Calcio. Roma: conferenza stampa di Spalletti
Spalletti: “Vedo gli stessi #errori di quando sono arrivato. Dobbiamo essere #compatti
” L’Olimpico vuoto è dannoso”
“Ora è fondamentale riuscire a essere una squadra con la misura giusta: più compatta, più corta e più continua”
Come ha trovato la squadra dopo la sosta?
“Non ci sono stato, non li ho ancora visti, li devo vedere ancora oggi, non ci ho lavorato. I miei collaboratori li hanno trovati bene, tra viaggi e spostamenti un po’ di fatiche le hanno fatte, qualcuno ha dovuto recuperare un po’, come Salah. Dopo queste trasferte delle nazionali vanno riordinate le idee, ma oggi saranno tutti a disposizione, è importante il messaggio che si lascia oggi, tenendo conto anche di quello che hanno fatto individualmente. In generale erano molto dispiaciuti dopo l’ultimo risultato, ma sanno benissimo quello che è il resistere che bisogna avere in determinati casi per arrivare a delle vittorie, che arrivano dalla resistenza in momenti in cui le cose non vanno come vorrebbero. Non ho dubbi sulle conoscenze dei miei calciatori, ormai li conosco, tranne qualcuno venuto quest’anno per cui la storia parla chiaro“.
E’ riproponibile la presenza di Bruno Peres e Florenzi come terzini?
“Secondo me è abbastanza facile il discorso, o almeno cerco di fare una sintesi. Si tratta sempre di quello di cui ho parlato prima parlando di Giampaolo: noi ancora dobbiamo fare dei passi in avanti, abbiamo perso un po’ la nostra distanza di squadra, non riusciamo ad essere compatti come in passato. Se riesci ad essere compatto e corto c’è un modo di ragionare diverso e sviluppare diverso. Florenzi può fare benissimo il terzino, è chiaro che quando fai delle scelte del genere la squadra deve comandare il gioco, come l’anno scorso. Se hai due terzini che sanno spingere e sanno difendere è inutile che stai ad aspettare gli altri, se dai la possibilità di attaccare all’avversario e poi ti difendi è un contro-senso. Noi dobbiamo giocare all’attacco e tenere palla nella metà campo avversaria, questa è la nostra qualità. Le distanze di squadra sono un altro tema fondamentale, in larghezza puoi stringere la squadra, ma il campo rimane sempre di 60 metri, per lunghezza da 110 lo puoi portare ad essere 55, per cui soprattutto sull’inizio dell’azione puoi reggere la squadra corta, dobbiamo fare dei passi in avanti, non siamo ancora bravi su questo“.
Baldissoni ha detto che stanno valutando la possibilità di lasciare l’Olimpico…
“Io non ho imparato niente da Baldissoni, la penso esattamente come lui, quello che ha detto lui è il mio pensiero. La questione riguarda soprattutto la società, però non so se poi alludi a quella che è la presenza degli spettatori… Un Olimpico vuoto è dannoso per la squadra, ti rafforza il meno e ti toglie un po’ di più. E’ un dato di fatto, la società lo reputa un tema caldo, è una questione che riguarda loro e la penso come Baldissoni“.
Allegri su Pjanic ha detto che deve smaltire i carichi di lavoro, perché non era abituato ad allenarsi così…
“Si fa meno di quello che fanno in nazionale e di quello che fanno alla Juventus (ride, ndr). Io so come ci alleniamo qui, metteremo le telecamere ovunque a Trigoria per farvi vedere tutto. Non so quello che fa Allegri, mi piacerebbe vederlo, lo copierei volentieri, vince molto… Noi abbiamo il nostro lavoro, che facciamo con coerenza e professionalità. La Roma fa un po’ di forza, resistenza, corsa, pallone, calci da fermo, rimesse laterali, un po’ di attacchi sull’inizio dell’azione eccetera. C’è la libertà di parola“.
Non crede che questo essere eccessivamente eclettico limiti Florenzi?
“E’ un discorso corretto, che si può fare, anche se si può dire che è bravo da tutte le parti e si può mettere dove vuole. Va valutato anche nei confronti del resto della squadra, può fare tutto bene. In previsione di quella che è la nostra struttura di squadra, nel fatto che Rudiger sta facendo passi importanti verso il recupero”
Da domani iniziano 8 giorni impegnativi
“Tutte le cose che ci riguardano hanno un valore importante, qualsiasi situazione ha un valore per il risutlato. Il modo di stare insieme, di allenarsi, invogliarsi, di fare l’allenamento: quello che ora diventa fondamentale è riuscire ad essere una squadra con una misura giusta di sviluppare le azioni, di stare dentro il campo. Vogliamo esere più compatti, corti, continui nel ricercare quello che vogliamo attuare. Lo scorso anno dopo un inizio così e così ci siamo riusciti a fare questo e allora poi è stato facile esaltarsi. Quando una squadra si allunga così è più difficile aiutare un compagno, perché sono tanti metri. Diventa difficile muovere spesso la palla perché bisogna fare i lanci invece degli spostamenti della stessa. Questo sarà il tema di oggi al rientro, un’analisi di quella che è stata la nostra piccola storia di quest’anno. E’ già un momento per poterne parlare per analizzare le partite. Non dobbiamo andare a Cagliari e giocare la palla buttata e basta, dobbiamo manovrarla da dietro perché la nostra qualità ci impone di fare questo. Qualità che poi ti porta ad avere successo nel confronto. Pochi passaggi mirati, poca qualità, poche personalità nel gestire le situazioni dove ti pressano. La corsa è un valore nell’analisi della partita e tu metti molta qualità però poi il 100% lo raggiungi con altre cose. Se decidono di pressarti ti pressano e questo deve essere un vantaggio per noi, non una difficoltà. Non siamo giocatori da Roma e nn sono un allenatore da Roma, l’ultimo spezzone di partita ha evidenziato questo. Si è rifatto come abbiamo fatto lo scorso anno, la palla ci brucia e spesso si perde in questo tentativo.