PAPA Francesco celebra la liturgia del 2 novembre per la commemorazione dei defunti nel Cimitero Laurentino. Prima della celebrazione la sosta al “Giardino degli Angeli”, area dedicata alla sepoltura di bimbi che non hanno visto la luce, dove prega dinanzi alle lapidi circondate da giochi e statuine e saluta un papà che ha perso la figlia. Nella Messa nessuna omelia, ma un momento di meditazione. Il saluto alle “Scintille di speranza”, gruppo di mamme accomunate dal dolore per la perdita di un figlio.
Prima tappa, come già sei anni fa, è stata il “Giardino degli Angeli”, l’area di circa 600 mq dedicata alla sepoltura di quei bimbi mai venuti alla luce, per una interruzione di gravidanza o altri problemi durante la gestazione. Thomas, Mattia, Maria, Giuseppe, Andrea, Ariana: i loro nomi sono scolpiti nella pietra o su una colonnina di legno, incisi o scritti a mano in oro. Molti prima del loro nome hanno la parola “feto”; quasi tutta la prima fila è occupata da bambini del 2024. Intorno ci sono peluche di personaggi della Disney o di altri cartoni animati, palloncini, girandole, plaid e altri oggetti tutti consumati dal fango e dalla pioggia. Restituiscono il sorriso in un luogo di sole lacrime. Il Papa arriva intorno alle 9.45 in auto, percorrendo il lungo corridoio dove, da un lato, ci sono le mura di lapidi del cimitero comunale, il terzo più grande di Roma, dall’altro, il piazzale con un centinaio di persone radunate dalle prime ore del mattino sotto il piccolo palco bianco allestito per la Messa.
Sul piazzale intanto si stringono tra di loro, commosse, le “Scintille di Speranza”, gruppo di mamme accomunate tutte dalla perdita di un figlio o una figlia molto giovani per motivi diversi. Si sono riunite dopo il Giubileo della Misericordia grazie al rettore del Gesù risorto, la parrocchia del cimitero, don Giuseppe Iuculano, il quale – raccontano – “ci ha dato una speranza di resurrezione e accoglienza, l’unica cosa che serve, insieme alla condivisione del dolore quotidiano. Viviamo il nostro dolore insieme”. Ci sono gli orfani, le vedove, ma per i genitori come noi, sottolineano le donne, “non c’è una parola che ci identifica”. Si presentano accostando al loro nome quello del proprio figlio: Francesca, l’organizzatrice, mamma di Giorgia scomparsa a 15 anni, Caterina mamma di Marina, Maria Teresa di Daniele, Shanti di Marco, e poi Roberta che ha perso il suo Claudio, un’altra Roberta mamma di Chiara, Nazarena mamma di Chiara e Angela di Cinzia. Tutte hanno regalato al Papa una sciarpa bianca: “È il nostro caldo abbraccio per lui, un abbraccio simbolico anche da parte dei nostri ragazzi”, spiegano, ringraziando il Pontefice per il suo silenzio “serio e rispettoso” durante la Messa e per la sua presenza al Cimitero Laurentino: “Una testimonianza di affetto. Un tramite più grande per stare vicino ai nostri figli”.