CARI AVVERSARI DI SCIENTOLOGY, OCCHIO AL PECCATO ORIGINALE di Claudia Cirami

493

Mi ha colpita l’elegante replica di Scientology al post di Lucia Scozzoli. In un’epoca segnata da quello stato d’animo che l’inossidabile Battiato aveva già cantato in questo modo:

Uh! com’è difficile restare calmi e indifferenti
quando tutti intorno fanno rumore

Bandiera Bianca

la sobrietà e la misura delle obiezioni fanno certo onore agli avversari (uno dei significati del latino adversus – a cui il termine si riferisce – è contrapposto, e in questo senso mi piace usarlo). Ineccepibile è poi quanto affermato in generale sui fuoriusciti dalle istituzioni religiose. Non tutti possiedono quell’equilibrio interiore che permise al cardinale Newman di scrivere il suo capolavoro Apologia pro vita sua, difendendo le sue scelte, senza buttare fango sulla confessione da cui proveniva e dipingerla come un covo di demoni ed eresiarchi. Ad onor del vero, però, è anche giusto sottolineare in linea generale che non si possono, di contro, far passare tutti i fuoriusciti che accusano come rancorosi fuori di testa: tra gli accusatori, può esserci chi mente ma anche chi dice la verità.

Non entro nel merito delle accuse specifiche che vengono fatte a Scientology (e alle quali, per altro, è stato dato qui diritto di replica). Ma c’è un riferimento nelle obiezioni a queste accuse che non posso tralasciare e che, mi consente, come cristiana, di poter, ancora una volta, l’ennesima, contemplare la bellezza della religione che professo. Quando il dott. Brambani vuole spiegare a cosa si può paragonare Scientology torna quella parolina che è ormai familiare perché abbiamo a che fare con questa realtà da tempo immemorabile: la gnosi. Pur nelle debite differenze, la gnosi si ripresenta ciclicamente, immutata non tanto nella forma, quanto nel nucleo principale: la salvezza dell’uomo dipende da se stesso. Sostanzialmente, essa prevede una liberazione come esito finale di un cammino personale.

Questo può accadere perché – dicono in quel di Scientology – l’ uomo è «fondamentalmente buono». Qui casca l’asino di tutti credi, religiosi e ideologici, basati su questo assunto. Lo diciamo agli amici di Scientology, ma lo ricordiamo anche a tutti gli altri che coltivano questa dolce illusione. Che l’uomo era stato creato come “cosa molto buona” era profondamente vero: il Creatore così lo aveva pensato, voluto, creato, amato. Ma l’uomo ha peccato:

Senza dubbio la natura dell’uomo, in origine, fu creata senza colpa e senza alcun vizio; però questa natura dell’uomo, per la quale ciascuno nasce da Adamo, ha ormai la necessità del Medico, perché non è sana

Lo scriveva Agostino, nel suo De Natura e de Gratia, ad un tipo che, negli ultimi anni, è tornato alla ribalta in diversi interventi di Papa Francesco: quel Pelagio che non era certo uno gnostico ma che coltivava, anche lui, illusioni sulla capacità dell’uomo di autoredimersi. Pure se ammette di aver letto il libro dell’avversario «rapidamente ma non con attenzione di qualità mediocre», Agostino non può in alcun modo avallare le tesi pelagiane. Perché sa – glielo dice la sua fede, ma anche la sua esperienza di ogni giorno – che l’uomo reca in sé una ferita profonda: quella inferta dal Peccato Originale, con la quale dovrà sempre fare i conti. Anche il “Medico” lo sa: per questo si è incarnato, ha sofferto ed è morto e risorto per noi. Ribadirlo dopo 2000 anni ha sempre a che fare con il sentimento che animava l’Ipponate (siamo ancora nell’opera già citata):

è opportuno che sia ancora più ardente lo zelo che ci infiamma perché non sia svuotata [di significato N.d.R.] la croce di Cristo.

Sulle altre affermazioni su cui si sviluppa il complesso dottrinale di Scientology ci sarebbe da dire altro. Ma quanto è stato già affermato mostra come la proposta cristiana finisca per essere più aderente al reale – ancora oggi – perché parte proprio da quanto ci è possibile costatare nella quotidianità: per quanti sforzi facciamo, da soli non andiamo da nessuna parte. Mi piace lasciare la parola ad un’autrice che esprime in termini attuali questo nostro “malfunzionamento”. Si tratta di Costanza Miriano, che dell’uomo dice:ob_eeb3cf_imacler-17-01-19-j-bosch-femme-maltrai.jpg

ascolta solo se stesso perché crede di essere ben funzionante, ma in realtà da solo non ha tutto quello che serve per girare bene. Ha una specie di baco che lo fa inceppare

Obbedire è meglio, 8

Quel baco è l’ombra lunga del Peccato Originale. Per questo motivo abbiamo bisogno di Cristo, che ci ha redenti, e della Grazia. Ogni giorno della nostra vita.

Un’ultima osservazione. Si è fatto al riferimento, sia nel post di Lucia Scozzoli che nella replica, agli scritti («due appena sui circa ottomila a firma dell’Hubbard») indirizzati a chi si occupa della parte economica di Scientology e non al resto degli adepti, giustamente non considerati dai giudici come caratterizzanti del complesso dottrinale di Scientology. A questo proposito, non si possono certo fare paragoni indebiti, ma vengono in mente le parole del Nazareno in Mt 10, 26-27:

Nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.

Non so voi, ma io continuo a preferire questa mancanza di separazione tra privato e pubblico, tra l’“a pochi” – sempre foriero, come minimo, di possibili equivoci – e l’“a tutti”. Anche se vogliamo considerarla soltanto una strategia, ancora oggi risulta vincente.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *