Difesa – Nel 2020 la Russia avrà quindici sottomarini lanciamissili balistici

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Nel 2020, la Russia avrà quindici sottomarini lanciamissili balistici, rispetto ai quattordici degli americani. Considerando la tempistica dell’Ohio Replacement Submarine ed il pensionamento degli Ohio, Mosca acquisirà un vantaggio tattico almeno fino al 2031, anno in cui dovrebbero iniziare le consegne del nuovo SSBN statunitense (salvo sorprese dell’ultim’ora).

Il sottomarino di quarta generazione classe Borei, Vladimir Monomakh raggiungerà la Flotta del Pacifico entro il prossimo novembre. Il ritardo è dovuto alla vicenda Bulava che dovrebbe concludersi, in un modo o nell’altro, entro l’estate.

L’intera classe Borei – si legge in un comunicato del comandante in capo della Marina russa, l’ammiraglio Vladimir Korolev – sarà consegnata entro il 2020. Da quel momento avremo quindici sottomarini balistici.

I Delfin, ad oggi, rappresentano la spina dorsale della deterrenza russa. L’intera classe è stata convertita per essere equipaggiata con l’ultima versione del missili R-29RMU Sineva (foto a seguire), l’U2 Layner, operativa dalle fine del 2014.

A differenza dei Bulava, i test di fuoco degli R-29RMU2 Lajner effettuati dal K-84 Ekaterinburg e dal K-114 Tula, si sono rivelati fin da subito un successo. Grazie al nuovo sistema d’arma, in grado di trasportare fino a dodici testate Mirv/Marv a rendimento variabile, la vita operativa dei Delfin è stata estesa fino al 2030, anno in cui inizierà la graduale radiazione dal servizio.

Gli Ohio, unica classe americana a svolgere pattugliamento con armamento nucleare, cominceranno ad andare in pensione al ritmo di uno all’anno, a partire dal 2029 quando, cioè, raggiungeranno la fine della loro vita operativa di 42 anni. Ad oggi, i classe Ohio in navigazione per il globo sono 18. Quattro di essi, l’Ohio, il Michigan, il Florida ed il Georgia, sono stati riconvertiti nel 2003 per lanciare missili Tomahawk. Le direttive stilate nel programma “Ohio Replacement Submarine” per il nuovo SSBN-X parlano di una lunghezza identica alla classe Ohio originale, ma con otto tubi lanciamissili in meno rispetto ai boomers attualmente in servizio. I nuovi battelli dovranno restare in servizio per 42 anni. La Marina americana punta comunque a realizzare il più grande sottomarino del proprio arsenale, con un dislocamento di 20 mila tonnellate: quasi la metà del Typhoon sovietico (circa 45 mila tonnellate) e la medesima del nuovo Borey russo.

L’SSBN-X sarà armato con sedici missili intercontinentali Trident II D5 LE (life-extension). I missili, dotati di un nuovo sistema di guida, resteranno in servizio fino al 2042. Il servizio operativo attuale dei 14 boomers costa alla Marina USA 110 milioni di dollari. I nuovi battelli dovranno, obbligatoriamente, avere un costo di 4,9 miliardi di dollari a scafo (quasi il doppio di un Ohio con un costo finale di 2,9 miliardi di dollari). Missione, quella di ridurre i costi tutt’altro che facile. Basti pensare che il capofila degli ‘X’ costerà dodici miliardi di dollari. La Marina ha previsto una spesa media di 5,36 miliardi a battello che scenderà, una volta avviata la produzione, a 4,9 miliardi di dollari a scafo. Il costo totale del ciclo di vita di tutti i dodici sottomarini di nuova generazione è fissato a 347 miliardi dollari. Cifre ovviamente smentite dal Congressional Budget Office che nell’ottobre del 2013 ha stimato in 87 miliardi di dollari i soli costi di approvvigionamento ed in oltre 100 i miliardi di dollari per il costo totale di sviluppo (tra cui la ricerca e lo sviluppo).

Ad ogni modo, il tempo stringe considerando che gli Ohio, cominceranno ad andare in pensione al ritmo di uno all’anno dal 2029. Questo significa che il primo X dovrà essere messo in produzione entro il 2019, con test in mare previsti nel 2026 e primo servizio deterrente tra il 2029 ed il 2031. Tuttavia queste stime sono assolutamente ottimistiche, considerando che la Marina USA ha già annunciato che l’intero programma è in ritardo di due anni. I dodici battelli garantiranno il servizio deterrente strategico nucleare della Marina con dieci sottomarini X sempre operativi e disponibili in qualsiasi momento e due in manutenzione. La nuova forza SSBN trasporterà circa il 70 per cento delle testate nucleari degli Stati Uniti.

