VIAGGI – Saranno 2 milioni gli italiani che per le festività natalizie si serviranno della consulenza delle agenzie di viaggi: è la stima tracciata da Assoviaggi-Confesercenti che evidenzia come, però, l’aumento delle tariffe e la ridotta capacità di spesa di molti connazionali stia frenando la domanda di viaggi nella stagione invernale.
E infatti le richieste di prenotazione sono in calo del 4% rispetto allo scorso anno. E anche se il mercato del turismo globale risulta in forte ripresa si riscontra l’aumento delle tariffe in tutto il mondo, con alti costi dei servizi turistici che pesano in particolar modo sul mercato domestico, con i viaggiatori italiani che hanno meno capacità di spesa. Uno scenario che però non dovrebbe compromettere i risultati dell’anno: nonostante tutto, come testimonia anche l’Osservatorio Astoi, il fatturato delle imprese del turismo organizzato si avvia verso una crescita nel 2024 del +5%, grazie soprattutto alle buone prestazioni registrate a inizio 2024.
Il quadro d’insieme è frutto dell’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze (Cst) per Assoviaggi Confesercenti, su un campione di 648 agenzie di viaggio che segnalano una flessione dei volumi di vendita per le prossime festività del -3,4% per le prenotazioni dei viaggi all’estero, mentre la contrazione si fa più marcata per le prenotazioni delle destinazioni italiane con un -5,2%.
Ma se la domanda di viaggi per l’ultimo periodo dell’anno rallenta, questo non avviene in maniera uniforme per le diverse macroaree geografiche: per quanto riguarda la richiesta di prenotazioni, si registrano andamenti meno positivi nelle regioni del nord ovest, rispetto alle regioni del nord-est e del centro che evidenziano, invece, risultati migliori.
DOVE INCIDE DI PIÙ IL CARO PREZZI
E per quanto riguarda le tipologie di viaggio, l’andamento delle richieste è disomogeneo: si evidenzia un aumento delle prenotazioni per i viaggi su misura, di gruppo accompagnati da esperti, viaggi verso i mari caldi e i paesi del Mediterraneo e vacanze d’avventura e crociere. Una certa preoccupazione emerge, invece, per quelle agenzie che hanno registrato una diminuzione delle richieste per le capitali europee, le città d’arte italiane, i viaggi intercontinentali, la montagna e i pacchetti termale/wellness.
In questo contesto, infatti, proprio gli aumenti delle tariffe, voli e strutture su tutti, nei periodi di alta stagione hanno frenato un ampio segmento di domanda. Infine, emerge un nuovo orientamento nelle richieste dei viaggiatori: sia le fasce medio-basse – tra cui le famiglie – sempre alla ricerca di prodotti a prezzi accessibili, sia la fascia con una capacità di spesa più elevata, evidenziano un maggior interesse per le mete del lungo raggio e le esperienze uniche e personalizzate.
LE METE PIÙ GETTONATE
Per chi ha scelto di rimanere dentro i confini nazionali, tra le regioni di maggior interesse rilevate dalla ricerca svetta in cima alla classifica il Trentino-Alto Adige, seguito da Toscana, Campania, Lazio, Sicilia e Veneto. Per gli italiani che si concederanno invece una vacanza all’estero, tra le destinazioni richieste più vicine troviamo Spagna, Francia, Marocco (in forte aumento), Regno Unito e l’Austria. Tra le mete del medio raggio le scelte si sono concentrate su Egitto (in aumento), Finlandia, Norvegia, Islanda e Svezia, tutte invece in diminuzione rispetto al 2023.
Infine, per il lungo raggio spiccano Caraibi, Stati Uniti, Thailandia, Giappone, Vietnam, anche queste destinazioni in aumento rispetto al 2023. Non sono mancate, inoltre, richieste per Madagascar, Argentina, Seychelles, Sudafrica e Australia, così come le prenotazioni per Maldive, Kenya, Zanzibar, Tanzania, Messico e Mauritius.
«A conti fatti – commenta Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi – il turismo organizzato tiene, con un fatturato in crescita del 5% nel 2024, grazie a servizi professionali e consulenza in grado di garantire qualità e sicurezza ai viaggiatori. Un bilancio positivo, che però è la sintesi di andamenti differenziati: nella prima parte dell’anno si sono registrate performance molto positive, mentre negli ultimi sei mesi c’è stato un significativo rallentamento della domanda. A pesare, certamente, c’è l’aumento delle tariffe dei fornitori di servizi, dai viaggi alla ricettività. Una tendenza all’aumento che riscontriamo in tutte le destinazioni, non solo in Italia. Purtroppo, però, questo allineamento verso l’alto dei prezzi pesa sui viaggiatori italiani, che hanno meno capacità di spesa di altri, tanto che la classe media viaggia sempre meno. È fondamentale, dunque, monitorare e intervenire per evitare ulteriori aumenti dei costi sui servizi turistici che potrebbero avere importanti ripercussioni sul futuro delle imprese del settore».