Volley – Oggi per romanews intervistiamo Giorgia Zannoni, libero in forza alla Smi Roma Volley per la stagione 2024/2025. Giorgia vanta un’altezza di 171 centimetri (dato preso dal sito della Lega Volley femminile), classe 1998 ed è nativa della provincia di Torino, più precisamente Chieri.
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Volley supervision – A tu per tu con Giorgia Zannoni
By RaffaeleGen 28, 2025, 12:29 pm0
205La carriera di Giorgia inizia nella stagione 2013/2014, quando con la squadra di Asti partecipa al campionato di Serie B1; nella stagione 2014/2015 entra a far parte del progetto federale del Club Italia in serie A2, dove muta il proprio ruolo da schiacciatrice a libero. Nella stagione 2015/2016 viene ingaggiata da Novara, con cui milita in serie B1 per poi essere promossa in prima squadra in serie A1 nella stagione 2016-2017, annata in cui vinse lo scudetto seguito dalla Supercoppa italiana, due Coppa Italia e una Champions League. Dopo un quadriennio di esperienza con la maglia di Novara, nella stagione 2019/2020 si accorda con Cuneo sempre in serie A1, mentre nella stagione 2021/2022 si accasa alla Uyba Volley Busto Arsizio con cui rimane per tre stagioni fino al campionato in corso, in cui veste la maglia della capitale e si aggiudica la Wevza Cup in cui viene premiata anche come MVP del torneo.
Con la maglia azzurra della nazionale italiana fa parte delle selezioni giovanili e con la nazionale under 18 conquista il campionato mondiale del 2015.
L’intervista di Marco Boldini
1) Come sta andando questa stagione a Roma?Dal tuo punto di vista come squadra siete in linea con gli obiettivi che vi siete posti ad inizio stagione?
È una stagione un po’ in salita, ci aspettavamo un campionato diverso, trovarci in una zona più alta in classifica. Abbiamo avuto qualche difficoltà iniziale, però stiamo cercando di uscirne e di trovare il nostro modo giusto di stare in campo e di affrontare le partite. Sono comunque positiva, perché anche durante gli allenamenti stiamo reagendo molto meglio rispetto a qualche tempo fa, quindi questo mi fa pensare positivo e mi fa entrare in palestra con la voglia di crescere ogni giorno.
2) Avete vinto il primo trofeo a livello europeo per la società! Stiamo parlando della Wevza Cup, raccontami le emozioni di aver vinto un trofeo a livello europeo e averlo fatto vincendo anche il premio personale di MVP della manifestazione.
Il primo torneo europeo è sempre una bella soddisfazione per la società, per noi e per la città. È stato molto bello poterlo giocare e vincerlo a Roma davanti al nostro pubblico.
È stato un inizio di stagione molto positivo, poi abbiamo avuto delle difficoltà ma adesso sta a noi invertire questo trend. Io avevo giocato un buon torneo, sono contenta di aver ottenuto questo riconoscimento di MVP, che mi ha dato fiducia sin da subito.
3) Cosa significa giocare per la squadra della capitale? Che rapporto hai con i tifosi, il cosiddetto Branco?
Giocare a Roma è davvero bello, Roma è bellissima, sono innamorata di questa città. Non è facile viverci, tra gli spostamenti e il movimento che c’è, ma sto benissimo.
Mi trovo bene con l’allenatore, con le ragazze, quindi sono molto contenta ed onorata di vestire questa maglia quest’anno.
I tifosi sono stupendi, ci stanno seguendo veramente ovunque; anche nell’ultima partita con Conegliano, erano in 5 ma sembravano 50. Posso solo ringraziarli per tutto l’affetto e il sostengo che ci stanno dando, nonostante il momento difficile.
4) Raccontami Il quadriennio di esperienza a Novara e quale trofeo di quelli vinti senti più tuo.
È stato un tempo importantissimo per la mia crescita personale, con loro ho raggiunto obiettivi stupendi perché quando si vince i ricordi sono sempre bellissimi.
Ma a prescindere da quello, mi hanno sempre trattata come una figlia, essendo la più piccolina e alle prime armi in serie A. Ho un ricordo bellissimo di Novara. Forse il trofeo che sento più mio è lo scudetto, perché in quell’anno non mi aspettavo di giocare mentre invece sono stata inserita tanto, e mi sono sentita anche io protagonista di quel trofeo.
5) Visto che con le squadre in cui hai giocato hai avuto esperienze anche in Champions League, che differenza c’è tra giocare nel campionato italiano e giocare e vincere una Champions League?
È una coppa sicuramente molto importante da giocare e vincerla è un sogno, ed è uno dei miei ricordi pallavolistici più belli.
Secondo me è più difficile il campionato italiano rispetto alla Champions League: a parte qualche squadra turca molto forte, trovi tante squadre che magari non competerebbero nel nostro campionato. Il campionato italiano è di un livello superiore, dobbiamo esserne fieri e mantenere questo livello sempre alto.
6) Cosa vedi nel tuo futuro una volta finita l’attività agonistica? Hai già qualche progetto in testa oppure non ci hai ancora pensato?
Per ora penso al mio presente, certo ho molti progetti in mente però sono un po’ scaramantica. Preferisco tenerli per me e godermi questo bellissimo capitolo della mia vita, la pallavolo.
7) So che sei forte anche a beach volley, com’è il tuo rapporto con questa disciplina?
Me la cavo, ma ci ho sempre giocato per divertimento con amici e compagne, non ho mai provato a giocarci seriamente. È uno sport molto bello, difficile, tosto fisicamente e divertente. E penso che resterà sempre un divertimento.
8) Correggimi se sbaglio. Hai una pagina Instagram con più di 60.000 followers, quindi la domanda sorge spontanea: com’è il tuo rapporto con i social e con i fans?
È un rapporto molto sereno, non li uso per lavoro. Pubblico ciò che mi va di pubblicare in modo molto naturale, non ho un gran ritorno e nemmeno grandi aspettative nell’usare i social.
9) Come è iniziato il tuo percorso sportivo da piccola? Sei contenta del livello che hai raggiunto ad oggi?
Ho iniziato da piccolina, mi è sempre piaciuto. All’inizio non avevo grandi aspettative, poi crescendo ci si è resi conto che avevo talento ed ho iniziato a pensare al futuro. Con lo scudetto vinto ho pensato che potesse diventare un lavoro, quindi ci ho dedicato tutta me stessa e sono contenta di dove sono arrivata adesso. Sono felice di tutto quello che ho fatto, anche dei sacrifici, che poi sono stati ripagati dallo sport.
10) Quando hai cambiato ruolo come è stato il tuo primo approccio con ruolo di libero? Hai avuto delle difficoltà oppure ti è risultato tutto naturale?
È stato molto traumatico, pur essendo piccola ero il capitano della squadra più grande ed ero sempre molto protagonista. All’inizio avevo pensato di smettere di giocare perché non mi ci ritrovavo per niente, poi coach Marco Mencarelli ha spinto su questo cambio: oggettivamente per arrivare ad alti livelli come banda c’erano dei limiti oggettivi fisici, mentre per essere libero non ce n’erano. Tutto stava nel lavoro e nella dedizione, ed è quello che ho fatto tutti i giorni per arrivare a dove sono oggi. Sono grata a Marco per aver insistito per questo cambiamento ed aver visto in me delle potenzialità.
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