Sappiamo che i sottomarini strategici classe Borei, Yuri Dolgoruky e Vladimir Monomakh in servizio con la Flotta del Nord, sono stati assegnati alla forza di allerta permanente. Almeno sulla carta. I sottomarini di quarta generazione classe Borei comporranno la spina dorsale del deterrente nucleare strategico della marina russa. Andranno a sostituire i sottomarini classe Typhoon, Delta-3 e Delta-4. I primi tre Borei, Progetto 955, sono il K-535 Yury Dolgoruky che si è unito alla Flotta del Nord nel gennaio del 2013, seguito dal K-550 Aleksandr Nevskij alla fine di dicembre dello stesso anno. Il Nevskij è in servizio con la Flotta del Pacifico. Il K-551Vladimir Monomakh è entrato in servizio nel 2014. Il quarto Borei, lo Knyaz Vladimir, Progetto 955/A, è in costruzione dal luglio 2012 presso il cantiere Sevmash, nel nord della Russia. La costruzione del quinto sottomarino a propulsione nucleare il Knyaz Oleg è iniziata nel luglio del 2014. I lavori sul Generalissimus Suvorov sono iniziati nel dicembre dello scorso anno. Poche settimane dopo anche il settimo Borei, battezzato Imperator Aleksandr III (foto), è entrato in produzione nei cantiere di Severodvinsk. L’ultimo della classe, lo Knyaz Pozharskiy, dovrebbe essere avviato entro il prossimo dicembre. Nonostante le indiscrezioni, non ci sono conferme su altri due possibili sottomarini.

Entro il 2020, il Marina russa conta di operare su un totale di otto sottomarini balistici classe Borei: tre 955 e cinque 955-A. Considerando le modifiche strutturali, non sarebbe un errore definire i sottomarini 955-A come una classe Borei-II. Progettata su uno scafo idrodinamico pensato per ridurre le emissioni di rumore a banda larga, la classe Borei è la prima nella marina russa ad utilizzate una propulsione pump-jet. I sottomarini Borei sono lunghi 170 metri, con un diametro di 13 metri ed una velocità massima in immersione di 46 chilometri all’ora conferita dal reattore nucleare OK-650. La profondità operativa è attestata sui 380 metri (test massimo avvenuto a 450 metri). Ogni Borei dovrebbe trasportare da sedici a venti missili Bulava (solo per i 955A), ognuno dei quali dotato da sei a dieci testate Mirv. I lanci di prova si concluderanno entro l’anno. I missili saranno lanciati dai sottomarini della Flotta del Nord e del Pacifico.

Il missile a tre stadi Bulava, nome in codice Nato SS-N-30 Mace, è la versione navale del più avanzato missile balistico russo, l’SS-27 Topol-M. Può essere lanciato anche in movimento. Trasporta fino a 10 testate Mirv, può colpire bersagli fino ad otto mila chilometri di distanza ed è progettato per equipaggiare esclusivamente i sottomarini nucleari classe Borei (le modifiche sui Typhoon sono state ritenute troppo costose). Nonostante i numerosi fallimenti dovuti a difetti di fabbricazione, l’esercito russo sostiene che non vi è alcuna alternativa al Bulava. A causa del fallimento durante i test dei nuovi missili intercontinentali Bulava, i Borei non sono ancora in grado di svolgere il loro compito primario e cioè la deterrenza nucleare. Ogni missile “Bulava” (lungo 12,1 metri, diametro di 2,1 metri e pesante 36,8 tonnellate) è armato con 6-10 testate termonucleari per 96-196 testate a sottomarino. La possibile copertura di obiettivi sensibili, considerando la gittata di ottomila chilometri, potrebbe essere il Mare di Barents ed il Mare di Okhotsk. Se i russi lanciassero da queste aree, potrebbero colpire qualsiasi punto degli Stati Uniti continentali.

Il primo Borei, lo “Yury Dolgoruky” K535, è costato al governo russo poco meno di 720 milioni di dollari, inclusi capitoli di ricerca e sviluppo. Entro i prossimi tre mesi, i russi dovrebbero effettuare un lancio multiplo di missili balistici intercontinentali. I test rientrano nelle manovre (supplementari) pianificate dall’ammiragliato russo per l’entrata in servizio del sistema d’arma deterrente strategico. È confermato che a lanciare i missili Bulava saranno i sottomarini classe Borei Yuri Dolgoruky e Vladimir Monomakh. I lanci multipli dovranno dimostrare l’affidabilità dei sottomarini, che dovranno essere in grado di far fuoco in movimento, ad una profondità di 50 metri e con il mare mosso.




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