Covid – E’ possibile introdurre l’obbligo vaccinale negli Stati membri Ue? Secondo il Consiglio d’Europa no, perché sarebbe una discriminazione nei confronti di chi per diversi motivi decide di non vaccinarsi.
Obbligo vaccinale? Cosa dice la risoluzione del Consiglio d’Europa
“Ci si deve assicurare che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno sia sotto pressioni politiche, sociali o di altro tipo se non desiderano vaccinarsi”. E’ quanto si legge nella risoluzione 2361 del 2021 del Consiglio d’Europa, al punto 7.3.1.
“Ci si deve assicurare che nessuno subisca discriminazioni per non essere stato vaccinato per possibili rischi per la propria salute o perché non vuole essere vaccinato”, si legge poi nella stessa risoluzione al punto 7.3.2. I passaggi in questione sono stati riportati su Twitter lo scorso 20 luglio da Claudio Borghi, deputato della Lega, come noto fermamente contrario al green pass e pure all’obbligo vaccinale. A proposito di pass vaccinali il Consiglio d’Europa ha ribadito a maggio scorso che dovrebbero avere “una stretta limitazione temporale in relazione alle esigenze dell’attuale emergenza”, senza poi essere modificati per altri scopi.
Altre specifiche sull’obbligo vaccinale
Il testo in questione è stato adottato dall’Assemblea del Consiglio d’Europa il 27 gennaio 2021. Oltre a quanto segnalato da Borghi prevede però altro. Ad esempio:
Al punto 7.3.3: “Adottare tempestivamente misure efficaci per contrastare informazioni false, disinformazione ed esitazioni riguardo ai vaccini Covid-19”
Al punto 7.3.4: “Distribuire informazioni trasparenti sulla sicurezza e sui possibili effetti collaterali dei vaccini, collaborando e regolamentando le piattaforme di social media per prevenire la diffusione di disinformazione”
Al punto 7.3.5: “Comunicare in modo trasparente i contenuti dei contratti con i produttori di vaccini e renderli pubblicamente disponibili per il controllo parlamentare e pubblico”.
Vaccinazione contro il Covid per i bambini (attenzione!)
Al punto 7.4.1: “Garantire un equilibrio tra il rapido sviluppo della vaccinazione per i bambini e affrontare debitamente i problemi di sicurezza ed efficacia e garantire la completa sicurezza ed efficacia di tutti i vaccini messi a disposizione dei bambini, con un focus sul superiore interesse del bambino, in conformità con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia”.
Al punto 7.4.2: “Garantire studi di alta qualità, con la dovuta cura per le salvaguardie pertinenti, in conformità con gli standard legali internazionali e la guida, inclusa un’equa distribuzione dei benefici e dei rischi per i bambini studiati”.
Al punto 7.4.3 “Garantire che i desideri dei bambini siano debitamente presi in considerazione, in base alla loro età e maturità; se il consenso di un minore non può essere dato, assicurarsi che l’accordo sia fornito in altre forme e che sia basato su informazioni affidabili e adeguate all’età”.
Il Consiglio d’Europa non è “contrario ai vaccini”
Attenzione però, il Consiglio d’Europa non dice che la vaccinazione è da scongiurare. Premette anzi che il “vaccino contro il Covid-19 deve essere un bene pubblico globale”. E specifica che “l’immunizzazione deve essere disponibile per tutti, ovunque”. Perché “gli scienziati hanno svolto un lavoro straordinario in tempi record. Ora tocca ai governi agire”. La risoluzione del Consiglio d’Europa invita dunque i governi, con una serie di raccomandazioni che potrete leggere nel dettaglio sul sito dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio, a incentivare le vaccinazioni. Specificando però che nessuno può essere costretto a vaccinarsi e che vanno evitate pressioni politiche, farmaceutiche e di parenti ed amici al riguardo.
La risoluzione 2361 è interamente leggibile, in inglese, qui: https://pace.coe.int/en/files/29004/html