Papa Francesco: La solidarietà verso i migranti ci profuma l’anima e ci fa cambiare

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La solidarietà verso i migranti “ci profuma l’anima e ci fa cambiare”. Così il Papa all’udienza generale tenuta stamani in Piazza San Pietro. Francesco ha proseguito la catechesi sulle opere di misericordia chiedendo a tutti i cristiani di accogliere i migranti che fuggono da condizioni di vita disumane. Quello delle migrazioni – ha detto – è un fenomeno che fa parte della storia dell’umanità fin da Abramo. E il Papa fa un esempio, commovente e concreto, di come accogliere lo straniero cambi il cuore. Numerosi i fedeli presenti, nonostante la giornata piovosa. Il servizio di Debora Donnini:

E’ mancanza di memoria storica pensare che le migrazioni siano solo dei nostri anni: esse appartengono alla storia dell’umanità. E’ il Papa stesso a sottolineare l’attualità del fenomeno: complici la crisi economica, i cambiamenti climatici e i conflitti armati. Una catechesi che parte dalle parole di Gesù: “ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito”. La Bibbia stessa ci offre molti esempi: da Abramo allo stesso popolo di Israele che lascia l’Egitto fino alla Santa Famiglia che fugge da Erode:

“La storia dell’umanità è storia di migrazioni: ad ogni latitudine, non c’è popolo che non abbia conosciuto il fenomeno migratorio”.

La risposta è la solidarietà. La chiusura favorisce traffici criminali
Nel corso dei secoli ci sono state espressioni di solidarietà anche se “non sono mancate tensioni sociali”. E oggi la crisi economica favorisce l’emergere di “atteggiamenti di chiusura”, ma l’unica risposta vera è la solidarietà:

“In alcune parti del mondo sorgono muri e barriere. Sembra a volte che l’opera silenziosa di molti uomini e donne che, in diversi modi, si prodigano per aiutare e assistere i profughi e i migranti sia oscurata dal rumore di altri che danno voce a un istintivo egoismo. Ma la chiusura non è una soluzione, anzi, finisce per favorire i traffici criminali. L’unica via di soluzione è quella della solidarietà”.

I Papa chiede a tutti i cristiani di accogliere
“L’impegno dei cristiani in questo campo è urgente oggi come in passato”, sottolinea Francesco. Un esempio è stata la figura di Santa Francesca Cabrini che dedicò la sua vita ai migranti negli Stati Uniti, a cavallo fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. E il Papa chiede dunque a tutti i cristiani di accogliere chi fugge da condizioni di vita disumane come guerre, fame e violenza: “diocesi, parrocchie, istituti di vita consacrata, associazioni e movimenti, come i singoli cristiani, tutti siamo chiamati ad accogliere”, afferma.

Il rifugiato scalzo che cambia il cuore del tassista
Quindi, come spesso fa, il Papa entra nella concretezza. Racconta la storia di un migrante incontrato per strada da una signora. Era senza scarpe e voleva arrivare alla Porta Santa, a San Pietro. Hanno preso il taxi insieme:

“Quest’uomo raccontò la sua storia di dolore, di guerra, di fame e perché era fuggito dalla sua patria per migrare qui. Quando sono arrivati, la signora apre la borsa per pagare il tassista e il tassista, l’uomo, l’autista che all’inizio non voleva che questo migrante salisse perché puzzava, ha detto alla signora: ‘No, signora, sono io che devo pagare lei perché lei mi ha fatto sentire una storia che mi ha cambiato il cuore’. Questa signora sapeva cosa era il dolore di un migrante, perché aveva il sangue armeno e sapeva pure la sofferenza del suo popolo. Quando noi facciamo una cosa del genere, all’inizio ci rifiutiamo perché ci dà un po’ di scomodità, ‘ma, eh … puzza …’. Ma alla fine, la storia ci profuma l’anima e ci fa cambiare. Pensate a questa storia e pensiamo che cosa possiamo fare per i rifugiati”.

Con l’apertura agli altri le società riacquistano pace
Vestire chi è nudo significa infatti “restituire dignità a chi l’ha perduta: certamente dare dei vestiti a chi ne è privo, ma anche pensare alle donne vittime della tratta, gettate per le strade e agli “altri, troppi modi di usare il corpo umano come merce, persino dei minori”, dice Francesco. Le forme di nudità sono molte: “non avere una casa, un lavoro, un salario giusto” o essere discriminati per razza e religione. Il cristiano deve agire, senza essere preoccupato solo dei suoi interessi:

“È proprio nella misura in cui ci apriamo agli altri che la vita diventa feconda, le società riacquistano la pace e le persone recuperano la loro piena dignità. E non dimenticatevi di quella signora, non dimenticate quel migrante che puzzava e non dimenticate l’autista al quale il migrante aveva cambiato l’anima. Grazie”.

All’udienza generale il Papa, ricordando che ottobre è un mese dedicato al Rosario, ha nuovamente raccomandato ai fedeli questa preghiera.

In un tweet di qualche giorno fa, Francesco aveva confessato: “Il Rosario è la preghiera che accompagna sempre la mia vita; è anche la preghiera dei semplici e dei santi … è la preghiera del mio cuore”. Oggi ha spiegato che il Rosario “è una sintesi della Divina misericordia”:

“Nei misteri del Rosario, con Maria, contempliamo la vita di Gesù che irradia la misericordia del Padre stesso. Rallegriamoci del Suo amore e del perdono, accogliamolo negli stranieri e nei bisognosi, viviamo ogni giorno del Suo Vangelo”.

Quindi, salutando i giovani, i malati e gli sposi novelli, ha affermato:

“Questa semplice preghiera mariana indichi a voi, cari giovani, la strada per interpretare la volontà di Dio nella vostra vita; amate questa preghiera, cari ammalati, perché essa porta con sé la consolazione per la mente ed il cuore. Diventi per voi, cari sposi novelli, un momento privilegiato di intimità spirituale nella vostra nuova famiglia”.

Papa Francesco regala a tutte le persone che incontra una corona del Rosario. La Madonna – ha detto una volta – è sempre vicina ai suoi figli, “subito è pronta a venirci in aiuto quando la preghiamo, quando noi chiediamo … la sua protezione … ricordiamo che Lei non si fa aspettare: è la Madonna della prontezza, va subito a servire”.




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