VOLLEY – A TU PER TU CON FRANCESCA NAPODANO

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VOLLEY – Oggi per Romanews intervistiamo Francesca Napodano, libero in forza alla Orocach Picco Lecco per la stagione 2024-2025. Francesca, classe 1999, vanta un’altezza di 175 centimetri ed è nativa della provincia di Alessandria in Piemonte; la sua carriera inizia nel 2016 alle giovanili del Volleyró Casal de Pazzi, per poi esordire in Serie A1 nella stagione 2017-2018 con Casalmaggiore. Nell’annata 2018-2019 indossa la maglia del Volley Soverato in serie A2, per poi far ritorno nella massima divisione la stagione successiva acquistata da Novara. Per il campionato 2021-2022 rimane in serie A1 difendendo i colori della Savino del bene Scandicci, vincendo anche una competizione europea come la Challenge Cup; nella stagione successiva, sempre nella massima divisione nazionale, veste i colori arancioneri della neopromossa Macerata e nella stagione appena conclusa si trasferisce a Montecchio Maggiore facendo ritorno in serie A2.

Con la nazionale italiana ottiene le prime convocazioni nel 2019 in occasione della trentesima edizione delle universiadi, svolte proprio in Italia, nel quale ottiene la medaglia d’argento perdendo in finale con la Russia.
L’intervista di Marco Boldini
1) Come stai vivendo questa prima parte di stagione agli ordini di coach Milano? Quali sono gli obiettivi di Lecco per la stagione 2024-2025?
Sono molto contenta per questo inizio stagione, abbiamo fatto tanto e bene durante la preparazione per arrivare al campionato il più pronte possibile. L’obiettivo è di affrontare ogni partita con lo spirito giusto e fare del nostro meglio.
2) Hai iniziato a giocare nelle giovanili del Volleyró, società molto forte nel settore giovanile, poi nell’annata successiva hai giocato in serie A1 con Casalmaggiore. Come hai vissuto quel salto di categoria così repentino?
Il Volleyrò è stata una grande esperienza che mi aiutato tanto a crescere, sia come atleta che come persona, anche grazie alla competenza dello staff. E poi c’è stato il salto in A1 con Casalmaggiore: è stato bellissimo perché passare dalle giovanili al professionismo in una società come questa è stata una grande occasione dove mi sono trovata molto bene.
3) Hai vinto una Challenge Cup con la Savino del bene Scandicci, raccontami quell’esperienza.
Anche se magari non sarà un premio molto rinomato, è stata un’emozione grandissima ed un onore poter giocare con una squadra come Scandicci e vincere un titolo come questo.
4) Che ruolo ha la tua famiglia nella tua carriera professionistica? Ti segue nelle tue attività sportive?
La mia famiglia è sempre stata molto disponibile, mi ha sempre sostenuto in ogni mia scelta e consigliato nel bisogno, quindi sicuramente ha avuto un ruolo molto importante nella mia vita sportiva, ma anche nella vita in generale. C’è sempre stata per supportarmi e anche sopportarmi, aiutarmi nei momenti più difficili e festeggiare con me nei momenti più belli. Mi ha seguito tanto e continua a farlo.
5) Hai vinto la medaglia d’argento alle universiadi svolte nel 2019. Raccontami la finale persa con la Russia e l’emozione della medaglia argento, che è pur sempre una medaglia di immenso valore per la carriera di una giocatrice.
È stata la mia prima esperienza in nazionale, anche solo esserci è stato un onore. Ovviamente c’è stato un po’ di rammarico al momento per aver mancato l’oro, però è stato comunque molto bello vincere l’argento.
6) A inizio mercato di questa stagione c’erano voci che ti saresti potuta accasare alla Volley Millenium Brescia. Quanto c’è di vero in queste voci? Hai avuto contatti con la società? 
Al riguardo di Brescia non ho avuto alcun contatto, non so niente di queste voci.
7) Sei una ragazza piemontese ma hai avuto l’occasione di giocare anche a Soverato, in Calabria. Che esperienza è stata per te? Cosa c’è di diverso nel giocare al Sud rispetto al nord? 
Anche a Soverato mi sono trovata molto bene, è stata una bella stagione e l’ambiente era tranquillo. Le persone sempre molto accoglienti e disponibili in tutto. L’unica ragione per cui preferisco giocare al nord è la vicinanza a casa, dove ci sono tutti i miei affetti.
8) Abbiamo appena detto che vieni dal Piemonte, cosa significa per una ragazza piemontese giocare in una società importante come Novara? 
Sicuramente sono stati tra gli anni più belli della mia carriera, perché giocavo vicino a casa ed ero contentissima, e poi perché avevo iniziato il mio percorso nelle giovanili prima a Vercelli e poi proprio a Novara con Paolo Cerutti. 
In particolare, il primo anno a Novara è stato il più bello della mia carriera, dove ho avuto modo di esordire in Champions. 
9) Nella tua carriera hai indossato spesso il numero 5, c’è una motivazione particolare in merito?
In realtà ce l’ho da quando ero piccolina e da lì l’ho tenuto, anche senza volerlo. Ormai mi ci sono affezionata.
10) Dal tuo palmares si capisce che hai giocato anche a beach volley, nel quale hai vinto due campionati italiani e una Supercoppa italiana nel quattro contro quattro. Vista la tua esperienza, ci puoi spiegare bene la differenza tra giocare indoor e outdoor?
È un’esperienza molto divertente perché si possono vedere le compagne e le avversarie in un ambiente diverso. 
Ovviamente una differenza è che le squadre in campo sono da 4 e poi c’è la sabbia, per cui è molto più difficile muoversi. Poi le regole sono più o meno le stesse della pallavolo.



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