per così dire “civilizzata”. Ed é paradossale se ci si pensa. Abbiamo molto più di ciò che necessitiamo, eppure spesso siamo infelici, insoddisfatti. Siamo sempre più orientati verso l’analisi di ciò che manca , piuttosto che verso ciò che abbiamo già.
É una trappola che ci spinge a cercare di ottenere sempre più, anche a livello di immagine personale. Poiché il successo, può definirsi come il riconoscimento che gli altri daranno al nostro operato.
Pensiamo al criceto che corre sulla ruota…. per quanto si affanni é sempre fermo allo stesso punto.
Quindi il successo deve essere sempre misurato su propri obiettivi realistici e personali.
Mai etero imposti, o legato alle aspettative esterne.
Essere in salute, avere un luogo sicuro dove poter tornare la sera, e degli affetti é già un successo.
Il resto sono obiettivi. E non necessariamente devono definire chi siamo, ma solo cosa facciamo,
Quanto conta il denaro?
In realtà il denaro conta davvero poco rispetto ai grandi temi della vita: salute, amore, amicizia, relazioni.
Nessuno di questi elementi può essere comprato, o veicolato in termini monetari.
Il denaro é un mezzo che facilita , agevola alcuni aspetti. Ma é una convenzione creata dall’uomo per misurare il valore delle cose, non delle persone. Noti personaggi che recentemente si sono tolti la vita, sembravano in apparenza aver raggiunto “il successo” e “la ricchezza”, e lo stupore generale era sempre riferito al chiedere “cosa mancasse loro”?
Mi pare che la considerazione finale venga da sé.
Bisogna avere la consapevolezza che in una società basata sul denaro, esso abbia indiscutibilmente il suo peso e che avere soldi é ovviamente più auspicabile rispetto al non averne, ma ho visto più gente ricca e insoddisfatta e tremendamente sola, rispetto a molte altre persone meno facoltose che hanno imparato a trarre le loro soddisfazioni da altri aspetti dell’esistenza. E che stranamente hanno vissuto vite molto più appaganti di colori schiavi del meccanismo incontrovertibile di produzione monetaria.
Quanto contano gli affetti?
Tutto. Gli affetti sono quanto di più prezioso un essere umano possieda. La socialità e l’affettività relazionale sono alla base della natura dell’uomo. Se pensa al film “cast away” il naufrago trasforma un semplice pallone da calcio nel suo migliore amico. Pur di avere qualcuno al quale affezionarsi, e col quale avviare una relazione.
Senza relazioni, non sapremmo nemmeno chi siamo.
Cosa pensa della società in cui viviamo?
Penso che ci troviamo in un momento storico del quale comprenderemo gli effetti , come in tutti i cambiamenti, solo più avanti. Sono solo preoccupata per i ragazzi adolescenti. Stanno perdendo l’uso della reale comunicazione e sono spinti verso una accelerazione delle tappe che li renderanno probabilmente molto instabili da adulti.
Non voglio scadere nel banalissimo del “ai miei tempi era diverso”, ma ci sono delle pericolose sottovalutazioni di certi effetti prodotti dall’uso selvaggio dei social e di internet.
Sogni da realizzare?
Imparare la costanza, e la concretezza. Ciò mi consentirà di realizzare i miei sogni.
Libri preferiti?
“Se niente importa ” di Jonathan Safran Foe, che descrive una serie di barbarie perpetrate negli allevamenti intensivi di bestiame e tante altre indicibili crudeltà. Sensibilizza parecchio le coscienze
“Il codice dell’anima ” di James Hillman, in cui si descrivono le vite di personaggi famosi i quali erano considerati dei reietti perché diversi dalle aspettative comuni.. (Picasso, Einstein, Churchill..)
Quanto ha significato la sua famiglia nell’inizio della tua carriera ed in generale nella sua vita?
La mia famiglia d’origine mi ha dato le possibilità di poter studiare lungo un percorso non breve. Pertanto ho avuto il privilegio di poter prendermi il tempo per la formazione e di ciò sono immensamente grata. Ho un ottimo rapporto con i miei famigliari e sapere di avere alle spalle, persone che realmente tengono a te, é un pensiero rassicurante.
Aneddoto
Un uomo corre inseguito da una tigre per la jungla. Finalmente giunge alla radura ma si accorge che dinnanzi a sé c’è un precipizio.
Si blocca atterrito.
La tigre lo sta raggiungendo e così, per non essere divorato decide di calarsi nel dirupo quel tanto per aggrapparsi a una radice che pare poterlo sorreggere..
Disperato l’uomo guarda in alto, e vede la tigre famelica che lo sovrasta, poi guarda in basso e vede il vuoto.
Improvvisamente si accorge che attorcigliata alla radice c’è una pianta di fragole, dalla quale ne pende una bella matura.
Dunque l’uomo guarda la tigre, poi guarda il burrone, e infine respira. E mangia la fragola gustando appieno il momento presente, in attesa che qualcosa possa cambiare.